
Spagna, Rajoy ritira la legge sull’aborto perché manca «sufficiente consenso». Ma quel che manca veramente è il coraggio
Tratto dal blog di Giuliano Guzzo – La montagna, stavolta, non ha partorito neppure il topolino: l’ha abortito. Non è purtroppo una battuta bensì l’avvilente esito della Ley de Protección de la Vida del Concebido y los Derechos de la embarazada, il progetto di legge che, in Spagna, avrebbe dovuto rendere l’aborto procurato meno agevole e del quale, alla fine, non se ne farà nulla. La voce di un abbandono della contestata riforma era nell’aria da giorni, ma nelle scorse ore è arrivata la definitiva conferma del premier Mariano Rajoy, il quale, puntando il dito contro la mancanza di un «sufficiente consenso», ha spiegato di non poter «approvare una legge che sarà cambiata non appena arriva un nuovo governo». Già immaginiamo il sospiro di sollievo dei tanti paladini dell’abortismo, anche se il progetto in questione tutto era fuorché un divieto assoluto di aborto dal momento che prevedeva che, oltre la 22° settimana, si potesse abortire nel caso di malformazioni del feto incompatibili con la vita del feto stesso o nel caso di infermità estremamente gravi e incurabili del nascituro ma, a differenza della normativa precedente (2010), fissava come requisito il fatto che dette anomalie, per legittimare una richiesta d’aborto, dovessero per forza intaccare la salute della madre; il che, come insegna anche la prassi italiana, sarebbe stato tutt’altro che un argine invalicabile.
Benché fosse dunque davvero un topolino, l’aborto alla fine ha prevalso e dell’enfasi con la quale il ministro della Giustizia ispanico Alberto Ruiz-Gallardón ricordava che «la vita è un diritto inalienabile» non rimane che un ricordo. Tutto questo perché – come dice Rajoy – mancherebbe il «sufficiente consenso». Ora, a parte che se uno fosse davvero convinto (e il premier spagnolo, evidentemente, non lo è del tutto) che «la vita è un diritto inalienabile» farebbe approvare una legge anche a costo di salvare dall’aborto un solo bambino, l’aspetto drammatico è la sottolineatura sulla carenza del «sufficiente consenso». Intendiamoci: in democrazia è ovvio che i politici aspirino a preservare e magari ad incrementare il proprio seguito. Il punto è che, in questo caso, il governo spagnolo non era sul punto di varare una riforma sulle imposte, o sul mercato del lavoro o su altri temi pure rilevanti; no, in gioco c’era la concreta possibilità di ridurre il numero degli aborti, di salvare vite umane iniziando a colmare la voragine spaventosa fra il numero di figli concepiti e quello di coloro che riescono a vedere la luce. E’ tragico che una questione come l’aborto procurato venga tutt’ora trattata con tanta superficialità. Tragico, ma per nulla sorprendente. Veniamo infatti da anni, anzi decenni di letargo della ragione.
E i tanti mostri – e le tante mostruosità – di questi anni sono lì a confermare che si tratta di un sonno profondissimo e spesso, addolora dirlo, indirettamente incoraggiato da un cattolicesimo spento oppure vivissimo ma distratto, con lo sguardo altrove; il che, in termini concreti, produce lo stesso effetto: zero. Come se tutte quelle donne (sono centinaia anche in Italia) che ogni giorno si privano di una parte fondamentale del loro futuro e della loro vita – senza valutarne qui ragioni o motivi – non fossero espressioni di una povertà devastante e probabilmente anche peggiore di quella di chi fatica a mangiare ma almeno sa Chi pregare, Chi ringraziare e, soprattutto, in Chi sperare. Come se tutti quei figli che vengono rifiutati non fossero la prova agghiacciante che l’accoglienza, oltre che sulle nostre coste meridionali, l’accoglienza andrebbe praticata anche negli ospedali e negli ambulatori. Certo, è possibile che schierarsi contro l’aborto non attiri, tanto più oggi, particolari consensi. Ma alla fine – consenso o meno – il problema è un altro: il coraggio. E se manca il coraggio, e col coraggio il buon senso, neppure il più autorevole sondaggista convincerà il politico che lo può fare a reprimere l’aborto. Così tutto rimarrà come prima, con Paura ed Ingiustizia ancora al potere.
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43 commenti
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Approposito di coraggio.
