
È morto il cardinale Martini. Polemica strumentale sull’accanimento terapeutico
È morto questo pomeriggio il cardinale Carlo Maria Martini, da anni affetto dal morbo di Parkinson. Il cardinale è spirato presso l’infermeria dell’Aloisianum, l’Istituto universitario di studi filosofici della Compagnia di Gesù a Gallarate, in provincia di Varese.
Già ieri sera l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, aveva raccomandato a «tutti i fedeli della Diocesi e a quanti l’hanno caro speciali preghiere, espressione di affetto e di vicinanza in questo delicato momento». Martini aveva 85 anni e dopo un lungo periodo in Terra Santa era rientrato in Italia nel 2008 per le cure.
Il sito del Vaticano ne ha tracciato una breve biografia: «Entrato nella Compagnia di Gesù a soli 17 anni, sacerdote a 25, il cardinale Martini è stato rettore del Pontificio Istituto Biblico e poi della Pontificia Università Gregoriana, prima di diventare arcivescovo di Milano nel 1980, ruolo che ha coperto fino al 2002. Tra le sue iniziative più importanti l’introduzione in Diocesi della “Scuola della Parola”, per accostare i laici alla Sacra Scrittura con il metodo della Lectio divina, e la “Cattedra dei non credenti”, serie di incontri rivolti a persone in ricerca della verità».
Nelle ultime ore si è sviluppata una polemica strumentale sulla sua scelta di non sottoporsi all’intervento per il posizionamento del sondino gastrico. A questo proposito il suo medico, Gianni Pezzoli, direttore dell’unità di Neurologia del Centro Parkinson degli Istituti clinici di perfezionamento di Milano, che lo ha seguito in questi anni, ha dichiarato all’Ansa: «La sua posizione sull’accanimento terapeutico era nota, ha scritto tanto in questi anni ed è quello che ha rispettato. Non c’è stato dunque bisogno di parlarne. Il cardinale Martini è stato comunque sempre molto scrupoloso nell’assumere farmaci, e non ha mai detto: “questo non lo voglio”».
«Io l’ho visto l’ultima volta questa mattina – ha raccontato il medico – poi è stato seguito dal suo gruppo infermieristico. Non c’è stata necessità di un mio ulteriore intervento in queste ore. Sapeva di essere in una fase terminale della sua malattia, anche se in queste ultime ore non era più cosciente». Quanto all’accanimento terapeutico, Pezzoli ribadisce «che è una pratica scorretta – continua – che non viene attuata. Può esserci qualche dubbio nel caso di persone giovani, ma in questo caso non vi è mai stato alcun dubbio. Del resto la prognosi era così poco favorevole. Si è spento a distanza di poche da quando c’è stato l’ulteriore aggravamento delle sue condizioni». Martini seguiva una terapia «molto complessa ma non era attaccato a nessuna macchina – conclude Pezzoli – È stato un decorso tranquillo. La sua malattia è durata quasi 17 anni».
Articoli correlati
29 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Nell’articolo non c’è un punto fondamentale.
Don Roberto Colombo – docente alla facoltà di medicina dell’ospedale Gemelli di Roma – dalle pagine dell’Osservatore Romano ha affermato che «da quanto ha dichiarato il suo medico personale (di Martini), il professor Gianni Pezzoli, si è verificata un’ultima crisi particolarmente grave a metà agosto, e il cardinale non è stato più in grado di deglutire cibi, né solidi né liquidi. Si è allora prospettata l’eventualità di una alimentazione per via enterale, attraverso un sondino. Il cardinale ha scelto di non farsi praticare questo trattamento considerato l’avvicinarsi ormai imminente del termine della sua vita».
Perciò – come afferma la stessa Santa Sede – il cardinal Martini aveva deciso di rifiutare un’alimentazione forzata.
Questa decisione non sarebbe stata permessa dal DDL Calabrò attualmente in discussione in Parlamento.
Il testo ribadisce (art. 3) che alimentazione ed idratazione «sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita, ad eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo. Esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento».
Per questo motivo – qualora fosse stata in vigore la legge attualmente in discussione in Parlamento – il cardinal Martini non poteva scegliere (così come ha fatto in base alle stesse dichiarazioni della Santa Sede) di non farsi sottoporre a questo trattamento ma la scelta sarebbe stata solo ed esclusivamente del medico che avrebbe potuto anche non rispettare la volontà dell’illustre paziente.
Dunque, esimio Cagliostro, dobbiamo intendere che quanto previsto in una dichiarazione ANTICIPATA di trattamento venga attuato anche nel caso il paziente sia cosciente e che dunque la volontà espressa prima sia più rilevante di quella espressa dopo?
Esimio Alberto,
non capisco il senso di questo suo intervento e non mi sembra c’entri molto con quanto ho scritto.
Il paziente – in base al DDL in esame al Parlamento – può sempre esprimere una volontà da quella espressa in precedenza (in sintesi può cambiare idea): basta che sia cosciente.
