
Il Papa prega in moschea. Portando con sé il cardinale Ratzinger
Il Papa ha pregato in una moschea, ha pregato il suo Dio Gesù Cristo in un luogo che è il luogo della preghiera islamica. Non è stata certo la comunicazione nella preghiera una unità con la preghiera dei musulmani, rivolta a un Dio che non è il Padre di Gesù. Del resto il cardinale Ratzinger aveva partecipato al secondo colloquio di Assisi che sembrava però non approvare di cuore. Ma allora il punto delicato era appunto la pluralità di preghiere nel medesimo luogo. Che poteva creare il pericolo di quella che nel diritto canonico si chiama “comunicazione nelle cose sacre”, vietata ai cattolici perché conduce al sincretismo e alla confusione delle lingue. Il rischio di Assisi stava nel tipo di comunicazione che si creava nelle cose sacre, come se il Dio che tutti adoravano fosse lo stesso Dio per tutti, e come se Gesù Cristo non fosse per i cattolici l’unica via di salvezza.
Per cosa ha pregato oggi papa Ratzinger? Per la conversione dei musulmani? Non è nell’orizzonte del possibile, se la pensiamo riferita al cristianesimo. Avrà pregato perché si rivolgano alle vie di pace, cosa continuamente invocata nei suoi discorsi in Turchia. Non si può quindi accusarlo di aver cambiato posizione. Del resto, capisco il fascino di pregare in una moschea, un luogo in cui si adora un Dio che non è padre di Gesù ma è sempre il Dio della rivelazione biblica, anche se interamente separato dall’inclinazione verso l’uomo sino all’Incarnazione, il modo in cui il Dio di Israele è poi diventato il Dio cristiano. Nella moschea si sente il fascino della adorazione che manca al nostro comune sentire cristiano. E Ratzinger è capace di sentire il fascino di una comunità adorante. Si può però domandare al Papa: cosa penseranno i cristiani perseguitati in nome di Maometto?
Il sangue dei martiri non ispira la vendetta. Non so cosa penseranno i cristiani in Pakistan, dove un vescovo si è ucciso per portare l’accento sulla persecuzione dei cristiani messi a morte perché accusati di aver bestemmiato il Profeta. Ma anche la speranza di quei cristiani è che nell’islam prevalgano pensieri diversi dal fondamentalismo. Certo, Benedetto XVI non è il cardinale Ratzinger, ma non è affatto in contraddizione con lui. Il Papa ha la responsabilità della pace ed egualmente della libertà. Conciliare queste due cose non è sempre facile, ma non impossibile. E papa Benedetto è un uomo che può farlo e lo ha dimostrato. Al Qaeda lo condanna, ma il suo viaggio in Turchia è stato un atto di pace e di amore. Diciamo pure, che non guasta: anche un successo politico. [email protected]
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