Il Concilio Vaticano II spiegato ai miei figli

Di Luca Del Pozzo
21 Marzo 2025
Pubblichiamo un estratto dell’Introduzione a Il Concilio Vaticano II spiegato ai miei figli, il nuovo libro di Luca Del Pozzo in libreria per Cantagalli (720 pp, 28 euro).

“Papà, ma non facciamo le Lodi oggi?”. La domanda è arrivata così, inaspettata, una domenica mattina come tante mentre avevo la testa ovunque tranne che dove doveva essere. Lì per lì ci rimasi male, con l’orgoglio ferito che prontamente era partito all’assalto sibilando: “Ecco, bravo, l’ennesima figuraccia con i figli, bell’esempio di padre!”. Poi però, tentando di dissimulare come meglio potevo l’imbarazzo (naturalmente con pessimi risultati a giudicare dalle occhiatacce di vostra madre) è subentrato un sentimento di profonda gratitudine.

Ciò che era successo era un segno, piccolo magari, che nonostante i nostri limiti come genitori (e miei in particolare come padre) tutto ciò che negli anni avevamo seminato cercando di trasmettervi la fede, per qualche via misteriosa stava dando frutto. Poi, per carità, può pure darsi che tra qualche anno ci farete un pernacchio e ci ritroveremo io e mamma a pregare da soli; ma sapete, a me del futuro interessa fino a un certo punto. Preferisco vivere l’oggi. Per cui intanto lasciatemi godere questi momenti, poi sarà quel che Dio vuole.

La cosa più importante però è un’altra. Ed è che quella domanda che mi avete fatto quel giorno è stata come il classico fiocco di neve che scendendo giù per la montagna diventa una valanga. Voglio dire che nei giorni seguenti ho avuto come un flash, un’intuizione o se preferite un’ispirazione, dalla quale dopo oltre tre anni di lavoro tra peripezie varie, ripensamenti e battute d’arresto, è scaturito questo libro. Insomma, a un certo punto ho sentito forte l’esigenza di raccontarvi, di spiegarvi. Perché dovete sapere che dietro quella domanda c’è un qualcosa di preciso, che ha un nome e un cognome anche se non si tratta di una persona, ma di un evento, un fatto accaduto nella Chiesa tanti anni fa, tra il 1962 e il 1965, quando né papà né mamma erano ancora nati. Sto parlando del Concilio Vaticano II.

Ora è assai probabile che a voi queste tre parole non diranno assolutamente nulla e anzi vi sembreranno ostrogoto. E vi capisco. Ma tranquilli, se può consolarvi siete in buona compagnia; c’è ancora oggi un bel po’ di gente – non solo quelli di fuori che sarebbe il meno, dico gente di Chiesa – che il Concilio neanche sa cosa sia. O, peggio, sono fermamente convinti di sapere per filo e per segno non solo cosa abbia detto, ma soprattutto cosa il Concilio abbia significato per la Chiesa, il più delle volte prendendo sonore cantonate.

Io questo libro l’ho scritto per voi. A me interessa che voi sappiate che, se i vostri genitori sono ciò che sono, se la nostra famiglia è ciò che è e vive nel modo in cui vive, questo lo dobbiamo principalmente al Concilio Vaticano II e al modo in cui lo Spirito Santo si è adoperato per farlo arrivare nelle parrocchie, cioè a noi. Concilio che quindi dovete conoscere. Poi, intendiamoci, siete ancora molto giovani per cui pur avendolo pensato per voi non mi aspetto che vi sorbiate ora tutte le, ehm, oltre 700 pagine che compongono questo volume. Tanto più che pur essendomi sforzato di scriverlo in una forma, spero, accessibile a tutti, ci sono alcune parti necessariamente meno scorrevoli di altre, e in generale la materia trattata richiede un minimo di attenzione (a proposito: capisco che l’argomento potrebbe non essere di vostro gradimento, siccome però si dà il caso che io sia vostro padre mi farete la cortesia di farvelo piacere lo stesso, ok?). La cosa importante, però, è che sappiate cos’è stato il Concilio Vaticano II. Vedrete che non resterete delusi. Sarete anzi grati a Dio, come lo siamo noi, per avervi dato di vivere in questo tempo della Chiesa, il tempo del Vaticano II, appunto. Che lungi dall’aver esaurito la sua spinta è ancora attualissimo. Oggi più di ieri…

