
Caro don Giuss
AUGURI per i tuoi bellissimi e benedettissimi 80 anni! Ti darò del tu perché da un po’ di tempo sei anche un po’ nella mia vita! Sono l’amica ebrea di tanti meravigliose persone che per merito tuo mi considerano come una sorella maggiore, che per merito del tuo irriducibile ottimismo, della tua positività, della tua bellezza interiore, affrontano la vita con il cuore dei bambini, con purezza e bontà e riescono a vivere con responsabilità e rispetto verso il mondo! Sono un’educatrice e vorrei augurarti, per questo compleanno cosi particolare, che tutti i semi meravigliosi dei fiori, delle piante rare, degli alberi, che sei stato scelto per spargere nel mondo, continuino a crescere, a germogliare, a dare il loro profumo, a donare i loro frutti, a far emozionare per la loro bellezza, a dare ombra e sollievo, cibo per l’anima e gioia! Che la strada che Lui ti ha insegnato a percorrere per darti la possibilità di iluminarla ai tuoi amati allievi, continui ad essere affollata, piena di luce e di colori che allietano i cuori!” «Infatti il giusto non vacillerà mai, sarà ricordato in eterno…» (salmo 112, v: 6). Con affetto
Angelica Calò Livné, educatrice, Kibbutz Sasa, Alta Galilea, Israele
LA MIA ESPERIENZA è quella di una povera donna del villaggio di Betania, dedita al lavoro e al sacrificio quotidiano. Sapevo che Dio aveva un progetto su di me, e un giorno mi ha mandato un bellissimo dono che non dimenticherò per il resto della mia vita: ha ascoltato le mie preghiere e mi ha dato un padre di nome don Giussani che ha rinnovato la mia vita dandomi una strada da percorrere, e un’amicizia ed un amore che non avevo mai conosciuto in vita mia. Attraverso gli occhi di don Giussani Gesù ha voluto darmi la speranza, e gliene sono davvero grata. Ogni giorno presso il Santo Sepolcro c’è una candela per don Giussani. Possa Dio illuminarlo sempre, poiché egli ha illuminato la mia vita. Al mio padre don Giussani, vorrei leggere, per il suo 80° compleanno, il salmo 92: «Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio. Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi, per annunziare quanto è retto il Signore: mia roccia, in Lui non c’è ingiustizia». Con amore e grande apprezzamento per la paternità di don Giussani, in Cristo
Samar Sahhar, Betania, Palestina
Non ti ho mai visto coi miei occhi, non ti ho mai parlato faccia a faccia, ma ti conosco come colui che Dio ha messo sulla mia strada quando sono arrivato come profugo al Cairo insieme a tanti altri. Sei stato il mio amico, un amico che parla con me attraverso i suoi libri. Nelle parole che hai scritto, nella scuola di comunità sotto la guida di padre Claudio Lurati, la nostra conoscenza di Gesù Cristo Nostro Signore sta diventando sempre più profonda. Com’è stupefacente questo Mistero che sta trasformando continuamente le nostre vite, questo Mistero che ha penetrato la traiettoria della storia! Sì, Cristo è la nostra casa. Sebbene ci siano stati momenti in cui ho dubitato, Lui mi ha sempre garantito di essere veramente la nostra casa. Egli ha fatto questo anche attraverso il Movimento che tu hai fondato, e in cui sono coinvolto. Tuo in Cristo.
Thiik Mou Giir, profugo sudanese, Il Cairo
Avere fede nella testimonianza recata da un uomo, Gesù, ed elaborare questa fede come esperienza popolare, unendo nella dialettica dell’Incarnazione il contatto mistico con il divino e la dispersione salvifica nell’esistenza. Se è questo che specialmente voleva, se è per questo che si è sentito voluto da Dio e dai ragazzi di Comunione e Liberazione nel suo apostolato, don Giussani l’ha ottenuto. E a ottant’anni può gioire per quella conquista di carità che, per noi laici e non credenti, è solo un’affermazione di libertà e volontà. Solo?
Giuliano Ferrara
in un tempo di grande confusione, in cui anche per i pastori della nostra Chiesa talvolta è difficile dare un chiaro giudizio sul valore della persona e la sua liberazione che viene da Dio, a me come a molti altri manca soprattutto una cosa: uomini che testimoniano la bellezza del cristianesimo e invitano a percorrere un cammino alla scoperta di Gesù Cristo e del proprio io. Per me questa persona è lei, caro don Giussani, senza di lei e il movimento di Comunione e Liberazione non saprei da dove prendere i criteri per decidere ciò che è giusto, vero e importante per me, per la mia famiglia e anche per il mio lavoro. La ringrazio, carissimo Don Giussani, di non essere diventato oggetto o strumento della mentalità e degli influssi dominanti. Indirettamente anche molti lettori del nostro giornale devono questa libertà – che è sempre minacciata e mai assoluta – al fondatore di Comunione e Liberazione. E questo significa moltissimo! Il mio augurio per il Suo ottantesimo compleanno lo unisco alla gratitudine per la speranza che mi ha trasmesso.
