A 157 anni dalle apparizioni il primo miracolo è sempre che a Lourdes «la vita assume una dimensione più vera»

Di Benedetta Frigerio
12 Febbraio 2015
Intervista al presidente dell'Unitalsi, che da cinquant'anni porta i malati in pellegrinaggio dalla Vergine. «Non è mai una parentesi per sentirsi "più buoni"»

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Lourdes, la cittadina Francese dove nel 1858 la Madonna apparve alla piccola Bernadette, una povera contadina analfabeta, e sede di numerosi miracoli e conversioni, in questi giorni ricorda l’anniversario delle apparizioni, cominciate l’11 febbraio di 157 anni fa. Fra le migliaia di fedeli accorsi in pellegrinaggio c’è anche Salvatore Pagliuca, presidente di Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes), che in questa intervista descrive a tempi.it i frutti della venuta della Vergine Maria. E dell’opera che da 111 anni «porta amore e speranza ai malati e a quanti come noi stanno loro vicini».

Ieri si è celebrata anche la Giornata mondiale del malato istituita da san Giovanni Paolo II nel 1992. Come state festeggiando?
Siamo qui con tantissimi italiani, in una percentuale maggiore rispetto a quella delle altre nazionalità presenti: tenendo conto dei partecipanti alla Messa di questa mattina in basilica, siamo tra i 3 e 4 mila italiani. I volontari di Unitalsi, invece, sono circa 400. Per noi la festa delle apparizioni della Vergine Maria a Bernadette qui a Lourdes rappresenta un momento di richiamo necessario al senso del servizio che ci prepariamo a offrire tutto l’anno. Preghiamo, facciamo festa e programmiamo insieme i pellegrinaggi a venire. Ovviamente ci sono anche tanti malati, a cui era dedicata anche la giornata di oggi, proprio perché sono fra i più cari alla Vergine, che già nei giorni in cui apparve a Bernadette cominciò a guarire i pellegrini, chiedendo alla bambina di far sapere che bisognava venire a Lourdes in processione.

Papa Francesco ha inviato questo messaggio in occasione della Giornata del malato: «Il tempo passato accanto al malato è un tempo santo»; è una «menzogna» indurre a credere che alcune vite «non sarebbero degne di essere vissute» solo perché toccate dalla malattia, anzi «le persone immerse nel mistero della sofferenza e del dolore (…) possono diventare testimoni viventi della fede».
Questa è una verità che tocchiamo con mano in pellegrinaggio come nella vita a casa. Sembra un modo di dire, ma quanti vengono come volontari di Unitalsi ci dicono sempre di ricevere più di quanto danno: è così per tutti, da quelli che vengono per la prima volta a chi, come me, viene da quasi cinquant’anni. È un momento di liberazione dell’animo, in cui la vita assume la sua vera dimensione e in cui chi dà riceve amore, gratitudine, amicizia e molta fede.

L’anno scorso eravate preoccupati a causa della riduzione dei treni speciali da parte delle ferrovie francesi. Per questo vi siete rivolti a Trenitalia. Quale esito hanno avuto le trattative?
La vicenda non è ancora conclusa. Non sono trattative semplici, anche se ci sono buoni presupposti perché siano messe a punto e concluse quest’anno. Serviranno a permetterci di proseguire un servizio che dura da oltre cent’anni e che altrimenti correrebbe il rischio fermarsi, a danno degli ammalati e di tutti coloro che li accompagnano.

Perché è così importante che il viaggio si svolga in determinate condizioni?
Deve provare a immaginarsi un vero e proprio paesino di 500-600 persone che non solo devono provvedere ai bisogni normali come il pranzo e la cena, ma che necessitano di una farmacia, di medici, attrezzature speciali e così via. Ma i nostri treni non servono solo per rispondere a un bisogno materiale, bensì a creare un rapporto di prossimità: il pellegrinaggio comincia con il viaggio di andata e finisce con quello di ritorno. All’andata ci si conosce e si prepara il cuore ad aprirsi all’incontro con la Vergine, al ritorno ci si mette nell’ottica di trasportare l’amore ricevuto nella proprie realtà di lavoro, di condominio, di paese. È così che lo spirito che cammina con i nostri treni investe poi tutti.

