
Perché Obama continua a provocare Putin?

«Dovremmo liberarci dai nostri liberatori». Non ha mezzi termini Gianandrea Gaiani, direttore di analisidifesa.it ed editorialista per numerose testate giornalistiche. La Nato rafforza la sua presenza ai confini della Russia, e il presidente Vladimir Putin risponde con un piano di investimenti in campo missilistico. Chi minaccia chi? E cosa dovrebbe fare l’Europa?
Gaiani, come dovremmo affrontare, noi italiani ed europei, questa rinata contrapposizione tra Oriente e Occidente?
Per il Vecchio continente corre una spaccatura sempre più esasperata che vede, da un lato, l’Europa occidentale, che ha da anni solidi rapporti con la Russia, e dall’altro, angloamericani con l’Europa orientale che, al contrario, vedono i russi e Putin come fumo negli occhi. La posizione angloamericana si è fatta sentire soprattutto in Ucraina durante il “golpe di Maidan”, come io lo definisco, in cui hanno cercato di scavare ulteriormente il solco che separa l’Unione Europea dalla Russia.
Che interesse hanno gli Stati Uniti a dividere l’Unione europea da Mosca?
Da quando l’America è diventata un paese esportatore di energia, non ha fatto altro che rendere instabili tutti gli scenari in cui opera. Pensiamo al Medio oriente e alla Libia: gli Usa destabilizzano, con il nostro consenso più o meno esplicito, tutte le aree dove si producono gas e petrolio. Oro nero che a loro non serve più, ma a noi sì. Non possiamo classificarli solo come “fallimenti” dell’amministrazione Obama, è impossibile che siano tutti dei “casi isolati”; dietro c’è una visione strategica magari non lungimirante, ma sicuramente articolata. Alla fine è lo stesso Obama che gira per l’Europa dicendo che “la Russia è cattiva, il gas ve lo vendo io”, e pazienza se ce lo venderebbe ad un prezzo molto più alto di quello di Putin.
Se la politica estera di Obama può essere riletta in un modo più pragmatico, ai limiti della spregiudicatezza, che ruolo ricopre la Nato nel rinato duello Oriente – Occidente?
La Nato non è stata capace di vincere contro i talebani ma può essere utile per provocare la Russia in casa sua. Putin non ha alcun interesse ad invadere militarmente i paesi baltici, neppure ad annettersi Kiev, ma ha la piena consapevolezza che nessun paese europeo, tanto meno gli Stati Uniti, sia intenzionato a perdere un solo uomo per l’Ucraina. È una grande partita a poker fatta di rilanci continui con due grandi bluff di fondo: il rinnovato impegno militare americano nel Baltico (una sola brigata ancora da schierare) e la potenza offensiva russa, entrambi ridimensionabili al ribasso.
A chi conviene tenere sempre alto il livello della tensione in Europa?
Preso atto che nessuno in Europa come in Russia cerchi pretesti per una guerra, ad oggi le forze armate europee sono nettamente più avanzate di quelle russe. Le crescenti pressioni internazionali hanno però spinto la Russia ad un aumento delle spese militari (che sono, comunque, un sesto di quelle americane) che, unite alla morsa delle sanzioni commerciali e ad un prezzo del petrolio insostenibile per Mosca, nel lungo periodo tentano di stringere in una morsa l’economia russa. Tutto ciò risponde ad un unico disegno: spezzare gli interessi energetici che legavano una forte economia consumatrice di energia come quella europea, ad un paese produttore come la Russia.
Come pensa andrà a finire? Torneranno in auge vecchi ordini costituiti o assisteremo a un ridisegno delle strategie internazionali?
L’attuale strategia della tensione rischia di “allontanare le due sponde dell’Atlantico”, perché è innegabile che tra noi e gli Stati Uniti ci sia soprattutto una diversità di interessi, oltre che di visione. Appena il clamore dello show che è stato messo in piedi dall’Ucraina agli altri fronti caldi si attenuerà, ci renderemo conto di chi effettivamente stia mischiando le carte di questa estenuante partita.
