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Una silenziosa madre

Di Marina Corradi
09 Settembre 2022
Massimo Calvi racconta il profondo, inestirpabile, muto legame con la montagna che vive in chi è nato e cresciuto fra pareti e cime
montagna

C’è un uomo in un paese di montagna che seduto davanti a casa fissa la parete davanti a sé. È vecchio ormai, sono i figli a metterlo al mattino esattamente nel punto che desidera. Da dove guarda la sua montagna, e la sua montagna lo guarda.
Chi passa, magari non ci fa caso. Semplicemente un vecchio assorto, davanti a casa sua. Ma nello sguardo dell’uomo c’è la memoria e la consapevolezza di una vita: «Ricordi? La mattina uscivi prestissimo, per guardare dove si sarebbero fatti largo i primi raggi, aspettare il risveglio della tua porzione di valle, riempirti i polmoni e trattenere il fiato contando i secondi».
È più che un’amicizia, è un patto fedele quello che lega il protagonista a quella parete. In L’uomo che guardava la montagna, di Massimo Calvi, giornalista di Avvenire, edizioni San Paolo, si racconta qualcosa di cui molti di noi, nati in montagna o condotti in vacanza da bambini sempre nella stessa valle, hanno esperienza. Il silenzioso rapporto con quella cima che ti ...

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