Almeno abbiamo il coraggio di manifestare in piazza contro la legge 194; una legge che legalizza l’ omicidio e lo mette a carico dei cittadini, rendendoci complici.
Sabato 25 ottobre 2014, ore 15 p.zzale Cadorna MILANO: corteo per la vita e contro la legge 194.
http://www.no194.org
L’unità di coloro che si battono per la vita nascente è un altro target che sarebbe utile raggiungere. Basta protagonismi stizziti alla De Mattei, sempre alla ricerca del più “puro”.
Caspita, questa me l’ero persa!
Ho visto il sito, molto divertente.
Ottima idea, raccogliete 700.000 firme (perché c’è sempre una percentuale alta di firme invalidate) ed il referendum diventa obbligatorio. Però sbrigatevi, altrimenti le firme diventano più di 1.000.000
Meglio di no. L’opinione pubblica è ancora in mano a voi puzzoni. È una scelta a cui si arriverà solo dopo il lavorio di secoli di resipiscenza.
secoli?
OK!!!!
Avevo visto in Rajoy un debole. Ci avevo visto giusto.
Le riforme, quando sono giuste, si fanno anche se la gente non è d’accordo. In questo consiste il coraggio che dovrebbe contraddistinguere una guida.
Ma qua di guide non ce ne sono più.
Ci sono burocrati telegenici che amministrano la cosa pubblica senza uno straccio di ideale, o prospettiva.
Fa però ben sperare il fatto che il ministro della giustizia si sia dimesso, non essendo riuscito a portare avanti la riforma.
Sempre leggendo su quotidiani spagnoli, sembra che oltre a vasta opposizione popolare, non ci sia neanche consenso parlamentare, in quanto molti deputati PP, soprattutto donne, non avrebbero votato questa legge… un po’ come renzi che annuncia annuncia ma poi se marchionne o berluscoso non sono d’accordo torna subito indietro.
Il ministro ha colto l’occasione per dimettersi… prima di essere dimesso.
La sua popolarità, già scarsa all’inizio del mandato, era a livello inferiore a 2 su una scala da 0 a 10 (sempre fonte quotidiani spagnoli), con un progressivo e forte deterioramento proprio a causa di questa proposta di legge.
@Emanuele
Il problema è chi decide che sono giuste se il consenso non ha importanza.
Su certe cose non esiste consenso. Esiste la giustizia. La salvezza di un indifeso non vale nessun voto democratico contrario. Ricordi Socrate e la sua cicuta?
Ok allora chi decide quello che è giustizia e quello che non è giustizia?
….Allora visto che sono le donne a doversi occupare esclusivamente della contravvenzione o dell’astinenza in determinati giorni,…..
Errori della tastiera che cambia letteralmente le parole, mi scuso.
Tolto i casi di anomalie GRAVI le quali, grazie a Dio, sono una rarità rispetto al totale dei concepimenti, uno su tanti è malato seriamente, io mi chiedo: con tutti i mezzi anticoncezionali che ci sono oggigiorno a disposizione di tutti, una che avvia una gravidanza e poi, a bimbo sano, lo vuole fare fuori, non ha scusanti.
Vuol dire che l’ha data strafregandosene di tutto.
In un mese i giorni fecondi sono pochi, ed anche in quei giorni con qualche precauzione puoi quasi azzerare la possibilità di restare incinta.
Ci sono anche rapporti di tipo non vaginale, ma dico: ti prude proprio in quella manciatina di giorni e gli dai col vaginale penetrativo senza niente…….e poi ti lamenti e vai a piagnucolare che ti sei presa incinta, e poi lo vuoi ammazzare.
Caro Menelik, concordo che una gravidanza va pianificata e questo prevede l’uso di contraccettivi che mediamente, salvo casi singoli, risolve il problema di gravidanze indesiderate. Il problema della responsabilità ricreativa però non riguarda solo le donne, è troppo comodo dire proprio in quei tre giorni fecondi la doveva dare a destra e a manca. Ti ricordo che che le cose si fanno in due e la responsabilità di una gravidanza indesiderata ricade sempre su entrambi. Peccato però che poi l’onere e l’onta di sentirsi dire frasi di questo genere ricade sempre e solo sulle donne. Allora mio caro visto che sono le donne a diversamente occupare della contraccezione o dell’assistenza in determinati giorni, se la cosa non funziona è giusto che siano loro e solo loro a decidere se tenerlo o no quel figlio. Iniziamo invece a responsabilizzare voi maschietti anche sulla contraccezione intesa come possibilità di garantire una genitorialità responsabile a partire dai rapporto sessuali e vedrai come diminuiranno anche gli aborti visto che i figli saranno evolutive pianificati.
