Iran. Al grido di «morte all’America», il Parlamento ostacola i colloqui sul nucleare

Di Redazione
22 Giugno 2015
I deputati hanno votato per proibire l'accesso agli inviati dell'Aiea ai siti militari e per impedire le interviste con gli scienziati, come previsto invece dagli accordi di aprile
Iran's President Hassan Rouhani waves to reporters at the conclusion of his press conference on the second anniversary of his election, in Tehran, Iran, Saturday, June 13, 2015. Rouhani said a final nuclear deal is "within reach" as Iran and world powers face a June 30 deadline for an agreement. Rouhani said Iran will allow inspections of its nuclear facilities but vowed that the Islamic republic won't allow its state "secrets" to be jeopardized under the cover of international inspections. A picture of the supreme leader Ayatollah Ali Khamenei hangs on the wall. (AP Photo/Ebrahim Noroozi)

Al grido di «Morte all’America», il Parlamento iraniano ha votato ieri per proibire l’accesso agli inviati dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) ai siti militari e per impedire le interviste con gli scienziati. Se verrà ratificata, la legge complicherà molto i dialoghi sul nucleare tra l’Iran e il gruppo del 5+1 (Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Russia, Cina e Germania), che dopo un primo accordo di massima raggiunto ad aprile, dovranno concludersi entro il 30 giugno.

CANCELLARE LE SANZIONI. La legge votata da 199 parlamentari su 213 chiede anche che un eventuale accordo preveda, il giorno dopo la stipula, la cancellazione di tutte le sanzioni contro Teheran. Ora tocca al Consiglio dei guardiani decidere se ratificarla o meno e ostacolare così i negoziati promossi dal presidente della Repubblica islamica Hassan Rohani.

MARCIA INDIETRO. Ad aprile, i negoziatori iraniani avevano garantito che gli ispettori internazionali avrebbero potuto avere accesso ai siti militari sotto stretta sorveglianza iraniana a particolari condizioni. L’obiettivo è verificare che Teheran mantenga davvero i patti e non arricchisca ulteriormente l’uranio per dotarsi di una bomba atomica. I negoziatori avevano anche acconsentito alle interviste degli scienziati nucleari iraniani, punto sul quale anche il leader supremo Ali Khamenei si era detto contrario.

LA RISPOSTA USA. Su questo punto, però, gli Stati Uniti non sembrano transigere. Il Dipartimento di Stato ha infatti rilasciato questo comunicato: «Tutte le parti sono consapevoli di ciò che è necessario per raggiungere un accordo finale, compresi accesso e trasparenza che rispettino la nostra linea di fondo. Altrimenti, non accetteremo alcun patto». Il limite per firmare l’accordo è il 30 giugno e nei prossimi giorni si capirà se l’Iran fa sul serio, cercando di mandare tutto all’aria, o se sta solo cercando di strappare condizioni più vantaggiose.

Foto Ansa/Ap

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1 commento

  1. SUSANNA ROLLI

    Ma ce ne vuole per far capire agli uomini che popolano la terra che siamo in un palla sospesa nel vuoto che gira perbene perbene, in una galassia tra le tante galassie che popolano lo spazio cosmico! Cioè metti che un bel dì al giramento di balle celeste non gli andasse di girare perbene per una frazione millesimo di secondo (?), sarebbe un bel guaio (un casino) per Iraniani ed Americani, con tutta la compagnia del sette e mezzo! Non temono nemmeno l’ingigantirsi del buco nero?

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