Questa volontà – come detto – non riguarda però l’alimentazione e l’idratazione la cui sospensione è decisa solo dal medico.
Perciò se il DDL fosse stato in vigore la volontà di Martini non avrebbe avuto senso ed il suo medico avrebbe potuto decidere di non rispettarla ed alimentarlo forzatamente.
Inoltre – come afferma Padre Cesare Bosastra – Martini è stato lucido fino all’ultimo.
Saluti
Vuol dire che secondo il DDL un paziente cosciente ed in grado di intendere e di volere deve essere alimentato forzatamente contro la sua volontà?
Non deve essere ma può essere alimentato forzatamente contro la sua volontà (art. 3 ddl).
Nossignore, nel testo che Lei sottopone alla nostra attenzione non c’è scritto quello che dice Lei. Lo rilegga con più attenzione, per favore.
….posso dire una cosa?!??. ke palle… possibile che uno non possa morire in santa pace?!!?….
Secondo me dovremmo revisionare un po’ il nostro vocabolario: “accanimento” significa insistere a fare una cosa negativa, o intensificarla; per esempio: l’assassino si accanì sulla vittima; quindi non credo che sia la parola adatta, quando ci si riferisce alle cure mediche, ( e mi piacerebbe sapere chi la ha usata per primo). Mi stupisce che anche tanti medici la usino. Una terapia può essere disperata, inopportuna, magari inutile, tutto quello che volete, ma un medico che sta cercando di prolungarti la vita, non si sta accanendo.
il silenzio di molti che pontificano su tutto… sul cardinal martini è più eloquente di molte parole. Grazie eminenza per la sua visione della chiesa, piena di speranza nell’uomo, esattamente opposta a quella che passa qui. Questo è il bello del cattolicesimo, la sua universalità. Qui come ci ha detto nella sua intervista, ( in cui era pienamente consapevole) la chiesa è indietro di 200 anni . Qu, come ci ha detto, la gente di chiesa giudica sul come escludere le persone dai sacramaneti e non di come i sacramenti potrebbero avvicinare chi è lontano. Qui si allontano in nome del magistero sessuale, chi è diverso, non accorgendosi che cosi intere generazioni di giovani si sentiranno lontani dalla chiesa. Grazie eminenza ci protegga con la sua sapienza e fede
Il tuo amore per la chiesa di Gesù Cristo, caro karlocl, gronda in questo tuo intervento.
E anche il tuo amore per il cardinal Martini.
Notevoli entrambi.
a parte i complimenti di un anonimo mi rendono indifferente. per cui se devi replicare usa almeno un nick. Inoltre io conosco per averla vissuta la storia dell’episcopato di Martini. Aggiungo alla fine che sarei curioso di sapere chi condivide tra i fans di tempi le sue posizioni su divorzio, gay e eutanasia. Vorrei che replicassi a questo…se per caso hai letto qualche suo scritto. ma su questo ho grandi dubbi
Volevo dire che il tono delle tue affermazioni contraddice il contenuto: sembri mosso più che da tutto questo affetto per il cardinale, da un uso della sua persona per dare addosso a qualcuno.
Non credo gli farebbe piacere, non farebbe piacere a nessuno.
E sembra pure che della sua visione della chiesa, piena di speranza dell’uomo, pure te ne freghi meno di niente: ti interessa solo portare l’acqua al tuo mulino.
Almeno è questa l’impressione a leggere le tue parole.
Se invece nutri sincero e profondo affetto per questo cardinale della chiesa cattolica e per la chiesa cattolica, mi scuso, non sembrava.
(mi chiamo ” anonimo” per una vecchia storia, per ora va così, non ti agitare )
non mi agito ma in allegria ti saluto… non dialogo con anonimi
Ma ci fai o ci sei?
Tu non sei forse un anonimo?
Mi chiamo karletto, contento?
( in effetti non interessa neanche a me un dialogo con un anonimo, così affezionato alla chiesa cattolica, poi)
Ecco un altro con la fissa dell’anonimato… Mah?!
Io credo che un po di accanimento terapeutico servirebbe al giornalismo italiano e a certi suoi fautori …. Liquidare questioni del genere con quattro luoghi comuni sbavati su un foglio di carta in dieci minuti e’ una cosa che fa accapponare la pelle e fornisce il parametro di come la classe “dirigente” di questo paese sia ormai schiava di interessi e di un’autoreferenzialita’ che lasciano uomo e umanita’ fuori da ogni attenzione.
Fino a qualche anno fa almeno si salvava una certa forma …. Ora nemmeno la grammatica
http://monestier-udine.blogautore.repubblica.it/2012/08/31/il-cardinal-martini-e-la-povera-eluana-englaro-uguali-davanti-alla-morte/
Questo il deprimente commento di un direttore di quotidiano locale … : io – giuro – non ci potevo credere!
Caro Tribute To TM, non so se te ne sei accorto, ma questa gente nella menzogna ci sguazza felice e contenta. Si direbbe che nella loro vita non abbia mai fatto altro.
