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Teresa ha ottant’anni, quando entro nel suo appartamento popolare mi accoglie con sguardo cortese. La donna si muove con difficoltà, accompagnandosi con un piccolo deambulatore. Mi invita in cucina che, come nelle case di un tempo, è il luogo dell’incontro. C’è una sorta di dolcezza mista a rassegnazione sul suo volto. Non sono state molte, negli ultimi dieci anni, le visite che ha ricevuto. Qualche parente, un’amica di vecchia data e una delle due figlie. Con i vicini pochi contatti, lo stretto necessario, le riunioni di condominio, i problemi da risolvere, ma niente più. Teresa di fatto è sola con Alfredo, allettato da una demenza senile e un ictus.
Gli occhi di Teresa brillano ancora, ma dentro si palesa tutta la sua sofferenza. È il dolore di chi sente di dover portare un peso senza un conforto capace di sollevare. Forse basterebbe un po’ di attenzione, la presa in carico dei suoi acciacchi, l’abbraccio della sua solitudine. Ma Teresa deve reggere, dismettere la propria pretesa di...
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