Foto Putin Obama da Shutterstock
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27 commenti
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Forse il gas non e’l’unica motivazione.
La stessa cosa gli USA avevano fatto contro il serbo Milosevic
l’unico che nella ex Jugoslavia non voleva sott anche alloraostare ai piani imperialistici americani e
oso’ sfidarli difendendo il suo paese.
Per la cronaca nel febbraio 2015 Milosevic e ‘ stato definitivamente assolto dal Tribunale dell’Aja per totale
assenza di prove dalle passate accuse americane dii genocidio mentre ….udite udite…il tanto esaltato UCK e’stato condannato per crimini contro l’ umanita’ ( massacri di serbi in Kosovo
vendita di organi prelevati ai i serbi ai turchi…)
ma 5 mesi fa nessuno ne ha parlato.
Stranamente gli (l’) Hackers si accaniscono nel cancellare questo intervento, che riposto.
@Angelo_1
” Non voglio questo nell’acqua che si sposterà nel nostro stato nei prossimi giorni. Non c’è dubbio che ci saranno contaminazioni e versamenti”.
Molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici.
Ma molti sintomi indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con gli attuali modelli di produzione e di consumo. Perciò è diventato urgente e impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente, ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile.
Nel mondo c’è un livello esiguo di accesso alle energie pulite e rinnovabili. C’è ancora bisogno di sviluppare tecnologie adeguate di accumulazione. Tuttavia, in alcuni Paesi ci sono stati progressi che cominciano ad essere significativi, benché siano lontani dal raggiungere una proporzione importante. Ci sono stati anche alcuni investimenti in modalità di produzione e di trasporto che consumano meno energia e richiedono minore quantità di materie prime, come pure in modalità di costruzione o ristrutturazione di edifici che ne migliorino l’efficienza energetica.
Ma queste buone pratiche sono lontane dal diventare generali.
Il multinick che pratica in generale e in particolare la paranoia che lo subissa e non gli dà tregua fin dai nuckname che falsifica, invece, si dedica all’arte della fuga dalla realtà e dalle sue stesse farneticazioni, annacquando con fuffa reflua le bestialità che ha sbandierato ai quattro venti delle chiacchiere a tempo perso. L’ecologo verde-islamico non è più ridicolo del nazi-islamico che si presenta qui per un “occupy “Tempi.it” smistando quanto gli è commissionato dai siti e centrali islamiche cui ubbidisce caninamente. Ma il meglio il multinick paranoico lo dà quando abbaia: e mordere, si morde le cervella infiliggendogli i nickname contraffatti dei fantasmi suoi antagonisti – chi ha letto René Girard sa che il multinick soffre della sindrome mimetica che lo condanna alla stessa follia il cui modello clinico e”padre” è satana.
@I Sette Samuraider
In un video pubblicato su YouTube non molto tempo fa, l’agricoltore James Osborne ha utilizzato i suoi tre minuti davanti alla Commissione della Oil and Gas Conservation del Nebraska, lasciando tutti senza parole. Davanti ai membri dei sostenitori della fratturazione idraulica (o ‘fracking’), ha infatti offerto loro di bere l’acqua contaminata da questo metodo di estrazione petrolifero.per mostrare visivamente quello che i residui del fracking possono fare alla falda acquifera dello stato, versando un campione in diversi bicchieri contenenti una “miscela esclusiva privata” di additivi utilizzati per la fratturazione idraulica.
Il comitato sta tenendo udienze pubbliche sulla proposta di una compagnia petrolifera di inviare i residui del fracking di altri stati in Nebraska, dove sarebbero smaltiti in una immensa discarica a Sioux County. Secondo un rapporto, la Terex Energy Corp progetta di far passare fino a 10.000 barili al giorno di rsidui acquiferi carichi di sostanze chimiche per il Nebraska.
