
A mente fredda. Cosa conviene fare al centrodestra

Come ormai hanno riconosciuto molti osservatori dell’area di centrodestra – da Maurizio Belpietro ad Alessandro Sallusti – l’opzione Draghi non è mai stata alternativa al voto, ma solo ad un ennesimo pasticcio giallorosso o Conte Ter che dir si voglia. L’idea di mandare il paese alle urne non è mai stata sul tavolo, per una serie di ragioni molto concrete e che vengono prima dell’emergenza sanitaria: a) il capo dello Stato, Sergio Mattarella, uomo di centrosinistra, non l’avrebbe mai concesso; b) la maggioranza dei parlamentari – da Leu fino a Forza Italia – non voleva tornare a casa anticipatamente. Una terza ragione c), comunque da non sottovalutare, è la consegna del piano per ottenere le risorse del Recovery Fund, su cui siamo in estremo ritardo, e questo per colpa dell’esecutivo Conte.
Giocare con un altro schema
La crisi è stata innescata da Matteo Renzi quando ha avuto la certezza che il paese non avrebbe votato. Perché, infatti, il leader di Italia viva avrebbe dovuto provocarla quando sarebbe stato lui il più penalizzato da un ritorno alle urne? Chiedere oggi il voto, come fa ad esempio Giorgia Meloni, è legittimo (e, aggiungiamo, persino giusto), ma inutile. Può servire, strategicamente, a lucrare consensi nell’area di destra e a rafforzare la propria leadership, ma così facendo Meloni si preclude la possibilità di giocare la partita secondo uno schema adatto a «far saltare il banco» (parole di Guido Crosetto, il suo consigliere più intelligente).
Tre questioni
Non si tratta di essere dei fan dei governi tecnici (noi non lo siamo) né di Mario Draghi (idem) per capire che, alle condizioni date, al centrodestra conviene fare quello che il politologo Giovanni Orsina ha spiegato, con parole un po’ troppo rudi, all’Huffington Post: sostenere compatti Draghi, «non certo un uomo di sinistra», per dire la propria a proposito di tre questioni imminenti e fondamentali: «La gestione del Recovery Fund, l’elezione del prossimo capo dello Stato e la nuova legge elettorale». Ognuna delle tre questioni, per lo stesso futuro del centrodestra, è vitale (col proporzionale Salvini «non toccherebbe più palla per anni»).
Al di là, infatti, delle tonnellate di retorica sul bene dell’Italia, i leccaculismi vari e un po’ imbarazzanti di quelli che fino a ieri lodavano Conte e adesso l’ex presidente Bce, si tratta di prendere una decisione a sangue freddo e sfruttare a proprio vantaggio la situazione che si è venuta a creare.
Foto Ansa
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