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Ora anche Israele sa che il suo cielo non è più inviolabile

Di Giancarlo Giojelli
16 Ottobre 2024
Il drone di Hezbollah che ha "bucato" Iron Dome ha messo in allarme la Difesa israeliana. Cosa è successo e perché non si è riusciti a neutralizzarlo
Il sistema Iron Dome in azione, Nord Israele, 17 settembre 2024 (foto Ansa)
Il sistema Iron Dome in azione, Nord Israele, 17 settembre 2024 (foto Ansa)

È stato il colpo più duro per Israele sul fronte Nord. Un attacco aereo che ha ucciso quattro soldati e ne ha ferite decine. Erano riuniti in un mensa al sicuro nella base vicino ad Haifa. A Binyamina, 60 chilometri a Sud della frontiera con il Libano. Un obiettivo considerato inviolabile, difeso dai radar che sorvegliano tutto il territorio e dall’apparente inviolabile cupola di Iron Dome, il sistema di difesa antimissile che si aziona ogni volta che un oggetto considerato ostile o pericoloso compare nei cieli di Israele o si dirige verso il suo territorio.
Iron Dome è un sistema computerizzato: due missili intercettano l’obiettivo e lo abbattono in volo. Il sistema è programmato per calcolare anche il punto di caduta del missile nemico e, se è diretto in mare o verso una zona disabitata, non interviene. Non si possono sprecare missili e anche su questo hanno contato negli anni Hamas, la Jihad islamica, Hezbollah e tutta la costellazione del "fronte della resistenza": lanciare razzi ...

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