Un fatto è certo: anche a distanza di quasi sei decenni dalla sua conclusione, il Vaticano II continua ad essere criticato e strattonato da una parte e dall’altra. Un motivo in più, con buona pace di chi dice che è un argomento superato e che sono ben altri i problemi della Chiesa, per tornare a parlare del Concilio chiarendo una volta per tutte cosa è stato, cosa ha detto e cosa ha significato e significa per la Chiesa oggi in rapporto alla sua missione nel mondo…

Detto ciò, aggiungo solo qualche altra parola per spiegare come è fatto questo libro. L’ho pensato come una sorta di vademecum, una guida che possa aiutarvi ad avere almeno le coordinate essenziali per capire cosa è stato il Concilio Vaticano II.

Il volume si divide in tre parti. Nella prima vedremo qual era il contesto storico-sociale al tempo del Concilio e perché fu indetto. Dal rapido excursus che faremo emergerà come negli anni del Vaticano II stava nascendo un nuovo modello di società – che il filosofo Augusto Del Noce avrebbe definito società “opulenta” – che, pur essendo ancora formalmente cristiana già manifestava i segni di quella secolarizzazione che sarebbe poi esplosa nei decenni successivi, caratterizzata da una radicale irreligiosità cui farà da contraltare, in ambito ecclesiale, l’insorgere di un processo di perdita del sacro. A fronte di tale situazione da cui sarebbe scaturita una profonda crisi di fede, ecco l’ispirazione di Giovanni XXIII di indire un nuovo concilio che avrebbe recepito, dando loro nuovo impulso, le istanze di riforma che erano andate maturando già dalla fine del XIX secolo grazie al movimento biblico, liturgico, storico-patristico, ecc.

Nella seconda parte ci occuperemo invece di ciò che il Concilio ha realmente detto, ciò che faremo leggendo e analizzando i documenti principali, in particolare le quattro costituzioni… e le dichiarazioni Nostra aetate e Dignitatis humanae. Vi dico subito che questa è anche la parte che forse vi risulterà più ostica, oltre ad essere la più lunga occupando oltre la metà dell’intero volume; ho voluto però soffermarmi in maniera approfondita sui testi del Concilio perché sono essi i migliori interpreti di quel rinnovamento di cui tanto si è detto, spesso e volentieri a sproposito. In ogni caso, alla fine del viaggio attraverso i documenti conciliari che si concluderà con l’esame della portata filosofica del Concilio, troverete un capitolo non a caso dedicato ai “punti fermi” sul Vaticano II. In esso tireremo le somme sgombrando il terreno da equivoci e fraintendimenti, prima circa il senso della “pastoralità” del Concilio, poi a proposito della presunta “rottura”… attingendo ad un puntuale intervento dottrinale che ha definitivamente chiuso la questione; da ultimo, svolgeremo alcune considerazioni sul significato complessivo del Concilio e del rinnovamento che intese promuovere.

Nella terza e ultima parte parleremo di ciò che è accaduto dopo. Vedremo in particolare come negli anni successivi al Vaticano II due dinamiche distinte e separate – l’una esterna l’altra interna alla Chiesa – si siano incrociate scatenando una “tempesta perfetta” che ha investito fino al punto di quasi capovolgerla la barca di Pietro. In tale prospettiva dovremo soffermarci sul Sessantotto, sull’impatto che la rivoluzione sessuale ebbe sulla Chiesa e sulla errata lettura del Concilio promossa da ben precisi ambienti intra ed extra ecclesiali, che indirizzò negativamente la ricezione e l’attuazione del rinnovamento conciliare. Passeremo quindi in rassegna le molteplici ombre che in tal modo emersero, per poi vedere le luci del postconcilio, luci dovute alla promozione del rinnovamento conciliare rettamente inteso ad opera dei Pontefici che il Concilio lo vissero in prima persona, e ai movimenti e nuove comunità che lo Spirito Santo suscitò in vista proprio dell’attuazione del Vaticano II.

