
«Gaffeur, seduttore, bugiardo»: all’estero non hanno mai capito il Cavaliere

Non lo hanno mai compreso da vivo, non ci hanno neanche provato ora che è morto. Dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dalla Francia alla Germania, passando per la Spagna, i giornali di destra e di sinistra non hanno potuto fare a meno di commentare la morte di Silvio Berlusconi e di rileggere la sua vita alla luce dei tanti scandali e intrighi che hanno caratterizzato la sua avventura personale e politica. Senza mai porsi, al di là di pregiudizi e moralismi, quella domanda che ha mosso l’intervista del 2003 al Cavaliere di Boris Johnson e Nicholas Farrell per lo Spectator (e ripubblicata ieri): «Il signor Berlusconi è nel complesso una forza per il bene dell’Italia, dell’Europa e del mondo»?
Berlusconi, il «proto Trump»
I principali quotidiani americani e inglesi, New York Times e Guardian su tutti, vedono in Berlusconi un «proto Trump», un «gaffeur», nel senso più dispregiativo del termine, un populista abile a sfuggire ai giudici e a «cambiare le leggi» ad hoc per farla franca. Un magnate dell’edilizia e dei media che, una volta sceso in politica, «ha minato le istituzioni del paese, comprese la stampa e la giustizia».
L’Economist, che ideò la storica copertina che mandò in brodo di giuggiole tutti gli avversari del Cavaliere, definendolo nel 2001 «unfit to lead Italy», salvo poi ricredersi nel 2018 lisciandolo come possibile «salvatore politico» del paese, ne sottolinea l’arte seduttoria.
Da vero showman, re delle televendite – è il concetto – Berlusconi ha ammaliato gli italiani per 30 anni, buggerandoli, convincendoli a votarlo nonostante il bunga bunga, le olgettine e le accuse di legami con la mafia.
Il pifferaio magico che ha «sedotto l’Italia»
Il Monde guarda il quattro volte presidente del Consiglio con la stessa lente: i successi con il Milan, la sua abilità comunicativa, la «discesa in campo» e il «contratto con gli italiani» hanno accecato i cittadini facendo dimenticare che la tanto sbandierata «rivoluzione liberale» non si è mai realizzata e che a spingerlo in politica erano soltanto i suoi interessi personali.
Berlusconi, insomma, è stato più uno scaltro pifferaio magico che un bravo politico.
I giornali tedeschi attaccano Berlusconi
Questa lettura a senso unico del fondatore di Forza Italia e del centrodestra italiano è sostenuta anche da El Pais in Spagna che, pur riconoscendogli lo status di «figura più influente degli ultimi 30 anni in Italia», definisce il cocktail di politica, sport e pubblicità di Berlusconi «una menzogna».
Altrettanto negativo Der Spiegel in Germania, secondo cui Berlusconi «ha sedotto e avvelenato il paese». Violento il tabloid Bild: «Come incorreggibile amico di Putin alla fine è morto dalla parte sbagliata della storia».
All’estero non hanno mai capito il Cavaliere
In un certo senso i giornali di mezzo mondo hanno descritto a parole quello che il 23 ottobre 2011 Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno riassunto con un sorrisetto ironico: di Berlusconi, come degli italiani in fondo, non ci si può fidare.
Un sorrisetto spesso giustificato dall’intemperanza del Cavaliere, come giustificate del resto sono anche tante delle critiche che gli vengono rivolte. E che però peccano di parzialità perché, da sole, non spiegano il motivo per cui gli italiani l’hanno votato e rivotato, nonostante tutto.
Farrell e Johnson sono tra i pochi, in quell’articolo sullo Spectator di 20 anni fa, ad averlo intuito. Erano volati in Sardegna per capire se, «nel complesso», Berlusconi fosse «una buona cosa» per la politica, per l’Italia e per l’Europa. E dopo una giornata funambolica passata con lui la risposta fu «inequivocabilmente sì».
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