Dicono bene, la verginità è preziosa. E noi gliela mettiamo all’asta

Di Berlicche
05 Novembre 2012
Una ragazza brasiliana si è venduta a un giapponese per finanziarsi gli studi. «Se lo fai una sola volta non sei una prostituta. Non diventi fotografo facendo un solo scatto»

Mio caro Malacoda, ho scoperto quello che i più ostinati precettori cattolici non osano più proporre come ideale ai giovani: il segreto della verginità. Non proprio il segreto della castità, ma un metodo efficace per innalzare l’età sempre più precoce della sua perdita. Secondo recenti dati si stima che la media mondiale dell’età in cui la verginità femminile viene persa sia di 14-15 anni. Per gli uomini 15-16. Altre statistiche (questo è il bello delle indagini demoscopiche, ogni tesi ha la sua a supporto) la media maschile è di 16,9 anni; quella femminile 17,4.

Bene. Vuoi sapere come indurre una giovane a resistere almeno sino a 20 anni? Come sempre il problema sono i valori. I soldi. Basta ricordarsi che, come ogni uomo, anche ogni cosa ha un prezzo.

Circa 600 mila euro è quello della verginità venduta all’asta da una ventenne brasiliana, Ingrid Migliorini, sul web soprannominata Catarina. Se l’è aggiudicata un 53enne giapponese. L’atto sarà consumato, in un luogo segreto, sul territorio neutrale dell’Australia, paese del regista che ha concepito l’asta e che ha in mente di organizzare una cena tra i due, per farli conoscere e conversare un po’ prima della consumazione (mai termine fu più appropriato) del rapporto. Il prima e il dopo di Catarina saranno rigorosamente filmati (lo scopo del regista è un documentario su come cambia la sua vita), anche le visite dal ginecologo e da una sessuologa. Il ricco giapponese si impegna a sottoporsi a un test sulle malattie sessualmente trasmissibili.

La Migliorini ha detto alla stampa di aver accettato l’idea per finanziarsi gli studi di medicina in Argentina (ma quanto costa l’università nelle pampas?). «La vedo come un’avventura», ha detto. «Mi permette di viaggiare, di girare un film e di avere subito del denaro». Prostituzione? «Se fai questo una sola volta nella vita – ha risposto decisa – non sei una prostituta, com’è vero che non diventi fotografo facendo un solo scatto». Il ragionamento non fa una piega, come dimostra anche la testimonianza di un investigatore di polizia al processo Ruby: tra le 33 ragazze che avrebbero partecipato ai presunti festini hard nella villa di Arcore soltanto 3 erano prostitute perché svolgevano “abitualmente” questa attività. È sempre l’abito che fa il monaco.

Non mi torna però una cosa: perché se rubi una volta sei un ladro, se uccidi una volta sei un assassino, se corrompi una volta sei un corruttore, se accetti una bustarella sei un corrotto, se diffami uno sei un diffamatore, se tradisci lei sei un traditore, se fuggi sei un codardo, se violenti una volta sei un violentatore, se molesti una volta sei un molestatore, se evadi una tassa sei un evasore?

Credo però che Catarina (sarà poi vero che chi a 20 anni si vende a uno sconosciuto è vergine? Forse nel fisico, ma nel cervello?) abbia detto paradossalmente una cosa vera: ciò che sei non coincide con ciò che fai. Penso perciò che questa sua verità vada tenuta relegata nell’unico ristretto ambito in cui i nuovi tribunali morali non hanno interesse a entrare: la sfera sessuale di chi non abbiamo interesse a colpire. Per gli altri giù botte senza pietà. L’uomo ci piace schizofrenico.

Tuo affezionatissimo zio Berlicche

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