A che punto è la causa di beatificazione di Enzo Piccinini

Di Francesca Amedea Consolini
31 Luglio 2019
La relazione della postulatrice sullo stato di avanzamento del processo. Il servizio di Tempi sul medico emiliano da scaricare in pdf. Le foto della targa sul monte Cusna
Enzo Piccinini con don Luigi Giussani

Pubblichiamo una relazione di aggiornamento sullo stato di avanzamento della causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio Enzo Piccinini, scritta dalla postulatrice Francesca Amedea Consolini. L’annuncio dell’accettazione, da parte dell’arcivescovo di Modena Erio Castellucci, della richiesta di avvio del processo è stato dato domenica 26 maggio scorso nel Duomo di Modena, durante la Messa in occasione del ventesimo anniversario del dies natalis del chirurgo emiliano, dirigente nazionale di Comunione e Liberazione.

Alla figura di Enzo Piccinini Tempi ha dedicato la copertina del numero di maggio 2019, nella convinzione che tornare a parlare di quest’uomo scomparso vent’anni fa sia una scelta di massima attualità. Perché, come abbiamo scritto, la «vita esagerata» di Enzo Piccinini è stata, è, «la testimonianza in carne e ossa che Cristo mantiene la sua promessa agli uomini».

Una conferma di questo si è avuta proprio con la Messa del 26 maggio in sua memoria a Modena, di una bellezza rara, celebrata in un clima di intensa partecipazione da monsignor Castellucci con monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia, e don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Cl (qui il video integrale della celebrazione e le trascrizioni dei loro interventi).

La copertina del numero di Tempi di maggio 2019 dedicata a Enzo Piccinini

Abbiamo deciso anche di mettere a disposizione di tutti i lettori in versione pdf il servizio su Enzo Piccinini contenuto nel numero del maggio scorso: per scaricarlo e sfogliarlo basta cliccare qui. All’interno, i contributi di Pier Paolo Bellini, Giampaolo Ugolini, Giancarlo Cesana, Massimo Vincenzi, Angelo Scola, alcuni dei quali sono già disponibili nel nostro sito.

Domenica 23 giugno, inoltre, un gruppo di amici e famiglie legati a Enzo Piccinini ha portato una targa con la preghiera per la sua canonizzazione approvata dall’arcivescovo di Modena sulla cima del monte Cusna, nell’Appennino reggiano, affiggendola sulla croce (dove già si trova un’altra targa in ricordo di Enzo esposta dieci anni fa da un gruppo di studenti ed ex studenti universitari di Cl di Bologna, la città dove Piccinini lavorava). Il servo di Dio, infatti, originario proprio della provincia di Reggio Emilia, amava molto il Cusna ed era solito portarvi gli amici almeno una volta all’anno.

La targa con la preghiera per la canonizzazione di Enzo Piccinini sul monte Cusna

Di seguito, la relazione della postulatrice, Francesca Amedea Consolini, preparata per la Fondazione Enzo Piccinini, promotrice della causa.

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Il 26 maggio scorso, nel corso della Messa celebrata nel Duomo di Modena in ricordo di Enzo Piccinini, è stato dato l’annuncio dell’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione. È dunque iniziato un cammino lungo e complesso – da tempo desiderato – che già fin da ora offre garanzie di poter giungere ad una felice conclusione.

Una causa di beatificazione e canonizzazione si articola in due fasi distinte; la prima si svolge nella diocesi, quella che si è assunta la titolazione della causa stessa, in questo caso l’arcidiocesi di Modena-Nonantola; la fase successiva si svolge a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei santi.
La fase diocesana consiste nella raccolta di prove testimoniali e documentali a sostegno della dimostrazione della vita virtuosa del “servo di Dio” – così si definisce un candidato al riconoscimento della santità – che poi vengono esaminate e vagliate in sede romana. Il cammino del servo di Dio Enzo Piccinini è dunque all’inizio; si sono svolti infatti i passi che preparano all’avvio dell’Inchiesta informativa diocesana – detta anche processo informativo – nel corso della quale saranno ascoltati i testimoni che deporranno sulla vita, le virtù e la fama di santità di Enzo Piccinini.

Questi primi atti, già effettuati, sono: l’accettazione da parte di monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, della richiesta della Fondazione Enzo Piccinini di avviarne la causa; la nomina, da parte della Fondazione, della postulatrice, ossia di colei che fungerà da tramite tra la Fondazione e la diocesi e poi la Congregazione romana in tutti e singoli i passi della causa (ciò che nel campo giudiziario fa un avvocato, tra chi lo incarica e gli organi giudicanti); l’approvazione di questa scelta da parte dell’arcivescovo; la postulatrice ha quindi inoltrato a monsignor Castellucci la richiesta ufficiale di introdurre la causa e questi si è attivato per espletare i successivi atti, che consistono nella richiesta dell’assenso da parte della Conferenza episcopale regionale e del nulla osta da parte della Congregazione delle Cause dei santi.

Enzo Piccinini con don Luigi Giussani

Questi sono atti previ che garantiscono all’arcivescovo che la persona sulla quale egli intende svolgere l’indagine canonica per il riconoscimento delle virtù, non presenti elementi tali da richiedere chiarimenti sia nella Chiesa locale regionale che presso i dicasteri vaticani. Nel caso di un laico di vita specchiata come Enzo Piccinini, come generalmente per i laici proposti per gli onori degli altari, non esistono problematiche da chiarire; nel caso, invece, di fondatori, vescovi o religiosi può capitare che presso un dicastero vaticano ci siano dei documenti che attestino situazioni da chiarire in sede di inchiesta diocesana. Per prudenza comunque questi assensi previ si chiedono per tutti i servi di Dio.

Ad oggi, la Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna ha già dato l’assenso formale e siamo in attesa del verbale ufficiale; i tempi romani saranno un po’ più lunghi. Ottenuti questi assensi, si potrà cominciare ad impostare il lavoro del Tribunale ecclesiastico che escuterà i testimoni, quello della Commissione storica che raccoglierà la documentazione, e quello dei teologi censori che vaglieranno gli scritti e gli interventi tenuti dal Servo di Dio in incontri e conferenze.

Un lavoro a prima vista complesso, ma che poi si dipanerà secondo il percorso stabilito dalle leggi canoniche e diventerà, come per ogni causa, appassionante e bello perché consentirà di meglio conoscere e dunque valorizzare, in tutta pienezza e luce, questa persona che Dio ha toccato con la sua grazia e ha donato alla sua Chiesa per renderla una comunità più santa, ossia meglio a lui somigliante.

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Francesca Amedea Consolini, milanese di nascita, si è laureata in lettere presso la Libera Università Maria SS. Assunta in Roma (Lumsa). Coniugata, è vissuta a Milano ed ora risiede ad Albenga. Svolge il servizio di postulatrice di cause di canonizzazione dal 1993, quando il cardinale Carlo Maria Martini le affidò la causa di Serafino Morazzone, curato di Chiuso, ora beato. Attualmente segue 35 cause (delle quali 3 sono giunte alla beatificazione e 18 alla venerabilità), avviate nelle diocesi di Milano, Como, Pavia, Lodi, Crema, Torino, Ivrea, Novara, Tortona, Chiavari, Venezia, Modena-Nonantola, Reggio Emilia-Guastalla, Brindisi-Ostuni. Di 20 cause ha redatto anche la relativa positio. È autrice di articoli, saggi e biografie specifiche di santi, beati, servi di Dio. Tiene conferenze di spiritualità e agiografia presso istituti religiosi e centri di spiritualità, e interviene a convegni promossi da diocesi, congregazioni religiose, associazioni.

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