Filomena, Filomena… continui a volerti dimenticare che si tratta di “tenere o meno” non un pacco postale o un criceto ma UN BAMBINO. Ovvero un appartenente alla razza umana, del tipo homo sapiens, per intenderci. Da ciò scaturisce che:
a) tenerlo = farlo vivere;
b) non tenerlo = farlo morire.
Sorvolo sul fatto che far morire una persona umana, nella lingua italiana, si chiama omicidio.
Non mettermi in bocca cose che non ho scritto tanto meno pensato.
Un comportamento sessuale folle ha sempre due attori: lui e lei.
In ogni caso si può sempre rimediare alla cosa: nel mio paese una ragazzotta si prese incinta a sedici anni.
Si rivolsero al tribunale dei minori di Roma per avere il nulla osta per il matrimonio, adesso il figlio ha venti anni e sono ancora sposati.
Certo che se una la da al primo imbecille che gli capita a tiro, magari fuori da una discoteca quando è semi-incosciente per i bicchierini e le canne/pasticche…be’..cosa pretende?
Mi ha impressionato molto negativamente il servizio televisivo l’anno scorso in cui intervistavano alcuni adolescenti EMO, che spariscono di casa il venerdì e si presentano lunedi mattina dopo aver girato le disco di mezz’Italia, con i postumi di due giorni di sballo continuo, nella pressoché totale assenza dei genitori.
Una ragazzetta di queste confessava candidamente che aveva già fatto un paio di aborti, e non arrivava a diciott’anni.
Mentre la intervistavano un ragazzo del loro gruppo si è sentito male e gli intervistatori hanno chiamato l’ambulanza: overdose. Ma se l’è cavata.
Va be’, saranno casi estremi quelli, voglio ben sperare che la media delle donne che fanno aborto non sia come quella.
Però c’è anche quella gente lì: un capriccio, e fanno fuori il bambino che hanno in pancia.
io ho una proposta concreta: visto che quelli di tempi non riescono a concepire che uno possa non volere un bambino (perche’ non se lo puo’ permettere, perche’ non ha una stabilita’ sentimentale, etc etc) allora facciamo che l’aborto lo aboliamo, tutti I nascituri finiscono in un orfanotrofio e I cattolici sono obbligati a prendersene cura. Cosi siamo tutti contenti. Ci state? gente di tempi, vi va bene? oppure mi dovete obbligare a fare qualcosa che non voglio per il resto della mia vita?
Il bambino non è un pupazzo che si può mandare in discarica. E con la logica che tu vorresti imporre come punizione i nostri avi hanno popolato ed arrichito lEuropa.
Scusa Filippo, il bambino di cui si parla c’è, ESISTE, non è che uno non lo vuole come idea astratta, parliamo di un essere umano, nuovo ed irripetibile, che sta crescendo nella pancia della mamma !
Ma scusa, tu se non vuoi il capufficio, o non vuoi il vicino di casa, o non vuoi un parente, che fai, lo uccidi ?
E comunque, non è che i cattolici sarebbero obbligati prendersene cura, già lo fanno con i bambini che l’hanno scampata, grazie a loro. Io sarei dispostissima, come lo sono stata in passato, pur di salvare LA VITA a un bambino.
Se non lo volevi, perchè l’hai fatto? Sei stato obbligato?
Ma cosa cambia, potrei stancarmi di voler tirare su un figlio anche dopo un anno che è nato, però abbandonarlo è un reato (Abbandono di persone minori o incapaci art.591 del codice penale)…
A parte la legge, piaccia o no, concepire un figlio porta con sé responsabilità e fatica, ma fuggirle non renderà l’uomo più felice, anzi…
E il vostro atteggiamento è esattamente quello degli irresponsabili.
“Ley de Protección de la Vida del Concebido y los Derechos de la embarazada”.
Quando si dice lapsus… ho controllato su un paio di quotidiani spagnoli: c’è la maiuscola anche su Embarazada.
Occhio ai false friends. Non è imbarazzata in senso italiano.
Appunto!
Conosco decentemente lo spagnolo, quanto basta per lavorarci.
“embarazada” significa “incinta” ed usato senza “mujer” prende valore di sostantivo, come se fosse “l’incinta” e in italiano andrebbe tradotto con l’espressione “donna incinta” in quanto da noi questo aggettivo non viene mai sostantivato.
