La Cina usa le regole anti-Covid per debellare il “virus” del Natale

Di Leone Grotti
30 Dicembre 2020
Il rispetto di distanziamento e mascherine vale ormai solo per le chiese. Il governo dichiara una manciata di casi al giorno ma cancella per sicurezza le messe di Natale
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Da mesi la Cina guarda l’Europa e gli Stati Uniti con superiorità e si vanta di aver affrontato la pandemia con maggior rigore e di aver debellato il virus con maggior efficacia. Bar e ristoranti sono aperti, l’uso della mascherina, così come il distanziamento sociale, è consigliato ma non obbligatorio, non c’è coprifuoco, le discoteche e i gettonatissimi karaoke accolgono centinaia di clienti contemporaneamente. Eppure alcune regole per il coronavirus vengono imposte, e sono anche molto rigide se si considera che i nuovi casi che il paese di 1,4 miliardi di abitanti riporta non si contano neanche su due mani. Ma sono regole che servono a debellare un altro tipo di virus: quello del cristianesimo.

«FUORI IL NATALE DALLA CINA»

Il governo ha dapprima permesso manifestazioni di gruppi maoisti (rigorosamente senza mascherina) in diverse città, muniti di cartelli con la scritta: «Fuori il Natale dalla Cina» e «Opponete resistenza al Natale». Diverse università, come riportato da ChinaAid, hanno proibito agli studenti di uscire dai campus il 24 e il 25 dicembre, altre non hanno permesso l’acquisto e il consumo di mele. A causa dell’assonanza in cinese tra i termini “vigilia di Natale” e “mela”, infatti, in occasione della festa cristiana si usa regalare le “mele della pace”. Altri atenei ancora hanno chiesto agli alunni di cambiare le immagini del profilo di Wechat nel caso esse contengano simboli natalizi.

Non solo. Come dichiarato ad AsiaNews da sacerdoti provenienti da diverse parti della Cina, pesanti restrizioni sono state imposte alle celebrazioni natalizie. Nel nord del paese, rivela “padre Giovanni”, è stata cancellata la messa di mezzanotte ed è stata ridotto il numero dei fedeli ammessi in chiesa.

«VOGLIONO LE CHIESE VUOTE»

Anche in una parrocchia della Cina occidentale, come raccontato da Anna, la messa di mezzanotte è stata cancellata e durante la messa di Natale, nonostante fossero state prese tutte quelle misure (distanziamento, mascherina, misurazione della temperatura) che altrove non vengono più rispettate,

prima della fine «si è presentato il direttore dell’Ufficio per gli Affari religiosi. È piombato in chiesa senza mascherina e ha iniziato a dire che la distanza tra i fedeli era meno di un metro; che vi erano troppe persone; che domani sarebbero venuti dal municipio per il controllo, per dare direttive sul numero consentito di fedeli, e dare il permesso solo della messa al mattino presto». È poi andato via «raccomandando di ridurre il numero dei partecipanti, mantenere la distanza, fare attenzione alla protezione, ecc. In verità tutti sappiamo che l’epidemia è ormai divenuta un ottimo pretesto. A quanto pare, saranno contenti solo quando le chiese saranno tutte vuote».

MESSE CANCELLATE

Se in una parrocchia della Cina orientale sono state proibite le processioni, in altre due della Cina settentrionale sono state vietate tutte le celebrazioni e i fedeli hanno dovuto limitarsi a pregare in casa. Spiega padre Agostino: «Già qualche giorno prima del Natale, alcune parrocchie hanno ricevuto l’ammonimento e l’intimidazione da parte delle autorità, comunicando loro il divieto di festeggiare. In altre parti è addirittura venuta la polizia per controllare i movimenti della parrocchia; alcuni sacerdoti sono stati costretti a fuggire nella notte della Veglia. È una situazione molto imbarazzante». Il parrocco della parrocchia di Taihu, a Wuxi, nel Jiangsu, ha invece potuto celebrare la messa natalizia ma ha dovuto chiedere il permesso di otto diversi uffici.

Se il governo cinese ha davvero limitato le infezioni di Covid 19 in tutto il paese a una manciata di nuovi casi al giorno, non si capisce perché imponga regole così stringenti soltanto alle chiese. L’impressione è che per il regime comunista il virus più pericoloso da debellare resti sempre quello del cristianesimo.

@LeoneGrotti

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