
La Spagna di Zapatero blocca i sussidi per il fotovoltaico
Tempi duri per le energie rinnovabili. Dopo le polemiche sui costi dell’eolico negli Usa, arrivano le grida di dolore degli investitori e degli imprenditori internazionali che avevano puntato tutte le loro carte sul fotovoltaico in Spagna, e ora rischiano di andare in bancarotta per i tagli impietosi alle generosissime sovvenzioni al settore che il governo Zapatero prevede di attuare per contenere il deficit del bilancio statale.
Già nel luglio scorso l’esecutivo aveva deciso di tagliare del 30 per cento i sussidi alle nuove centrali eoliche e termo-solari, mantenendoli per quelle già esistenti. Ora però il provvedimento in dirittura d’arrivo per il fotovoltaico prevede che la riduzione dei sussidi si applichi non solo alle nuove installazioni, ma anche a quelle già in funzione. Investitori come la britannica HG Capital, che rappresenta un gruppo di 20 gestori di fondi pensionistici britannici, americani e danesi, annunciano che in tal caso l’impatto della nuova normativa sugli investimenti sarà devastante e metterà in pericolo l’intero settore.
Il problema è sorto per la sconsiderata generosità dei sussidi spagnoli alla produzione di energia solare approvati nel 2004, che in pochi anni hanno fatto sì che la Spagna da sola arrivasse a rappresentare il 45 per cento del mercato mondiale del fotovoltaico. L’energia solare prodotta in Spagna viene pagata ben 450 euro per kilowattora, dieci volte di più di quanto normalmente un’azienda di servizi pagherebbe l’elettricità prodotta da fonti tradizionali. La legge non aveva posto un limite alla produzione sovvenzionabile, e così oggi la Spagna si ritrova con 3.200 megawatt prodotti col solare sovvenzionato, sei volte di più di quanto si prevedeva di disporre nel 2010. E la bolletta per il Tesoro pubblico ha toccato la cifra record di 2,75 miliardi di euro. Ora il governo Zapatero ha deciso che l’energia solare sovvenzionata è un lusso che la Spagna non può più permettersi. A pagare il prezzo del ripensamento potrebbero essere i pensionati americani, britannici e danesi.
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