Notavo che nell’articolo, o nell’originale del blog, si riporta in corsivo il nome della legge nel suo originale spagnolo, ma mentre nell’originale la “Incinta” è in maiuscolo come il resto Legge Organica di Protezione del Concepito e Diritti dell’Incinta, il nostro livoroso articolista mostra con il suo lapsus di essere interessato si alla Protezione del Concepito, ma assai meno all’incinta (minuscolo).
A è proprio il concepito la parte debole. La donna ha perfino il potere di abortirlo.
Secondo me è giusto che sia andata così. Nessuna donna può essere costretta a portare avanti una gravidanza indesiderata.
Neppure dal fatto che uccidi un uomo?
Nessun uomo si è ancora formato, pertanto non puoi parlare di omicidio.
Un insieme di caratteri fisici non costituisce un uomo, manca l’individuo e la coscienza!
Perbacco che genialata! E dicci, sapientone, in quale periodo – prima o post parto – si forma la coscienza, ovvero quella cosa senza la quale non ci sarebbe un uomo ma un ammasso di cellule che pertanto saremmo legittimati a buttare nella monnezza?
La biologia non è dacccordo.
E volevo aggiungere: ma quando pensi queste solennità, te le rimediti o ti vengono così di botto? Non è che prima di pensarle bevi o annusi qualcosa di strano?
…non ha bisogno di bere o sniffare o fumare.
Lui prova odio per il cristianesimo, e odia i cristiani, dunque qualunque cosa noi sosteniamo, lui dirà sempre l’esatto contrario.
Non è preoccupante la cosa.
Recita slogan.
Ma io certe volte mi chiedo come cacchio fai a sparare certe fesserie senza provare vergogna, magari vantandotene addirittura.
Ma perfino i medici abortisti sanno che stanno eliminando un essere umano!
Loro lo fanno uguale, non gliene frega niente, ma lo sanno che uccidono un essere vivente della specie umana.
le riforme si fanno quando hai la maggioranza del consenso per farle. il divorzio e l’aborto l’hanno votato la maggioranza dei cittadini. i cattolici sono minoranza. è la democrazia. cerchiamo di chiederci le cause di tutto ciò (cioè di guardarci dentro, sia noi che preti, vescovi, cardinali e papi), invece di inveire sul politico di turno.
hai ragione, infatti in italia una maggioranza votò per la legge 40 (che vieta l’eterologa) ma in barba alla maggioranza la legge 40 viene ignorata. E’ la democrazia ??
una maggioranza in parlamento, non la maggioranza della popolazione italiana
Non è proprio così, tutti i governi legittimamente eletti in Europa legiferano su queste materie senza passare da referendum (basti pensare alle nozze gay in Francia o Regno Unito o all’eutanasia in Belgio e Olanda), per cui utilizzano solo l’autorità che gli deriva dalle elezioni senza tenere conto delle proteste che ricevono (basti pensare alle clamorose manifestazioni in Francia), per cui il governo spagnolo se fosse stato convinto della bontà della sua proposta di legge avrebbe potuta portarla avanti anche a dispetto della protesta di parte dell’opinione pubblica…
Quello che è mancato è appunto il coraggio e sicuramente calcoli politici di una parte del Partito Popolare.
Però è vero che le leggi abortiste in Italia e Spagna sono passate in momemti in cui era facile trovare consenso. Entrambe le opinioni pubbliche erano distratte e prpstrate dal terrorismo. In Italia nar e br, in Spagna Bin Laden. Oltre al influsso del 1968. La Chiesa deve certamemte domandarsi come ha educato i suoi fedeli negli anni 60 e 70 in cui coreeva dietro alle mode teologiche progressiste.
Chi pretende di vedere nella storia un unico flusso che va in una direzione predefinita deve prepararsi ad essere deluso.
Chi ha infatti mai detto che divorzio e aborto sono un progresso, che i cattolici sono sempre meno e che queste tendenze non si possono invertire?
Non c’è stata idea, tendenza o pulsione che non si sia invertita.
La maggioranza che non c’è ora ci sarà domani. Il cuore duro, che regna ora, sarà più morbido domani.
Un giorno – e spero di vederlo – tutto il mondo dirà che l’aborto è una barbarie. Allora si capirà quanto barbaro è stato chi fino a quel giorno ha asserito il contrario.