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Cari compagni, amici e bastardi di ogni genere e grado (attacco che so piacere tanto a una mia illustre ammiratrice, e quindi, inorgoglito, glielo dedico), quando leggerete queste poche sporche e inutili righe, l’Italia forse avrà un nuovo governo. Forse. Forse sarà un buon governo. Forse.
Mi piacerebbe che questo breve apologo lo leggeste prima delle elezioni, ma tant’è, ve lo ammollo lo stesso. La metafora calcistica, al solito, aiuta.
Prendiamo il caso della derelitta Juventus. Tutti danno addosso ad Allegri ed è naturale: l’allenatore è il colpevole perfetto. Al secondo posto i giocatori, flaccidi e banali, al di là delle mancanze del tecnico. Per fortuna sia allenatore che calciatori si possono cambiare. Quello che è più difficile, è cambiare i dirigenti che dovrebbero stare in cima alla lista nera.
Qualche esempio. Nel 2011 presero Conte che avviò la rinascita bianconera post-calciopoli, nel 2014 Allegri che gestì alla grande l’eredità contiana. Nel 2011 ingaggiarono Pi...
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