Osborne ha dichiarato rivolgendosi al comitato: “Chi si beve l’acqua?”, indicando il liquido contaminato. “Si o no?”, ha proseguito nel silenzio dei suoi interlocutori prima che una incaricata del Comitato ha fatto presente che non avrebbe risposto a nessuna domanda. “Oh non volete rispondere a nessuna domanda? Beh la mia risposta sarebbe no. Non voglio questo nell’acqua che si sposterà nel nostro stato nei prossimi giorni. Non c’è dubbio che ci saranno contaminazioni e versamenti”.
Il multinick continua cambiare discorso e identità. L’acqua inquinata fa male e inquinano pure gli idrocarburi: ah, che scoperta straordinaria! Non se n’era mai accorto nessuno! E i Paesi produttori di petrolio hanno tutto l’interesse a demonizzare le possibili alternative: e mettono in moto tutta la macchina propagandistica di cui dispongono, hacker troll multinick compresi.
Se i combustibili da scisto siano costosi, se siano, comunque, convenienti; se siano rischiosi, più o meno delle altre fonti di energia non rinnovabile, è una cosa: che ci sia chi specula – economicamente e politicamente – su questo e altro, è un altro discorso: e si sapeva anche questo. L’unica cosa che interessa al multinick filo-islamico, invece, è andare contro l’Occidente: e l’idea che l’Occidente possa liberarsi dalla dipendenza energetica dai Paesi arabi, è una cosa che atterrisce tutti i filo-islamici. E anche questo si sapeva: e il multinick paranoico lo prova.
Tanto per citare uno tra gli ormai numerosi episodi di inquinamento delle falde acquifere. Questo risale al novembre scorso.
Il vice direttore del Dipartimento per la protezione ambientale della California, Jason Marshall, dichiarò alla NBC Bay Area che alcuni funzionari statali avevano permesso alle compagnie petrolifere e del gas di pompare fino a 14 miliardi di litri (o 70 milioni di barili, che dir si voglia) di acqua inquinata dal fracking nelle falde acquifere «non esenti», ovvero quei bacini sotterranei che contengono “acqua di alta qualità”, che può essere usata da tutti per essere bevuta.
A inquinare il discorso è il multinick la cui testa gli va da una parte e dall’altra, pur di sfuggire alle questioi ce lui stesso ha posto e da cui non sa come uscire con le meningi indenni. A pretendere di parlare non da ecologi, ma da alto-strateghi di dimensione planetaria sono stati il re dei re dei troll multinick in alcune delle versioni di rerpetorio e altre di nuova produzione: “progetto euro-americano”… Cina e scisto… Russia e cappello in mano.
Siccome la ricerca di fonti energetiche alternative, tampone o a lungo periodo, è un’esigenza diffusa e la dipendenza dai Paesi produttori non riguarda solo i produttori di cappelli, ecco che il multinick paranoico scantona e stinge sul verde, ma non ambientalista, sul filo-islamico, a costo di tirare l’acqua del mulino del diavolo verde-dollaro dalle parti del – già demonizzato dai complottisti – regno dei Saud. Se si trovasse, finalmente!, un’alternativa definitiva al petrolio, i Paesi musulmani produttori e il mondo islamico potrebbero contare solo sulle riserve valutarie accumulate gazie all’Occidente e sui cammelli.
Tutta la politica dell’Opec a guida saudita, nell’ultimo periodo, era giocata puntando, sì, contro i nemici nell’area, con gli iraniani che lo stesso multinick paranoico ha riferito essere alla disperata ricerca di fonti petrolifere reperibili nella Penisola arabica: ma anche mirando a porre fine alle prospettive americane di autonomia sul piano energetico.
Perché la realtà, anche quella della politica internazionale, è più complicata degli schemi paranoici cari ai complottisti: che, proprio per questo, non ci arrivano a capirla, non ce la fanno a spiegarsela: e allora, svicolano sull’ecologia e sì, morte a Israele e agli ebrei – nel nome della Madonna di Maloula, siccome i complottisti paraoici sono, innanzi tutto e in tutto e per tutto, nazi-islamici.
scusa ma mi dici dove prende il gas Obama?
