
Obama “l’europeo” non riesce a tassare i ricchi. Bocciata la Buffett Rule
In America anche i democratici temono le politiche fiscali stataliste, sconosciute al Continente prima dell’elezione di Obama. Ieri, di fronte alla bocciatura al Congresso della Buffett Rule, la proposta di Obama per innalzare la tassazione sui redditi superiori al milione di dollari, anche un editorialista del New York Times ha tirato un sospiro di sollievo. Perché «se diventasse legge complicherebbe necessariamente il sistema fiscale e creerebbe nuove iniquità anziché diminuirle». Obama, però, ha puntato così tanto sulla Buffett Rule che l’ha sponsorizzata durante ogni suo intervento, mandando avanti su tv e giornali i paladini del motto: «Tassare i ricchi è un atto elementare di giustizia».
E così, anche se Obama ha comunque toccato le tasche della classe media, non usando la tassazione diretta ma attraverso politiche economiche indirette, i sondaggi dicono che molti si stanno facendo convincere da una politica fiscale fino a qualche anno fa sconosciuta negli Stati Uniti e molto simile a quella socialista europea, che accentra nelle mani dello Stato il potere che in America ha sempre avuto la società. Non tutti i democratici però sono d’accordo, come si capisce da un editoriale del Nyt: «Le tasse nel tempo si estenderanno a tutti» come accadde con la Fair Share Tax approvata nel 1969 per aggiustare gli squilibri. «Non li aggiustò. E così, con l’inflazione, la tassa che doveva essere applicata ai redditi pari a 1 milione passò a toccare quelli della classe media». Per quell’errore «oggi è più facilmente colpito da questa tassa chi guadagna dai 100 ai 200 mila dollari piuttosto che chi guadagna 1 milione».
La Buffett Rule però non è passata e i repubblicani, Mitt Romney in testa, hanno esultato perché si tratta di un punto segnato a proprio favore. Obama dal canto suo non ha alcuna intenzione di cambiare linea e continua a portare avanti la sua campagna e l’idea che si possa sanare il bilancio colpendo i più ricchi, come se questo non finisse poi per influire anche su tutti gli altri.
@frigeriobenedet
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