Ebola. Oms: a novembre si rischia che il numero dei malati arrivi a diecimila a settimana

Di Redazione
27 Ottobre 2014
Mali. Dopo mille chilometri in autobus non ce l'ha fatta la piccola malata di due anni. Intanto a New York sono state allentate le misure sulla quarantena

Articolo tratto dall’Osservatore Romano – Allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sull’epidemia di ebola in Africa occidentale: a novembre, infatti potrebbero esserci picchi di diecimila malati a settimana, una cifra molto superiore alle previsione degli esperti. Finora, le vittime accertate della malattia di febbre emorragica sono 4.922, compresa la bambina di due anni morta due giorni fa in Mali, dove sono scattate le procedure di emergenza, rese difficili dal tragitto compiuto dalla piccola.

La bambina, originaria della Guinea, ha infatti viaggiato in autobus per più di mille chilometri prima di raggiungere l’ospedale di Kayes, nella parte occidentale del Mali, e nella traversata ha fatto tappa anche nella capitale, Bamako. Finora sono cinquanta le persone messe in quarantena, di cui una decina nella capitale, anche grazie all’intervento dei medici ed esperti del Centers for Disease Control and Prevention americano per coordinare le operazioni.

Sono proprio gli operatori internazionali, medici, infermieri ed esperti, che prestano aiuto in Africa occidentale a destare più preoccupazioni negli Stati Uniti, soprattutto dopo il primo caso registrato a New York, quello di Craig Spencer, un medico appena rientrato dalla Guinea, uno dei Paesi dell’Africa occidentale — assieme alla Sierra Leone e alla Liberia — più colpiti dal virus.

Pressato dall’amministrazione Obama, il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha annunciato ieri che allenterà le misure sulla quarantena imposta agli operatori sanitari che rientrano dai tre Paesi africani allo scalo Jfk. Iniziative che avevano sollevato violente polemiche. Secondo quanto riferisce il quotidiano «The New York Times», in base alle nuove regole, verrà permesso il rientro degli operatori sanitari che hanno avuto contatti con pazienti malati di ebola, ma saranno confinati e monitorati nelle proprie abitazioni per ventuno giorni.

Gli operatori sanitari saranno trasportati da un veicolo privato, organizzato dal dipartimento della Sanità o dal dipartimento locale. Durante la quarantena a casa ci saranno ogni giorno due visite non annunciate di funzionari locali, in coordinamento con gli ufficiali sanitari, per controllare le loro condizioni di salute e assicurarsi che l’individuo rispetti l’ordine dello Stato. Inoltre, in base alle nuove misure, se una persona rientra da una delle zone infettate senza sintomi e non ha mai avuto contatti diretti con malati di ebola, non ci sarà nessun periodo di confinamento. I funzionari potranno monitorare queste persone due volte al giorno per misurare la temperatura e altri sintomi fino al termine del periodo di confinamento.

La decisione di Cuomo porta lo Stato di New York più vicino alla linea dei protocolli federali e giunge nello stesso giorno della denuncia dell’infermiera Kaci Hickox la quale, di rientro dalla Sierra Leone al Jfk, ha lamentato il modo in cui è stata trattata dalle autorità aeroportuali, annunciando che avrebbe fatto ricorso per «grave violazione dei diritti civili e costituzionali». La donna ha denunciato di essere stata tenuta chiusa in una stanza per sette ore, al freddo e senza nulla da mangiare.

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2 commenti

  1. Ellas

    Non mi fido dell’OMS. Per me i morti sono anche maggiori. L’ebola non è qualcosa con cui scherzare: il caso del marburg del ’67 in Germania dovrebbe insegnare. E ci terrei a precisare che il virus marburg alla fine è diventato ebola. E pensare che fulminava le persone anche prima dell’ebola!

  2. LaOltreInCao

    Con 10.000 casi alla settimana é possibile anche avere 5.000 morti alla settimana. Terribile.
    Senza contare i problemi di confinamento…
    Quanto possa essere “importante” la denuncia della Hickox sul fatto di essere “stata tenuta chiusa in una stanza per sette ore, al freddo e senza nulla da mangiare” poi…

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