Certe cose mi incuriosiscono
Prego la Redazione di sbloccare il post che ho inviato ieri.
Grazie.
@Alfrerri
Per eseguire la trivellazione servono enormi quantità di acqua per spaccare le rocce. In un periodo in cui questo liquido sta diventando sempre più prezioso non è il massimo. Ma non è questo il problema più grave.
La produzione di combustibile deve preservare il pianeta e quindi anche non inquinare e rendere inutilizzabili le risorse primarie (cibo e acqua).
L’estrazione prevede la frammentazione delle rocce usando composti chimici.
Il rischio di questo procedimento è quello dell’inquinamento delle falde acquifere.
Negli USA molti cittadini sono mobilitati in tal senso anche perché si tratta del paese con la massima concentrazione di pozzi che utilizzano il fracking. C’è una potentissima organizzazione ambientalista in USA, Sierra Club, che ha scoperto che i cittadini della Pennsylvania che protestavano venivano schedati dall’azienda che si doveva occupare della sicurezza del territorio.
La questione è piuttosto seria perché la tecnologia del fracking è ormai applicata un po’ ovunque e migliaia di americani si sono rivolti all’EPA (Environmental Protection Agency) perché conduca una inchiesta sui rischi ambientali e sanitari. In particolare Sierra Club lamenta il fatto che non si conoscano gli additivi chimici che vengono sparati nel terreno per la frammentazione delle rocce e che le operazioni siano eseguite in un deserto di normative che tutelino ambiente e salute, cosa del resto abbastanza tipica dell’amministrazione americana.
Riguardo alla enorme quantità di acqua necessaria per il fracking, quell’acqua poi risale in superficie assieme al gas, inquinata dagli additivi chimici usati nell’operazione e quell’acqua inquina i terreni e giù giù fino alle falde. Insomma alla fine di ogni estrazione bisognerebbe bonificare il sito, cosa che non avviene affatto.
Nulla è più ridicolo e penoso che vedere il multinick paranoico sdoppiarsi dentro e fuori e sotto falso nome, come sempre, prendere a mistificare, come sempre fa, la realtà dei fatti e falsare, come sempre gli è fatto obbligo, i suoi stessi deliri, spostando il discorso, ma sempre in direzione de la Mecca. Così, dopo aver puntato su Piani e progetti “euro-americani”, ora, gli conviene tenersi sull’ambientalismo, dove l’aria fritta copre gli effluvi che promanano dalle balle di sterco che il multinick ha impilato sproloquiando di geo-politica.
Sull’estrazione dello shale gas le polemiche sono fortissime proprio negli U.S.A.:
– gli effetti ambientali dei metodi di estrazione sono oggetto di un dibattito pubblico;
– il vantaggio economico nel medio periodo è contestato e ogni violazione delle libertà civili viene perseguita a norma di legge, il sistema di garanzie non previene infallibilmente abusi da parte perfino delle agenzie statali,
– ma il liberalismo – con tutti i suoi limiti, certo; con tutte le sue storture, si capisce: la perfezione non è di questo mondo, ma venite a dire che le dittature medio orientali sono meglio, che in Iran e nella Siria di Assad c’è la democrazia! – tutela il cittadino dallo strapotere dello Stato.
