L’invio di bombe a grappolo all’Ucraina è «moralmente ripugnante»

Di Leone Grotti
13 Luglio 2023
Il New York Times critica la decisione dell'amministrazione Biden di fornire a Kiev gli ordigni banditi da 123 paesi nel 2008: «Provocheranno sofferenze ai civili per generazioni»
Bombe a grappolo in Ucraina

Bombe a grappolo in Ucraina

L’Ucraina ha certamente il diritto di difendersi sul proprio territorio con tutte le armi che ritiene opportune, «ma sta agli Stati Uniti decidere quali armi fornire». E le bombe a grappolo, da tutti i punti di vista, sono «moralmente ripugnanti». Così il board editoriale del New York Times critica la decisione dell’amministrazione Biden, annunciata venerdì, di inviare a Kiev bombe a grappolo per aumentare le chanche di successo della controffensiva.

Le bombe a grappolo faranno vittime civili

Come ha spiegato il presidente americano in un’intervista alla Cnn, l’Ucraina è a corto di munizioni da 155 mm per l’artiglieria e fino a quando la produzione occidentale non vedrà un’accelerazione, le bombe a grappolo potranno colmare il vuoto. Resta il fatto che le ragioni per cui 123 paesi del mondo, inclusa l’Italia, hanno messo al bando gli ordigni, definendo il loro utilizzo un crimine di guerra, adottando la convenzione sulle bombe a grappolo del 2008, sono ancora valide.

Ogni ordigno, infatti, contiene un gran numero di submunizioni, un quarto delle quali in media non esplode. Ecco perché l’Ucraina potrebbe ritrovarsi, al termine del conflitto, «con migliaia di piccole granate inesplose» che continueranno a far vittime civili, soprattutto bambini tentati di raccoglierle, per decenni a venire.

«Gli Usa non dovrebbero fornirle»

Secondo il Nyt, per quanto sia importante difendere la propria patria, «le bombe a grappolo non sono un’arma che un paese con l’influenza e la potenza degli Stati Uniti dovrebbe diffondere» a causa del «pericolo che rappresentano per la popolazione civile una volta terminato il conflitto».

Stati Uniti, Ucraina e Russia non hanno mai firmato la convenzione del 2008. Sia Kiev che Mosca hanno già utilizzato le bombe a grappolo nell’ultimo anno e mezzo di conflitto, uccidendo entrambe decine di civili, e l’esercito di Volodymyr Zelensky utilizza attualmente questi ordigni, che gli sono stati donati dalla Turchia.

«Chiara escalation del conflitto in Ucraina»

All’interno di una guerra già brutale, che ha spinto i paesi occidentali a varcare con rassegnazione tutte le linee rosse che erano state poste all’inizio del conflitto in termini di armamenti da fornire a Kiev, «l’invio di bombe a grappolo all’Ucraina rappresenta una chiara escalation del conflitto che è già diventato troppo brutale e distruttivo» ed è «sbagliato», ribadisce il Nyt.

Anche perché le bombe a grappolo «non daranno un vantaggio decisivo all’Ucraina», mentre «provocheranno sofferenze alla popolazione per molte generazioni a venire».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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