
Amate la res-publica? Economy vi taglia le mani
Prendete una persona educata a pensare che la gente valga solo per quanto ti fa guadagnare; prendetene un’altra che crede che valga solo il potere; prendetene infine una che ritenga una pura copertura vivere un’ideale nella vita economica e sociale. A questo punto chiedete loro di descrivere alcuni personaggi della vita religiosa, civile e scientifica. Qual è l’esito? Don Bosco diverrebbe un imprenditore della formazione, un po’ losco perché trafficava con dei “poco di buono”; san Camillo de Lellis sarebbe descritto come un pericoloso imprenditore della sanità privata; Gandhi sarebbe il propagandista di un metodo di dimagrimento rapido; Newton, un perdigiorno che girava per giardini; Copernico, un visionario che non si occupava di niente di concreto, sempre con la testa tra le nuvole; i fondatori delle banche cattoliche all’inizio del secolo, degli yuppie che rubavano l’elemosina in chiesa per diventare ricchi. Non c’è niente da fare: il mediocre dà giudizi mediocri e se deve coprire il fatto che sta rubando la marmellata, lo fa senza quella finezza tipica del lestofante d’alto bordo. Ma più di tutto, si muove su un pregiudizio: che il desiderio di bene, di bello, di vero, appartenga solo a quella caricatura di San Francesco che va di moda oggi, un San Francesco ridotto a Vispa Teresa che saltella tra l’erbetta e che religione e fede, per garantirgli la purezza, devono tenere fuori da ogni interesse mondano. Ma cosa deve fare invece uno che, educato dall’esperienza cristiana a scoprire il valore unico e irripetibile di ogni singolo uomo, desidera aiutare a vendere il vino di Alcamo; a trovare lavoro anche a chi non ha la tripla tessera sindacale; ad aiutare a finanziare un giovane imprenditore ricco di idee, ma povero di mezzi; a far lavorare gli handicappati invece di intristirli in centri pubblici; a far studiare i poveri e i meritevoli, evitando di far subire loro insegnanti cinici, ideologici e delusi? Se migliaia di giovani e non giovani, pur con i loro errori, con il loro lavoro duro, con la loro amicizia pulita e alla luce del sole riescono a costruire qualcosa di diverso all’interno della società che metta a tema queste cose, come dobbiamo chiamare questo fenomeno? Si può discutere su tutto e il dibattito è sempre positivo, ma si pensava che fossero rimasti solo i trinariciuti di guareschiana memoria a ritenere confessori e santi, corruttori di coscienze. Adesso scopriamo che la rozzezza è pluralista e bipartisan. Chi volesse difendere i suoi intrallazzi e i suoi cadreghini dovrebbe evitare almeno di coinvolgere e far scendere al suo livello chi spende la vita gratuitamente educando la gente. Almeno Attila, mascalzone ma di gran classe, ebbe l’intelligenza di fermarsi di fronte a Leone Magno…
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