I punti decisivi rimangono – fuori discussione e fuori dalla testa di chi, come il multinick, ha in testa le paranoie (islamizzazione dell’Occidente, distruzione di Israele, guerra! guerra! guerra! alla “triade diabolica”) che lo lacerano nell’intimo, tanto che deve credersi sempre qualche altro:
– la ricerca di fonti alternative al petrolio, che è un’esigenza strategica per il mondo intero;
– il petrolio, oggi, è importato perfino da Paesi fino a ieri esportatori, che “scoprono” il nucleare, che, del resto, gli è necessario per costruirsi l’atomica e con l’atomica contribuire, con l’aiuto della Russia e grazie alla Cina, alla stabilizzazione (buona, questa!) dell’area, alla pace nel mondo e alla guerra! guerra! guerra! di cui sopra;
– dipendere dal petrolio Russo e arabo – saudita: proprio saudita: cioè, di uno dei dei Paesi cui gli islamofili hanno dichiarato guerra! guerra! guerra! – significa, per noi Occidentali, in un mercato sempre più affollato in cui competere per un bene a disponibilità decrescente, comprare il petrolio a prezzi sempre più alti e perdipiù, esporsi al ricatto petrolifero più di quanto lo siamo oggi (ma questo, al re dei re dei troll islamofili, che ha più volte espresso l’odio per l’Occidente, non può che fare piacere);
– il multnick al servizio dell’islamizzazione armata, migratoria, finanziaria, petrolifera e demografica dell’Occidete non capisce nemmeno le balle che i suoi mandanti nell’Islamistan, più fasulli di lui, gli commissionano di spacciare anche qui: la politica estera degli Stati, con le sue alleanze, intese, scelte strategiche, non è come le teorie paranoiche che hanno in stessa e non gliele toglie nessuno, a meno di andare a Gaza a dire a quelli di Hamas che sono servi di Israele come il multinick ha sostenuto.
Ma non c’è bisogno di ripostare tutto quello cui il multinick e el sue controfiguracce non sono in grado di rispondere e da cui, dunque, si tengono compresibilmente alla larga. Ribadisco solo che quanti hanno sostituito il Sol dell’avvenire con la Mezzaluna del passato islamico quale guida verso La Mecca sono contenti così: e così, resteranno delusi, scornati e mazziati come e più di prima.
@Vera Lombardo
“strategia suicida in tutti i sensi se è vero che questi gas non hanno lo stesso quantitativo e potere qualitativo russo-cinese”
Hai sbagliato la definizione : si chiama TRUFFA. O, come dicono nella Città Eterna, SOLA..
Che poi sia una truffa intelligente questo è un altro discorso. Anche gli USA invecchiano…..
Vera Lombardo, che lei abbia sbagliato o no, non lo può stabilire certo un truffatore abituale professionale e “politico” fin dai nikcame che si intesta qual è il multinick paranoico, che qui si esibisce in uno dei suoi penosi trasformismi per sparare le corbellerie paranoiche che è condannato a diffondere senza potersene mai liberare.
Il progetto “euro – americano” di rimpiazzare nei mercati dell’Unione Europea il gas russo con quello americano è per sua natura destinato al fallimento, pieno di criticità.
La prima è che quella del gas di scisto o da argille che dir si voglia è sostanzialmente una bolla speculativa, una moda che impazza a Wall Street, e che come tutte le precedenti è prima o poi (più prima che poi) destinata a scoppiare dinanzi all’evidenza della sua poca concretezza. I giacimenti s’esauriscono in fretta rendendo così obbligatoria un’estrazione sempre più intensiva ed invasiva. Insomma, non è un gas per sempre: il rischio che scoppi la bolla e che i giacimenti s’impoveriscano è dietro l’angolo, ed il tutto potrebbe verificarsi prima ancora che siano pronti i necessari impianti di liquefazione e rigassificazione tra gli Stati Uniti e l’Europa, senza i quali il trasporto e lo stoccaggio dello “shale gas” è semplicemente impensabile.
Di conseguenza l’Europa potrebbe presto veder svanire il miraggio del gas di scisto americano (ed allo stesso gli Stati Uniti vedrebbero dissolversi la loro grande ambizione di trasformarsi da paese importatore a produttore di gas) ritrovandosi costretta a ritornare dalla Russia col cappello in mano.