Ganzo poi, leggere sul sito che hai indicato la sacrosanta indignazione del solito commentatore omologato che, non avendo nulla da rispondere nel merito a colui che evidenzia l’asineria e la malafede del giornalista, non può fare altro che stigmatizzarne la presunta maleducazione.
A me questo comportamento ricorda qualcosa, anzi qualcuno.
Invio di nuovo il commento precedente scusandomi per non averlo riletto.
Caro Tribute To TM, non so se te ne sei accorto, ma questa gente nella menzogna ci sguazza felice e contenta. Si direbbe che nella vita non abbia mai fatto altro.
Ganzo poi, leggere sul sito che hai indicato, della sacrosanta indignazione del solito commentatore omologato che, non avendo nulla da rispondere nel merito a colui che evidenzia l’asineria e la malafede del giornalista, non può fare altro che stigmatizzarne la presunta maleducazione.
A me questo comportamento ricorda qualcosa, anzi qualcuno!
Dopo tanto ragliare di asini e ululare di sciacalli, leggiamo un po’ di catechismo:
2278 L’interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all’« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.
2279 Anche se la morte è considerata imminente, le cure che d’ordinario sono dovute ad una persona ammalata non possono essere legittimamente interrotte. L’uso di analgesici per alleviare le sofferenze del moribondo, anche con il rischio di abbreviare i suoi giorni, può essere moralmente conforme alla dignità umana, se la morte non è voluta né come fine né come mezzo, ma è soltanto prevista e tollerata come inevitabile. Le cure palliative costituiscono una forma privilegiata della carità disinteressata. A questo titolo devono essere incoraggiate.
Vediamo anche se qualche imbecille comprende la differenza che c’è tra un moribondo agonizzante ed una disabile che non può manifestare la propria volontà.
sono d’accordo, se si leggesse il catechismo della chiesa cattolica o meglio ancora il vangelo, non ci sarebbero tutti questi inutili commenti e grossolani paragoni, ma solo preghoere per un’anima che chiediamo essere vicino a Dio
D’accordo con la signora Razzini. Di fronte alla morte chi è credente preghi, chi non è credente almeno faccia un rispettoso silenzio.
Qualche ora fa, poco prima della morte di Martini, ho inviato il seguente messaggio:
“Ho sfogliato tutto il giornale on-line e non ho trovato una parola riguardo l’ agonia di Carlo Maria Martini.
Se pur ce ne fosse bisogno, ciò dimostra ancora una volta, la pochezza umana e di Cristianità di questa vostra setta economica/politica/pseudo religiosa.
Carlo Maria non spostava soldi, non distribuiva poltrone.
Si limitava a testimoniare la sua Fede.
Il vostro silenzio demarca molto bene chi è Lui e cosa siete voi.
Quel messaggio, chissà perché, è sparito subito, sostituito da quello su DelPiero.
***
Adesso Martini è morto e immagino il vostro imbarazzo nel doverne giocoforza parlare, magari tra un articolo su quel Cristiano esemplare di Romney (quello , per cui, se sei povero sono cassi tuoi e la vita va sempre difesa a meno che non si tratti di immigrati pezzenti centroamericani, su cui si può tranquillamente giocare al bersaglio).
Certo, Martini non era della vostra conventicola. Non frequentava consigli di amministrazione, non era legato a politicanti spocchiosi e modaioli, non organizzava Meeting milionari per qualche politico furbo e tanti ragazzi un pò sempliciotti.
Martini cercava di vivere il Vangelo, magari pure in quella parte che dice “E’ più facile che un cammello entri dalla cruna di un ago che un ricco …”
Coraggio, con un piccolo sforzo di memoria, riuscite a terminare la frase.
Eh giá Maio. In piú Martini ha fatto testamento biologíco, ha rifiutato il sondino gastrico e l´alimentazione forzata. Viene in mente qualcosa?
Mi vengono in mente tante cose per cui Martini non piaceva a quella parte della Chiesa bigotta e sempre pronta a pontificare sui diritti degli altri.
Martini ha scelto di morire con dignità da Uomo libero.
Sono quelle cose che fanno TANTA paura a chi si riempie la bocca di paroloni.
Welby è stato costretto a soffrire per anni contro la propria stessa volontà.
Vedremo se adesso negheranno i sacramenti pure a Martini.
sacramenti?? Probabilmente quando “vengono in mente tante cose” alla fine c’è il rischio di fare un po’ di confusione…
pontificare sui diritti degli altri….vi ricorda qualcuno? 🙂
Caro Maio, hai completamente ragione. Più della metà del primo articolo parla della questione dell’accanimento terapeutico. Tu scrivi il tuo commento e la prima risposta che ti arriva di cosa parla? Chi ti ha risposto non contesta ciò che hai detto ma cerca di spostare il discorso dove gli fà comodo.
infatti non contestavo. aggiungevo solo un piccolo particolare alla lucidissima analisi di Maio