
Le interviste in volo a Giovanni Paolo II
Il prossimo numero di Tempi, in edicola da giovedì 28 aprile, dedica la copertina a Giovanni Paolo II, in occasione della Sua beatificazione in programma il 1°maggio a Roma.
Nell’ansia di scrivere qualcosa su Giovanni Paolo II, molti hanno dimenticato di far parlare lui, il papa. Si poteva anche pensare che conoscessimo tutto quello che aveva scritto e detto. Ma invece non è così. C’è un archivio quasi sconosciuto che cela tesori preziosi. É quello della Radio Vaticana. L’emittente pontificia per mandato istituzionale registra ogni singola parola che il papa pronuncia in pubblico. E per pubblico non si intende solo quello delle grandi celebrazioni, degli incontri di massa, dei discorsi nelle piazze e dei viaggi. Pubblico è anche quello dei vescovi in pranzo privato al termine di un Sinodo, o durante un viaggio. Pubblico è anche quello dei giornalisti in volo con il papa verso un paese che riceverà la sua visita.
Oggi le registrazioni di questi eventi sono facilmente disponibili. Tecnologia e sete mediatica hanno reso più facile l’accesso a questi discorsi e pensieri del papa anche improvvisati. Ma proviamo a tornare al 1978, l’anno della elezione di papa Wojtyla. I giornalisti stessi non erano abituati a sentire il papa parlare direttamente con loro se non per brevi e formali saluti. Per registrare un audio servivano pesanti registratori a nastro, e per trasmettere ci volevano complicati collegamenti telefonici. E proprio in questa situazione un tecnico della Radio Vaticana inizia a registrare le interviste al volo che Giovanni Paolo II concede ai giornalisti che lo accompagnano nei viaggi. Ore e ore di registrazioni con la stampa di tutto il mondo che “assale” il papa con le domande più impensate. Un genere giornalistico nuovo, nato dalla faccia tosta di un americano che per primo chiede a Wojtyla in aereo: quando verrà a visitare gli Usa? E il papa risponde. Dice che è un viaggio importante, da fare di certo, c’è solo da scegliere la data.
Da lì parte tutto. Andando ad ascoltare le registrazioni gelosamente conservate dalla Radio Vaticana, si trova la linea geopolitica del pontificato di Giovanni Paolo II. E si impara soprattutto a conoscere l’uomo e il papa, il suo pensiero e i progetti del suo pontificato. E il suo vero rapporto con la stampa. Si è parlato molto del papa grande comunicatore, del suo patto con i media. Tutte cose verissime. Ma ascoltando il “botta e risposta” con i giornalisti in aereo si capisce che il gioco lo ha sempre guidato lui, il papa polacco che veniva da un mondo dove la stampa era imbavagliata. Giovanni Paolo II non amava farsi “tirare per la giacca”, e se parlava di povertà parlava di dottrina sociale. Se gli facevano una domanda sulla necessità della pace tirava in ballo Gesù, se gli chiedevano che aveva detto ad un uomo politico raccontava che era andato con il Vangelo in mano. A volte con onestà intellettuale, ma anche per prendere le distanze, rispondeva: non so.
Insomma Wojtyla era un santo non un santino. Il suo modo di essere papa non era né politico, né spiritualista. Era evangelico. E quindi realista. E per questo Giovanni Paolo II non aveva paura di parlare di qualunque argomento e con qualsiasi persona. Per conoscerlo bene queste conversazioni sono più preziose spesso dei discorsi ufficiali. Negli ultimi anni la malattia gli impediva dei veri incontri, ma chi volava con lui sapeva che poteva sempre salutarlo, magari anche solo per un attimo. Ma sapeva che non era semplice accondiscendenza, piuttosto un modo di dire grazie per il lavoro fatto. Se fatto onestamente. L’archivio della Radio Vaticana custodisce tutto questo. Queste conversazioni sono state pubblicate in “Compagni di Viaggio. Interviste al volo con Giovanni Paolo II” edito dalla Libreria editrice vaticana. Ci sono altre gemme nello scrigno della Radio Vaticana, come i discorsi che Wojtyla faceva a tavola con i vescovi. Speriamo di poterli leggere presto.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!