Pm anti Giornale e la telepatia di Rep.

Di Giorgio Vittadini
23 Ottobre 2003
Dai tempi di Renzo e dell’Azzeccagarbugli, del conte zio e delle grida manzoniane, non si può dire che la giustizia abbia sempre potuto essere simboleggiata da una bilancia perfettamente equilibrata

Dai tempi di Renzo e dell’Azzeccagarbugli, del conte zio e delle grida manzoniane, non si può dire che la giustizia abbia sempre potuto essere simboleggiata da una bilancia perfettamente equilibrata. A un imputato che si lamentava per l’iniquità del trattamento subìto qualche anno fa, un famoso magistrato rispose: «La giustizia è come l’influenza, c’è chi la prende e chi no. Lei l’ha presa». Un altro, ancora più deciso disse: «Questa è una rivoluzione e noi siamo gli attori. Ne tiri le conseguenze». In sintesi, succede quanto racconta Orwell ne La fattoria degli animali, dopo che i maiali (nel senso di suini, senza offesa per nessuno) avevano preso il potere: «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». Malafede? No, assoluta buona fede se si pensa a quanto insegnano certe ideologie mai tramontate, secondo cui alcuni sono a priori corrotti e altri sono a priori giusti. A proposito di certe questioni all’ordine del giorno oggi, possiamo solennemente annunciare da queste colonne che tale comportamento è giusto in quanto cela un segreto importantissimo: l’avvento del vero regno messianico. Succede infatti che un certo quotidiano commetta un reato unico in Italia, mai commesso prima. O meglio, si presume lo commetta: pubblica carte che dovrebbero essere coperte da segreto istruttorio. Subito si perquisisce il giornale e si manda l’avviso di garanzia al direttore. Si può dissentire da certi toni che sbattono per la prima volta in Italia il mostro in prima pagina, contravvenendo a quel fair play per cui mai è successo sui giornali italiani che un imputato sia menzionato prima della condanna definitiva. Tuttavia non si può che rimanere colpiti dalla solerzia di quei magistrati che, per nulla impreparati, alla prima violazione di questo reato mai commesso prima, intervengono con precisione e discrezione. Già, adesso si capisce finalmente perché in altri casi, solo apparentemente simili, la magistratura non era intervenuta. Non si trattava di violazione del segreto istruttorio, ma di capacità profetica di chi scriveva. Telepatia? No, possiamo rivelare che quelli che scrivevano erano veramente più uguali degli altri e meritavano veramente un trattamento di favore. Appartengono infatti a una razza eletta, dotata di intelligenza superiore, capace di leggere a distanza di chilometri fogli chiusi in casseforti. Sono i Visitors, creature di altri pianeti venuti in incognito sulla Terra per poter instaurare il Regno Messianico: come è possibile incriminarli? Non commettono reati, hanno semplicemente qualità superiori. Chi giudica si limita a dividere loro, buoni, dai cattivi… è forse per questo che tutta una parte politica italiana, quella che giustamente difende la democrazia contro ogni tentativo poliziesco, tace? Anche loro sanno. Chi scrive oggi è un cattivo, quelli erano Visitors!

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