
Contro il ddl Zan ha vinto la libertà

Caro direttore, mi è piaciuto molto il tuo articolo relativo alla straordinaria notizia dell’affossamento, in Senato, del ddl Zan, ad opera, per altro, di una non piccola maggioranza. In particolare, hai proprio ragione quando affermi che, malgrado la cultura imperante (ma lontana dal popolo vero, “dall’uomo comune” direbbe il grande Chesterton), alcune battaglie possono essere addirittura vinte quando si mette in moto un “movimento” che contrasti con intelligenza, con perspicacia e con generosi sacrifici l’orientamento ufficiale. Insomma, lottare per le cose giuste, non è mai “inutile”, come è stato imprudentemente detto alcuni anni fa (tanto, oramai, un certo “pensiero unico” si sarebbe già definitivamente imposto).
Scendere dal balcone
Vorrei dire i motivi per i quali una ragionevole e ragionata presenza di lotta non è mai inutile.
Innanzitutto non è inutile per ciascuno di noi personalmente, per la nostra crescita, per la nostra maturazione integrale, fisica e morale. “Scendere dal balcone” e stare con la gente e per le persone costituisce una indicazione educativa insopprimibile, che rende più credibile la nostra fede, allontanandola da una posizione indifferente e sostanzialmente bigotta.
La mia esperienza cristiana mi fa pensare che il Signore, oltre a chiederci se abbiamo dato acqua agli assetati, pane agli affamati e cura agli ammalati, ci chiederà anche se abbiamo voltato la testa di fronte ai tentativi di stravolgere i riferimenti antropologici e di libertà voluti dal Creatore. L’uomo nuovo nato dall’incontro con Cristo non può non investire tutte, proprio tutte, le circostanze che ciascuno di noi incontra, con un giudizio nuovo, secondo le famose dimensioni di cultura, carità e missione.
Carità e decisione
La battaglia per la verità e la giustizia non è inutile anche per la Chiesa e per tutte le comunità cristiane, che rischiano la totale irrilevanza se si chiudono in modo autoreferenziale nei propri oratori e nelle proprie parrocchie.
Gli eventi di questi giorni hanno dimostrato che quando la Chiesa si muove, secondo i suoi criteri di carità ma anche con decisione, ottiene significative corrispondenze nei cuori dei politici cattolici ed i cattolici ritrovano il gusto di stare e lottare insieme per questioni che attengono alla verità dell’uomo e della donna.
Ragioni di una scelta
Le battaglie pubbliche per la verità, poi, sono sempre utili per il bene comune di tutti perché costringono tutti ad andare a fondo delle ragioni di una scelta e di un voto.
Volevano far passare il ddl Zan nel silenzio dell’opinione pubblica, dopo averlo descritto per quello che non era: una opposizione nata dal basso ha impedito questa vergognosa operazione e rafforzato la coscienza di un intero popolo.
Cattolici adulti
Il Servo di Dio don Luigi Giussani ci ha insegnato il modo giusto di essere presenti anche nelle battaglie sociali. Ce lo ha ricordato il cardinal Ratzinger nella sua indimenticabile omelia durante il funerale del fondatore di Comunione e Liberazione, quando ha detto: «Questa centralità di Cristo nella sua vita gli ha dato anche il dono del discernimento, di decifrare in modo giusto i segni dei tempi in un tempo difficile, pieno di tentazioni e di errori, come sappiamo».
Cioè, per non ridurre le “battaglie” ad un proprio sforzo “moralistico” e a lungo andare improduttivo, occorre partire da Cristo, come ci ha ricordato, proprio in questi giorni, anche don Alberto Frigerio durante il funerale del nostro grande Gigi. Partire da Cristo e non dai propri pensieri (culturali o politici che siano), come mi pare tendano a fare coloro che hanno il coraggio di autodefinirsi “cattolici adulti”. Partire non da sé, ma dalla oggettiva appartenenza a Cristo, attraverso l’appartenenza ai Suoi amici. Partire da Cristo e dal suo popolo farebbe star meglio il mondo, affermando la verità di una vita più umana.
Libertà e verità
Permettimi un’ultima osservazione. Malgrado l’iter confuso (la politica ci ha abituati così) con cui si è arrivati allo stop del ddl Zan, la vera vincitrice di questa vicenda è la libertà, nel senso che se tale legge se fosse passata, avrebbe reso obbligatoria per tutti la cultura gender, secondo il metodo attuato da tutte le dittature.
In questo senso, la battaglia non è finita, perché la libertà ha bisogno del sostegno di un intero popolo, con il supporto di ogni presenza cattolica che ami libertà e verità.
Foto Ansa
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