
Mentre il popolo moriva di fame, il comunista Castro viveva come un qualsiasi Lupo di Wall Street
L’immagine di Fidel Castro che esce fuori dal libro di Juan Reinaldo Sánchez, sua ex guardia del corpo per 17 anni, non è esattamente quella che per anni ci è stata raccontata: un comunista tutto dedito al bene del pueblo. Anzi. A dar retta al suo gorilla, la sua sembra una vita più simile a quella di un qualsiasi Lupo di Wall Street. Uno di quelli contro cui si scagliava nelle sue lunghissime prediche anti-capitalistiche
LA VILLA E LA BARCA. In una biografia non autorizzata appena pubblicata in Francia (La vita nascosta di Fidel Castro, Edizioni Michel Lafon), Sánchez racconta che il líder maximo ha condotto la sua vita nel lusso, costringendo il popolo alla fame. In un ritratto impietoso e ricco di particolari, Castro è dipinto come un capitalista qualunque, proprietario di un’immensa villa a L’Avana provvista di pista da bowling, campo da basket, beauty-farm e centro medico personale. Una sorta di paradiso terrestre, di Eden, come un’altra sua residenza su un’isola privata che Castro raggiungeva a bordo di uno yacht super-lusso battezzato Aquarama II. Una barca costruita con legno proveniente dall’Angola e alimentata da quattro motori gentilmente offerti dal presidente sovietico Leonid Breznev. Lì, sull’isola di Cayo Piedra, Castro – circondato da delfini e allevamenti di tartarughe caraibiche – riceveva i suoi ospiti internazionali e personaggi del mondo della cultura come lo scrittore, da poco scomparso, Gabriel Garcia Marquez.
CHE NE PENSANO I COMPAGNI? «Quando Castro partiva sul suo yacht – scrive Sánchez – sedeva sempre in un’enorme poltrona di pelle nera, con in mano un bicchiere di Chivas Regal on the rocks, il suo drink preferito. E che dire della corte di donne che gli hanno dato 9 figli o dell’immenso immobile di sua proprietà all’Avana, con tanto di campo da bowling sul tetto, un altro da pallacanestro ai piani inferiori e un centro medico dotato di ogni equipaggiamento all’avanguardia? Senza parlare del bungalow con molo privato extra-lusso sulla costa o dei diamanti angolani che Fidel conserverebbe gelosamente nelle casse dei suoi sigari Cohiba. Che cosa ne pensano i compagni?».
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7 commenti
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Nel 2014 parlare ancora di comunismo mi sembra un poco anacronistico.. Comunque penso che l’unico comunista sia stato Gesù Cristo. Gli altri sono uomini ed in quanto tali preda di debolezze, tutti, alcuno escluso destra, sinistra o centro. Diverso e’ dire cosa stanno facendo dello Stato Sociale e chi si sforza di tutelare all’estero ed in Italia i più deboli e garantire a tutti i diritti elementari del vivere civile. Ecco spulciamo pure Castro..ma noi abbiamo avuto gente come Monti che sta a Castro come il diavolo all’acqua santa… Da non augurare ad alcun Paese..piuttosto preferivo Berlusconi, e dico uno sproposito.. ma considerando da chi era ed è stipendiato Mister Monti..Ecco loro hanno uno pseudo-comunismo ma noi siamo proprietà delle banche e lobby europee senza scrupoli. Con questa gente non ci possiamo più permettere di tollerare mafie e corrotti. Guardiamo a casa nostra, che non ci manca niente per meravigliarci!!!
Non so i compagni, ma si parla nell’articolo di doni di Breznew, morto nel 1982. Bene, dal 58 ultimo anno di batista agli anni 80 Cuba è passata da non avere assistenza sanitaria per tutti, al rapporto medico- abitante più basso dell’ intera america Stati uniti compresi, dall avere il 70 per cento di analfabetismo alla sua svomparsa con tassi altissimi di laureati. Dalla Miseria sotto batista al ” sacchetto assicurato ” ( una serie fi razoni alimentari ) che non è sicuramenteuna villa, ma imoedisce di morire di fame, cosa che accadeva sotto Batista. Le prigioni di batista erano piene di oppositori politici come quelle di
Castro, ma nessuno allora protestava, inoltre Castro fino a poco tempo fa ( ora non più) metteva in galera gli omosessuali dichiarati, pensate che santo! Non so se questo libro dice cose vere, ma un po Castro se l’è meritato, pensate ha anche accettato un vescovo vicino all’ Opus Dei dopo la visita di Giovanni Paolo secondo
Nulla di diverso da quanto facevano i pezzi grossi dell’apparato sovietico, o comunque i dittatori di tutto il mondo, particolarmente coloro che chiamano il loro paese” Repubblica Popolare Democratica di……” Sono l’inevitabile strascico dell’ideologia marxista-leninista, che corruttrice di per sé, viene ulteriormente corrotta dalla sete di potere e dalla debolezza umana. Eppure, particolarmente in Italia, stiamo ancora aspettando che la sinistra riconosca di avere inseguito per decenni un’utopia irrealizzabile non solo, ma sopratutto deleteria e criminale, ammettere finalmente di avere sbagliato ed entrare, finalmente, a far parte della socialdemocrazia. Vana speranza!
Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. (Luca 22, 24-7)
…com’era quella storia della fattoria di Orwell…
La domanda è retorica, i compagni non pensano. Pensare è attività per borghesi decadenti.