Inoltre il gas di scisto, oltre a risultare due volte più costoso del gas russo per via delle tecniche estrattive e degli impianti di liquefazione e rigassificazione il cui costo ricadrebbe tutto sull’utenza europea, rispetto a questi ha pure un potere calorico ed energetico inferiore: cosa che renderebbe necessari consumi maggiori, con incrementi in termini di spesa ma anche d’emissioni.
Dopotutto se la Cina, che è il paese con la più alta disponibilità di gas di scisto al mondo e che ne estrae in grandi quantità, ha nonostante tutto preferito ricorrere al gas russo con quello che giustamente viene definito come l’accordo del secolo, un motivo c’è. A Pechino sono perfettamente consapevoli che il cosiddetto gas di scisto non è e non può essere una soluzione definitiva, ma bensì una soluzione tampone, qualcosa di temporaneo ed inaffidabile.
Il re dei re dei troll multinick non si rende neppure conto che i conti se li sanno fare perfino in America, che
– la ricerca di fonti alternative è un’esigenza strategica per il mondo intero;
– che, se dovessimo dipendere da Russi e arabi per il petrolio che sta finendo perfino in Iran o in Indonesia, che da Paese esportatore è diventato Paese importatore di petrolio, saremmmo costretti a comprare il petrolio sempe di più, non sempre di meno e noi Occidentali saremmo esposti al ricatto petroliferf più di quanto lo siamo oggi (ma qiesto, al re dei re dei troll islamofili, che ha più volte espresso l’odio per l’Occidente, non può che fare piacere);
– il multinick paranoico non è neppure in grado di capire che la Russia ha interesse a vendere il petrolio perchè non ha ancora una struttura industiale competitiva e ha tutto l’interesse a non dipendere da acquitentio come la CIna che le fonti petrolifere cercano di monopolizzarle ovunque e a qualunque prezzo –
-tanto, può sempre contare sugli euro fatti arivare illegalmente dall’italia,pe es., così come fa enmtare illegalmente cinesi e merci cinesi in Italia, per restare a noi;
– il mulltnick al servizio dell’islamizzazione armata, migratoria, finanziaria, petrolifera e demografica dell’Occidete non capisce eeno che le balle che i suoi mandanti nell’Islamistan gli commissionano di spacciare anche qui sono piàù fasulli di lui: la politica estera degli Stati, con le sue alleanze, intese, scelte strategiche, non è come le teorie paranoiche che hanno in stessa e non gliele toglie nessuno, a meno di andare a Gaza a dire a quelli di Hamas che sono servi di Israele come il multinick ha sostenuto;
– e nel caso, Paesi del Golfo, Arabia Saudita in primis e U.S.A., giocano a farsi le scarpe – è il caso dello shale gas e della politica al ribasso del prezzo del petrolio che i sauditi hanno imposto all’OPEC: come la Lega Mondiale Islamica, tacciat, dallo psicopatico che non sa nemmeno chi è lui e petnde di spiegare la politica internazionale e la storia del mondo con il pettegolezzo complottista -, come è inevitabile che sia, traendo quanti più vantaggi possibile gli uni dagli altri, ma senza dover subordinare in perpetuo i propri interessi a quelli altui.
Tutte le sciocchezze accumulate dal re dei re dei troll, il multinick paranoide, falsario e mistificatore che non sa andare d’accordo neppure con le identità digitali di cui si è equipaggiato per rifilare balle, non sa fare coesistere pacificamente dentro se stesso neppure i fantasmi con cui si identifica di volta in volta e non sa neppure mettere ordine fra le castronerie che assembla e mescola, non importano a lui più che a coloro ci sono destinate. Quanti hanno sostituito il Sol dell’avvenire con la Mezzaluna del passato islamico quale guida sono contenti così: e restenanno delusi, scornati e mazziati come e più di prima.
Inoltre la produzione del gas di scisto è altamente inquinante. In Polonia c’è ma la UE l’ha vietato. È tutta una bufala per togliere potere alla Russia, che invece rappresenta il verro mercato del futuro per l’Europa. La Russia ha bisogno di noi e noi di lei. Per Obama c’è poco posto, così imbroglia.
