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Il pensiero federalista ha una tradizione nobile, per quanto minoritaria, in Italia. Tanto che ciclicamente l’opinione pubblica italiana torna a discutere di federalismo. Tuttavia, questa tradizione fondata sulla disaggregazione dello Stato a favore di specifici territori che dovrebbero avere quasi piena autonomia politica e fiscale dal governo centrale, non c’entra quasi nulla con l’attuale decreto del governo a favore dell’autonomia regionale.
La riforma è un compromesso al ribasso, mediazione modesta tra una forza politica più regionalista nel voto che nella linea politica, la Lega, e due forze centraliste, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Si potrebbe obiettare che poco è meglio di niente se la si volesse vedere con ottimismo. È vero, ma, senza cambiare la Costituzione, al massimo si sposta qualche funzione amministrativa dal centro alle Regioni. Queste avranno qualche risorsa in più, ma la loro ragione istituzionale di certo non cambierà.
Cambiare la Carta
Fino a che non si arriv...
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