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Alcuni comitati di cittadini milanesi hanno protestato per ristrutturazioni che apparivano abnormi rispetto all’edificato precedente o perché occupavano spazi prima non costruiti come dei cortili. La procura è intervenuta contestando al Comune di aver permesso importanti interventi edificatori classificandoli come “ristrutturazione edilizia” in zone già densamente edificate senza approvare quel piano particolareggiato che è previsto da leggi ancora vigenti.
In punta di diritto alcune di queste norme parrebbero, oltre che non più attuali (sono del 1967), anche aggirabili per motivi di interesse urbanistico e in forza di una valutazione discrezionale basata su un presente interesse pubblico. Inoltre alcune delibere del Consiglio comunale e una legge regionale “coprivano” le scelte fatte.
Al di là degli argomenti politici dei comitati dei cittadini (talvolta ricchi di motivazioni convincenti) e dell’interpretazione delle leggi da parte dei magistrati, l’intervento della procura di Milano...
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