Deliri di onnipotenza

Di Tempi
04 Marzo 2004
La confusione è il sintomo della grave malattia che affligge la politica italiana

Federico Stella, “Quando l’azione civile tutela più del processo penale”, Corriere della Sera, 26 febbraio.
«I bond Cirio e Parmalat un merito ce l’hanno: hanno fatto scoprire che il processo civile – forme collettive di azioni di risarcimento davanti al giudice civile – può offrire, rispetto al processo penale, maggiori chances di tutela, quando sono in gioco gli interessi di un gran numero di persone».

Eugenio Scalfari, “I giudici, la politica e quelli del calcio”, La Repubblica, 29 febbraio.
«Il Milan comunque ha un proprietario che “stacca gli assegni” come dice lui; quindi non dovrebbe avere timori».

Mario Cervi, “Volemose male”, Il Giornale, 1 marzo.
«La Chiesa dovrebbe pertanto essere ridotta – secondo l’insegnamento dell’Umberto – in povertà, anzi, per usare parole sue, a piedi nudi, come un tempo usavano i frati degli ordini mendicanti. È stato spiegato infinite volte che Bossi deve dar segni di vitalità per non finire nel dimenticatoio. Ma c’è segno e segno».

Andrea Cangini, “Baget: Umberto è geniale. La Chiesa si è smarrita”, Il Giorno, 1 marzo.
Baget Bozzo, intervistato: «La Chiesa ha ormai smarrito il senso del sacro. È entrata a pieno titolo nella società dello spettacolo. E la messa in scena del Papa che parla in romanesco col prete, è solo l’ultimo esempio».

COMMENTO
La confusione è il sintomo della grave malattia che affligge la politica italiana: il delirio di onnipotenza. Così, Bossi si permette di rimproverare il Pap. Sembrerebbe opportuno e “giusto” che privati cittadini non abbiano remore a chiedere il risarcimento alle società finanziarie davanti al giudice: ma lo scopo verrà raggiunto? Il mercato e il lavoro terranno? Così, ad alcuni – per esempio a Scalfari – sembra dispiacere che Berlusconi possa aver salvato il Milan, sovvenzionandolo di tasca propria, perché Berlusconi è di destra, cioè l’immagine del capitalista tiranno.
Nel nostro paese ogni fatto è spunto per inutili discussioni politiche. La nostra sta diventando – paradossalmente, ma senza esagerazioni – una democrazia autarchica: troppi politici infatti, si atteggiano a regnanti, perché – evidentemente – garanti del popolo sembra loro troppo poco.
È così vero che in Italia la politica è tutto, che anche un prete – don Gianni Baget Bozzo – non rinuncia a sdrammatizzare le imperdonabili parole di Bossi, pur di non incrinare la stabilità attorno al suo Cavaliere. Roba da matti: l’unità non è in funzione del bene, ma del proprio schieramento.

In breve dalla stampa dal 23 febbraio al 1° marzo 2004

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.