La surrogata influencer: «Ho partorito un figlio per una coppia conosciuta su Instagram»

Di Caterina Giojelli
09 Agosto 2022
Samantha Mathews, un pancione osannato e celebrato sui social, un bambino partorito e consegnato a degli estranei: «Non è stato difficile uscire dall'ospedale senza di lui»
Samantha Mathews con marito. L'influencer ha accettato di fare la surrogata per una coppia conosciuta sui social (foto dall'account Instagram wearedanandsam)
Samantha Mathews con marito. L'influencer ha accettato di fare la surrogata per una coppia conosciuta sui social (foto dall'account Instagram wearedanandsam)

«Oh my gosh! We did it»: il 27 luglio l’influencer americana Samantha Mathews ha dato alla luce un bambino, il terzo. Suo marito Dan era emozionatissimo, i suoi due figli più grandi, Canyon di 5 anni e Ember di 4 anni, hanno ricevuto dei regali, gli amici della coppia sono stati “super solidali” e si sono occupati dei piccoli mentre lei era in ospedale.

Per tutta la gravidanza Samantha ha mostrato ai suoi 440 mila followers il suo pancione nudo, scegliendo costumi, outfit e location più belle, spiagge con acque turchesi, deserti, città, impostando colonne sonore, jingle, improvvisando stacchetti e gag col marito armato di decine e decine siringhe di progesterone, organizzando la famiglia a baciare quel suo pancione sotto l’obiettivo, rendendo grazie in continuazione a Dio per averla resa partecipe della creazione, «permettere ai bambini di venire al mondo».

E il bambino?

Il suo pubblico l’ha seguita in questa nuova avventura, fuori e dentro ogni cornice del pancione, l’ha seguita ad ogni visita ginecologica, ecografia, ad ogni viaggio e in ogni diretta giornaliera, all’alba, al tramonto, su Instagram, su TikTok, su Youtube. E ora si prepara a seguire Sam e Dan nella loro nuova avventura, un giro di sei mesi in camper con Canyon e Ember.

E il bambino? «Sono contenta di non avere un bambino in questo momento, perché ho bisogno di riprendermi, di dormire, di stare con i miei figli e di esplorare la vita con loro», dice Samantha sorridendo. E il bambino? «Non ero adatta al ruolo della “mamma” e lo sapevo fin dall’inizio». E il bambino? «Non è stato neanche difficile uscire dall’ospedale senza di lui».

La surrogata assoldata su Instagram

Il 27 luglio la stellina dei social del Midwest Samantha Mathews ha dato alla luce un bambino, anzi un “surro babe” per una coppia di perfetti estranei conosciuta su Instagram. Una coppia di Manhattan che le ha dato 40 mila dollari per “far l’incubatrice” di un embrione concepito in vitro fino al parto e, va da sé, l’opportunità di registrare 6,5 milioni di visualizzazioni su TikTok spiegando perché desiderava fare la surrogata: «Siccome amo la gravidanza e abbastanza stranamente amo il travaglio, ho deciso: “Facciamolo per qualcun altro”».

Mathews ci aveva già provato pochi anni fa: si era offerta di aiutare una coppia conosciuta in un gruppo Facebook dedicato, ma l’accordo era “saltato” quando i due erano riusciti a concepire naturalmente una bambina. La donna aveva raccontato tutto online e così i committenti di Manhattan, dopo diversi tentativi falliti di avere un figlio naturalmente, avevano deciso di farsi avanti. «È davvero un miracolo, è come se i pianeti si fossero allineati», aveva squittito Mathews non appena l’embrione si era impiantato al primo tentativo.

«La consegna è stata fantastica»

Trentanove settimane di gravidanza, tre ore di travaglio, due spinte e migliaia di shooting, post, scatti e video a quel pancione dopo è nato quindi un bambino. E se nel mezzo ci siamo persi qualcosa («informazioni sui genitori intenzionali, ultrasuoni, qualsiasi altro fattore identificativo») «è perché ci è stato chiesto di non condividere queste informazioni e lo abbiamo rispettato!». La «consegna», ha spiegato su Youtube l’influencer, che assicura di non aver preso nemmeno una volta in braccio il bambino dopo il parto, «è stata fantastica, ed è stato fantastico condividere questo momento con voi ragazzi».

Ai loro figli biologici non è mai stato parlato di un fratellino o di una sorellina, ma a richiesta di informazioni sul pancione, è sempre stato detto che «la mamma stava aiutando delle persone ad avere un bambino», «i bambini sono resilienti, dopo il parto lo hanno visto con i genitori e hanno capito entrambi che ora era loro». Dopo aver scritto un diario per surrogate in vendita su Amazon, condiviso consigli sui regali da infilare in graziosi cestini da consegnare alle infermiere e ai genitori intenzionali, Mathews sta aggiornando i suoi account social spiegando come tirare, vendere o donare il latte materno.

Un pancione, un bambino, un prodotto “amazing”

Il 27 luglio, mamma Mathews, tutta sorrisi e fiocchi in testa, adorabili foto dei suoi viaggi in famiglia e delle ristrutturazioni per rendere più “amazing” qualunque abitazione, ha messo in vendita un altro prodotto sui social: un pancione da capitalizzare, abbronzare, idratare, fotografare, misurare in like di follower e inserzioni pubblicitarie più che in settimane e in centimetri, ma soprattutto, ha messo in vendita chi viveva in quel pancione, un bambino, ed è stata «una consegna fantastica».

Non è la prima né sarà l’ultima: se uno vuole un figlio ha il diritto di averlo, è la logica della società dei consumi, per cui sacro è il desiderio e un peccato il rinunciarvi. Ridotto il figlio a cosa, a esperienza cliccabile, a “dato” e pixel da condividere e consegnare ai social, tolti i filtri, la pellicola dei contratti, il miele versato sul pancione, la domanda però resta: quale donna, partorito un bambino, lo metterebbe in vendita bell’esposto nella vetrina di un negozio e quanti, al di là del vetro, starebbero ad applaudire col batticuore trovando la cosa «fantastica»?

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