Infine, uno sguardo all’attualità. In quest’ultimo tratto del nostro percorso analizzeremo le principali dinamiche che connotano sia la società contemporanea, a partire dal controverso fenomeno del Transumanesimo, sia la Chiesa, attraversata da una situazione di crisi per certi aspetti senza precedenti, e che con la storica rinuncia di Benedetto XVI ha assunto anche una dimensione apocalittica. Crisi rispetto alla quale la cura non è fare marcia indietro tornando alla chiesa tridentina o vagheggiare un Vaticano III in vista di improbabili “aperture” che lasciano il tempo che trovano, bensì riprendere e attuare il Concilio Vaticano II. La cui missione – promuovere quel rinnovamento che, solo, può cambiare l’uomo e il mondo, ossia il ritorno a Cristo – fa tutt’uno con l’edificazione della Chiesa del futuro sotto forma di un “resto”, alla quale sono dedicate le pagine conclusive. Ecco, più o meno sono questi i punti di cui ci occuperemo…

Chiudo con un’avvertenza: …questo è un libro molto, ma molto politicamente scorretto, e in quanto tale divisivo, per usare proprio il lessico caro alla neolingua politically correct. E lo è perché sul Concilio come su tanti altri argomenti dice le cose come stanno, senza mezzi termini. Non, sia chiaro, per una sorta di anticonformismo di maniera tanto inutile e noioso quanto il conformismo, né per voler fare il bastian contrario a prescindere; il fatto, vedete, è che la verità – che esiste, eccome – impone che si chiamino le cose per nome. Naturalmente, proprio perché politicamente scorretto il libro darà fastidio a molti, fuori ma principalmente dentro la Chiesa…

D’altra parte, sono in buona compagnia. Se c’è stato infatti uno che più politicamente scorretto non si poteva sapete chi era? Avete presente quel Galileo che andava dicendo duemila anni fa, “Io sono la via, la verità e la vita”? Ecco proprio lui, Gesù di Nazareth. Tant’è che l’hanno messo su una croce (e ho citato solo una delle “scorrettezze” che disse, ma nei vangeli ne trovate quante ne volete). Come dite? Che il motivo per cui lo uccisero era perché diceva di essere Figlio di Dio? Appunto. Le due cose coincidono. Oggi poi ci metterebbero meno di un minuto a condannarlo con l’accusa di arroganza e saccenteria. E che dire di quell’altro, il precursore nonché suo cugino, Giovanni il Battista, che tanto era dialogante, tollerante e inclusivo che alla fine ci ha rimesso la testa? E non metaforicamente, ma alla lettera visto che lo decapitarono. Motivo? Per aver detto la verità in faccia a Erode, cioè che non poteva stare con sua cognata. Per non parlare di s. Paolo, che era un iracondo, o di s. Francesco d’Assisi, che aveva incaricato uno dei suoi frati di rifilare all’occorrenza qualche randellata alle teste calde della compagnia, o di s. Caterina da Siena e di quello che diceva a proposito… beh lo scoprirete più avanti; oppure ancora di s. Pio da Pietrelcina, che aveva un carattere tanto affabile che non si faceva troppi problemi nel prendere a male parole con annesso sganassone il malcapitato di turno.

L’elenco potrebbe continuare a lungo, ma mi fermo qua. Ciò che mi premeva sottolineare è che è la verità in quanto tale ad essere politicamente scorretta. Motivo per cui il mondo (e non solo) non la sopporta. Ma tant’è. Ce ne faremo una ragione. Buona lettura.

Luca Del Pozzo
Il Concilio Vaticano II spiegato ai miei figli
Cantagalli
720 pp
28 euro

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