Con un solo pellegrinaggio?
L’incontro con la Madonna non si conclude qui. Altrimenti sarebbe una parentesi di una settimana appena sufficiente forse a sentirsi “più buoni”. Quello che noi cerchiamo non è questo, ma una condivisione, un cammino di fede, un’amicizia fra persone tutte in qualche modo bisognose. Nel Dna dell’Unitalsi è inscritto un episodio importantissimo successivo alle apparizioni: quando Bernadette tornò a casa e la madre vedendola sconvolta le chiese le ragioni di tanto stupore, la bimba rispose: «Perché Lei mi guardava come una persona». Così è l’amicizia che ci unisce. Tu non sei l’avvocato, l’operaio, il malato o il volontario, tu sei innanzitutto una persona come me.

@frigeriobenedet

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10 commenti

  1. maurizio

    Ma perché ogni volta che si affrontano.argomenti di carattere.religioso si scatena il solito banale,becero e viscido odio e divertito insulto alla Charlie Hebdo,approfittando del fatto che i cristiani non reagiscono come gli esyremisti islamici,anzi spesso stanno proprio zitti.Comunque un viaggio a Lourdes farebbe davvero bene a certa gente non per andare a farsi benedire-come recita il detto popolare-ma per verificare direttamente la serenità,l’umanità e la condivisione nella e della sofferenza,miracoli a parte!!

  2. yoyo

    Personaggi come te dovrebbero prendere il treno Unitalsi. Lourdes fa anche miracoli di conversione.

    1. Sebastiano

      Yoyo, ti sbagli: PaoloShiva, a furia di stare sul binario 101, il treno lo ha preso da un bel po’. In fronte.

      1. yoyo

        Come diceva quello la: infermieriii!

        1. yoyo

          Ovviamente per Shiva.

  3. Paolo Venisi

    Lourdes “una dimensione più vera”??

    Sostenere che ricrescono gli arti amputati, che si riacquista la vista senza nervo ottico e si guarisce “miracolosamente” dalle malattie (sopratutto quando, ovviamente, non guarisce proprio NESSUNO) sarebbe una … dimensione vera?

    Lourdes è la dimensione di una enorme truffa legalizzata perpetrata ai danni dei malati, dei più deboli e di chi si trova nelle condizioni più dramnatiche e viene ignobilmente sfruttato.

    È la dimostrazione vivente della pericolosità sociale della religione.

    Shiva101 vi sconfiggerà!

    1. Giannino Stoppani

      Povero radio shiva 101, sei talmente somaro da ignorare persino che le guarigioni sono state documentate e certificate da commissioni indipendenti composte da fior di scienziati, tra i quali erano e sono compresi non pochi atei (sai, la Chiesa è prudente e, su queste cose, non si sbilancia senza prove inattaccabili).
      Un utile suggerimento:
      non sarebbe più credibile, per un ateonzo come te, invece di negare l’evidenza di fatti storicamente acclarati e documentati, metterne in dubbio l’origine divina?

    2. To_Ni

      Shiva101,
      se tu non avessi interessi solo verso il porno e riuscissi 10 minuti al giorno a concentrarti su uno studio 🙂 (scusa, tu che studi mi fa spaccare dalle risate) sul tentativo di “smontare” Lourdes da parte di laici veri, tosti e feroci (iniziando da Zola) rimediando solo miseri fallimenti forse….dico forse coglieresti la miseria del tuo ragliare.
      Cercati un lavoro, ma inizia interessandoti dal curare (acqua, luce, concimazione) le piante d’appartamento .

    3. To_Ni

      Caro Shiva101
      ho visto solo ora il tuo post.Ti ho scritto due parole che ti siano di conforto nella tua battaglia, ma ancora sono moderate.

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