La generazione che non regge le parolacce e quella che resistette sotto le bombe

Dopo l’intervista a Claire Fox mi viene da pensare ai nati fra il 1926 e il 1929 sbalzati dalla guerra, a 16 anni, in uno dei posti meno consigliabili al mondo

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Ogni giorno se ne impara una nuova. Dall’intervista a Claire Fox sull’ultimo Tempi apprendiamo della “Snowflake-Generation”, la generazione “fiocco di neve”: ventenni americani e britannici incapaci di affrontare tutto ciò che si pone come problematico o che viene percepito come offensivo, solo perché contrasta con il loro modo di pensare, che poi è quello del mainstream. A queste animulae vagulae blandulae basta fargli “bu!” e chiamano subito la mamma, anzi, pardon, il “genitore 1” o il “genitore 2” – perché, Dio non voglia, se uno dice “mamma” fa poi piangere il compagno che magari c’ha solo due babbi biker che girano in Harley vestiti di cuoio e borchie.

Allora, perdonatemi, ma mi viene da pensare, per assonanza, a tutt’altra generazione di giovanetti. La “Flakhelfer-Generation”, la generazione degli ausiliari (Helfer) della contraerea (la micidiale Flak), i nati fra il 1926 e il 1929 sbalzati dalla guerra, quindicenni e sedicenni, volenti o nolenti, in uno dei posti meno consigliabili al mondo: le batterie antiaeree che dovevano contrastare le quotidiane incursioni di mille e più quadrimotori da bombardamento.

Parliamo ovviamente, prima di tutto, degli adolescenti tedeschi di allora. Ne voglio ricordare qualcuno, fra quelli sopravvissuti ai mitragliamenti dei cacciabombardieri: Hans-Dietrich Genscher (futuro ministro degli Esteri), Günter Grass (artista e scrittore), Jürgen Habermas (sociologo e filosofo), Dieter Hildebrandt (cabarettista), Niklas Luhmann (l’ideatore della teoria dei sistemi), Manfred Rommel (figlio del famoso generale e sindaco di Stoccarda), Walter Sedlmayr (attore), Wilhelm Volkert (storico), Paul Wunderlich (pittore e scultore) e infine un tale chiamato Joseph Aloisius Ratzinger. Il Papa e mio papà erano entrambi sedicenni in guerra, entrambi dalla parte sbagliata della storia, entrambi serventi all’antiaerea – mio padre su una nave. Ma non si contano i minorenni che facevano i mitraglieri di coda sui Lancaster inglesi: sopravvivevano in media a quattro missioni.

Ai bambini “fiocco di neve” dico: continuate pure a svenire se uno dice “negro” o “finocchio”. Neanche mio papà diceva mai parolacce. E pare che il futuro Papa sopportasse l’orrore dei mitragliamenti, componendo mentalmente poesie in greco. L’unica volta che ho sentito dire “cazzo” da mio padre è quando mi ha raccontato di quei “cazzi di razzi” da cinque pollici che i Bristol Beaufighter lanciavano, a salve di otto, contro il suo cacciatorpediniere. Quando non ti crivellavano con i loro quattro cannoncini Hispano e le sei mitragliatrici Browning, riducendo una giovane vita a qualcosa che dovrebbe fare forse più inorridire di una frase politicamente scorretta.

Foto Ansa

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5 commenti

  1. matteo

    Grazie, un capolavoro.
    Quello che per te è tuo padre, per me lo sono stati i nonni. In guerra per dovere, non per divertirsi. Mai una parolaccia, se mai un grugnito, uno sguardo in tralice. E son tornati dai lager. Altro che noi mezzeseghe da pc…

    1. giulia

      Quanto è vero! l’altro giorno a Voyager parlavano di persone dei secoli scorsi in prigione per 40 anni e che riuscivano a resistere perché sapevano che finché c’è vita c’è speranza; i carcerati nelle prigioni di oggi “leggermente” diverse dal passato se non hanno televisione, permessi premio, attività ricreative dopo qualche mese cadono già in depressione e dan di matto e vengono ricoverati in ospedale

  2. Menelik

    Tranquilli, che questa generazione ben poca strada farà.
    Speriamo solo che quando verrà l’avvicendamento, il jihadismo sia già stato sconfitto militarmente, altrimenti questi saranno sottomessi quasi senza colpo ferire: non avranno nemmeno il coraggio di uccidere un solo jihadista, se ce l’hanno a portata d’arma, probabilmente perché la vista dello schizzo di sangue gli dà disturbo.

  3. uber

    Magari non resistessero alle parolacce! Resistono solo a quelle che il pc indica come tali. Per il resto, le hanno sostituite completamente con le bestemmie, cioè con altri (lo ammettano o no) manifesti ideologici verbali.

  4. Fabio Pellizzoni

    A proposito di ridere, ti rileggi mai? Se non esistessi dovrebbero inventarti…

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