Sempre per A-, il multinick paranoico e falsario – Antonio, Angelo, Aurelio, Alberto, Alessandro92, Alessandro2… -, che è talmente cretino da non rendersi conto di avere fatto di qualche altro il suo idolo polemico adorato tanto da intestarselo quale uno dei suoi avatar ricorrenti, infila un’altra salva di banalità a beneficio delle assurdità che personifica moltiplicandone titolari e effetti destabilizzanti di se stesso.
“gli Usa destabilizzano, con il nostro consenso più o meno esplicito, tutte le aree dove si producono gas e petrolio”
Guarda caso gli hackers di turno, quelli che negano una destabilizzazione da parte USA nelle note aree di guerra, hanno censurato la messa in evidenza di questa frase.
Il muultinick paranoico vede hacker dove non ce ne sono: e si crede un altro, come sempre, perché altrimenti, se non copincolla e stravolge qualcosa o qualcuno, non si sente realizzato.
O siamo minacciati o siamo stupidi. Terzum non datur.
* Tertium
La guerra!, guerra! guerra! alla “triade diabolica” è una scelta obbligata solo per chi ha come articolo di fede, anzi, come dogma, il jihad: e a ruota, l’islamizzazione dell’Occidente.
Andea Gaiani veniva bersagliato da critiche di ogni genere da parte della Sinistra e degli islamici e dei loro amici, in occasione della I e II Guerra del Golfo: era un coro unanime a dargli addosso come esperto di strategie e studioso di questioni militari: come minimo, gli si dava del “servo degli americani. Ora, Gaiani dimostra che ha sempre espresso le sue opinioni e valutazioni, giuste o sbagliate, senza sottostare a “schiavismi”, a preconcetti in un senso o in un altro, a faziosità ideologiche che prescindono dai fatti o li negano, li confondono con le proprie ‘visioni’, ecc…
Questa libertà di giudizio vale per chiunque sia in buonafede: e quindi, della politica U.S.A., si condivida o meno, in tutto o in parte quello che Gaiani sostiene in questo caso, può essere critico senza, perciò, fare proprio l’armamentario nazi-islamico di cui è espressione psicotica il paranoico che si intesta e distorce i nickname altrui. Uno che ha trasformato una propria ossessione facendone parte della sua identità-fantasma, è un mentecatto che andrebbe curato in apposite strutture, invece di trovare ricovero qui.
Chiedo alla Redazione di rimuovere questo caso clinico che è un unicum nella storia della psicopatologia della vita internettiana.
Che dietro tutto questo casino ci fosse lo shale gas l’avevo capito da un pezzo.
Ed è un dato ormai palese a chi non ha gli occhi foderati di bufale, che solare ed eolico non ci liberano assolutamente dalla dipendenza dai combustibili fossili.
Forse le biomasse sarebbero più candidate, ma restano comunque lontano da una sostituzione totale.
Con l’uranio, anche lì avremmo dipendenza dall’estero, essendo l’Australia il primo produttore mondiale, ma anche il Kazakistan ne è ricchissimo e quello va fuori dal gruppo di potere “atlantico”.
E’ positivo che la Grecia cerchi l’appoggio di Putin per tentare di uscire dalla morsa debitoria della finanza europea, a torto o a ragione (secondo me non ha tutti i torti la Grecia, ma nemmeno tutte le ragioni, lo stesso dicasi per la CEE).
Ed è altrettanto positivo che molti est-europei per lo più ortodossi, Russi compresi, vivano da noi da lavoratori regolari con le loro famiglie e siano diventati parte integrante del tessuto produttivo e sociale italiano.
Tutti sti ragazzotti rivoluzionari da salotto e da tastiera, proprio non gli entra nel cervello, che con le loro pretese spennellate di diritti, non fanno altro che gli interessi delle lobby ultraliberiste neocoloniali del mercato globale, i cui interessi sono sempre loschi, anche quando hanno una patina di “bontà”.