Perché difendo Israele

Di Giorgio Vittadini
06 Novembre 2003
Il sondaggio dell’Eurobarometro della Commissione Europea ha mostrato che gli europei condannano Israele

Il sondaggio dell’Eurobarometro della Commissione Europea ha mostrato che gli europei condannano Israele. Sono due le ipotesi entrambe preoccupanti più per la Comunità europea stessa che per Israele. La prima ipotesi è che il sondaggio non sia attendibile per le più svariate ragioni. In altre parole, poiché siamo convinti che chi ha fatto l’indagine non ignora gli elementari rudimenti del campionamento statistico, si spera fortemente che le risposte siano state un po’ “aggiustate”: non è difficile se si parte da preconcetti…
Tuttavia, la seconda ipotesi è ancora più inquietante. Se il sondaggio è vero, significa che gli europei vedono Israele come un nemico della pace più grande di Irak, Afghanistan e Corea del Nord, paesi dittatoriali o già devastati dalla guerra. Rispetto a queste opinioni, non basta dire, come dicono gli ambienti più vicini alla Commissione, che «è la gente a pensare in questo modo». Bisogna chiedersi da dove nasce questa posizione. Bisogna chiedersi perché questa Europa degli Stati sia così lontana da quella di Adenauer, Schumann e De Gasperi. Purtroppo l’opinione del sondaggio non è nuova, anche se non si pensava fosse così diffusa. Si avverte spesso, a livello di opinione pubblica europea, una posizione anti-occidentale, falsamente pacifista, che giustifica la violenza terroristica, le dittature bagnate di sangue e di genocidi di cristiani.
In effetti, purtroppo, c’è chi, nell’ambito dei paesi europei, finanzia con i fondi della cooperazione internazionale organizzazioni fiancheggiatrici del terrorismo e delle guerriglia, chi tra i paesi Europei non ha il coraggio di ritenere il terrorismo come un male assoluto da sconfiggere, chi ritiene Israele ancora un foruncolo da estirpare. Questi opinion leaders sono gli stessi che hanno generato questo sondaggio. Al contrario, proprio chi ha ritenute ingiuste entrambe le guerre in Irak (non solo la seconda, ma anche la prima) sa che terrorismo, kamikaze e tentativo di distruggere uno Stato democratico, non sono mai equivalenti alla condotta non condivisibile di Stati comunque democratici che tentano di difendere i loro cittadini.
Chi ritiene Israele il Paese più nemico della pace dimentica tante cose. Dimentica che siamo in guerra e che il nemico che vuole distruggere la nostra civiltà è il fondamentalismo islamico di cui AlQaeda è la punta dell’iceberg, un gruppo kamikaze non isolato ma sostenuto e finanziato da quegli stati che fomentano il genocidio religioso contro i cristiani (vedi il libro di Socci). Dimentica che se non ci fosse Israele sarebbe più difficile fronteggiare il terrorismo nel Mediterraneo e ovunque. Dimentica che Israele è, comunque, uno stato di diritto ove i cittadini hanno pagato a caro prezzo la loro libertà ed eleggono democraticamente i loro governanti. Dimentica che condividere la posizione del Papa, contestare sul piano politico molte scelte di Sharon, chiedere uno Stato per i palestinesi che conviva con Israele, volere Gerusalemme “città internazionale”, non significa accettare le mistificazioni girotondine, neomarxiste e antioccidentali. Dimentica soprattutto che gli ebrei sono nostri fratelli, accomunati da una tradizione giudaico-cristiana che li rende protagonisti della nostra stessa storia. Con buona pace di tutti, questa tradizione è il cuore di una speranza di libertà per tutto il mondo perché è soprattutto in essa e negli Stati nati da essa che la persona vale ancora qualcosa…

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