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A Milano gli artisti contemporanei scelgono la manualità
L’essere umano costruisce, studia i materiali, tasta la materia, plasma e crea mostrando la sua predominanza che lo rende uomo. In un mondo dove la manualità è stata quasi ormai totalmente abbandonata dalla meccanicità di quelli che non sono più semplici attrezzi del mestiere gli artisti si guardano indietro, scegliendo di tornare all’operosità della mano di tanto tempo fa. Succede al Castello Sforzesco di Milano che, dal prossimo 8 novembre al 6 gennaio 2013, ospita la mostra Homo Faber. Il ritorno del fare nell’arte contemporanea, che mette a confronto i lavori di trenta artisti contemporanei – tra cui Alighiero Boetti, Sissi, Mario Ceroli e Nathalie Djurber – con quelle realizzate a partire dal Medioevo custodite nelle sale della Rocchetta della sede ospitante.
Ecco che l’artista contemporaneo si riscopre fabbro e in maniera consapevole mette in mostra le sue creazioni – disegni, pitture, sculture e installazioni – che comunicano, dialogano e contrastano con quelle degli antichi. Sono opere, come scrive il curatore Mimmo Di Marzio «appartenenti a linguaggi estremamente diversi, da cui emergono il primato della tecnica e della manualità». E in questo insolito percorso espositivo, l’opera viene considerata di per sé, «nella sua essenzialità, svincolata da ogni contrapposizione dettata dall’appartenenza all’arte figurativa o concettuale».
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