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Alla guerra del gas ci andiamo disarmati, novelli pacifisti pronti a mettere fiori nei cannoni di Putin, che poi sono i gasdotti. Davide Tabarelli, professore a contratto a Bologna e al Politecnico di Milano, ma soprattutto presidente e fondatore di Nomisma Energia, non nasconde la sua avversità a «certi ambientalisti che sembrano figli dei fiori», pronti a insegnarci come dovremmo produrre energia, convinti che basti ripetere il mantra delle rinnovabili per risolvere il problema. Non nasconde il fastidio, ma nemmeno il disincanto dinanzi a un piano “strutturale” annunciato dal governo Draghi per «raddoppiare le estrazioni di gas naturale in Italia». «Non è realistico», attacca.
Certo, «il tentativo è ovviamente condivisibile, ma è tardi per riparare il danno: siamo ai minimi storici nella produzione di gas naturale in Italia e nonostante la chiara necessità di correre ai ripari, dopo anni di inerzia e di cedimenti ai “no tutto”, l’esecutivo è costretto a muoversi in un cont...
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