Guido Horst, direttore del giornale cattolico tedesco “Die Tagespost”, Würzburg, Germania
don giussani è un uomo che parla con verità al mio cuore. Mi porta il messaggio di Gesù come nessun altro ha mai fatto. Con la grandezza del suo cuore e della sua mente ha riunito tante persone in una maggiore profondità di vita. Anche se non l’ho mai incontrato personalmente e non ci ho mai parlato, nel mio cuore mi sono rivolta a lui e l’ho abbracciato, e lui mi ha completamente avvolto nel suo amore, specialmente attraverso le persone che ho incontrato e con cui ho fatto amicizia. Egli è apparso e ha catalizzato la mia attenzione, il mio amore e la mia dedizione. Vorrei ringraziarlo per tutto quello che ha fatto non solo per me, ma per tutti coloro con cui sono entrata in contatto. Vorrei anche dirgli: grazie dal profondo del cuore, perché grazie a te ho trovato in me qualcosa che non sapevo esistesse, affetto, amore, dedizione e soprattutto forza. Hai permesso che tante porte si aprissero per me, e sento questo come una grazia. Ti auguro un meraviglioso compleanno. Ti amo.
Sarah Emmons, estetista,
Evansville (Indiana, Usa)
sabasaija, taata omulungi. Nkwagaliza obulamu bungi, emyakata kinana emirara mumaso. (Padre di tutti gli uomini, buon padre, ti auguro lunga vita per altri 80 anni). Quando ti ho incontrato, don Gius, ho sentito come se la mia vita fosse appena iniziata. Un giorno ero proprio gasatissima e volevo dare la mia vita per te. Ti ho detto: «Io sono niente e non ho tante responsabilità; se ci stai, posso dare a te i miei ventisette anni e prendere io i tuoi settantaquattro». Mi hai guardata e mi hai risposto: «Si chiede anche l’impossibile». L’Uganda segnata dalla guerra, dalle malattie, dai conflitti, dalla povertà… credevo di non avere altre possibilità di esistere e così, incompiuta, ho gridato per la mia compiutezza. Mi sono sentita esistere quando ho incontrato un uomo che mi ha raggiunto parlandomi con un linguaggio umano: «Non piangere (tokaaba). La povertà, la malattia, la miseria non ti definiscono. Rose tokaaba, non piangere». Ho capito che la salvezza per me e per la mia terra è questa: un uomo che mi raggiunge parlando un linguaggio umano. Io che ero niente, che potevo essere persa, distrutta dal mio niente e dalla mia debolezza, di fronte a te don Gius, mi sono sentita ripresa, preferita, stimata nel mio desiderio, mi sono sentita unica. Grazie, taata omulungi.
Rose Busingye, infermiera, Kampala – Uganda
non l’ho mai incontrata personalmente, ma la scorsa estate ho avuto l’onore di conoscerla attraverso la bellezza e la positività del suo laico e affettuoso popolo del Meeting di Rimini. Riceva pertanto, caro don Giussani, in occasione del suo ottantesimo compleanno, un caloroso abbraccio da parte di questo vecchio anarco-socialista che la considera un autentico amico di noi laici, un grande patriarca dell’Italia operosa e, in mezzo a un mondo sempre più contrassegnato da disumanità, guerre, conformismi, un testimone di un’umanità, pace, libertà dell’altro mondo.
Grazie, monsignor Giussani!
Santo Versace
don giussani compie 80 anni: 80 anni ben spesi. La sua fecondità di sacerdote e di cristiano si vede nello straordinario movimento che ha raccolto attorno a sé, partendo dalle rovine del ’68. La sua impostazione di concentrare attorno alla figura di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, l’identità e la passione di quattro generazioni, se non di più, ha creato una delle forze più vitali della chiesa cattolica in Italia del nostro tempo. Si tratta di un carisma apostolico di grande forza che resiste all’usura del tempo.
Gianni Baget Bozzo
a colui che non ha mai cessato di ricordare al mondo attuale la presenza del Signore, maestro della storia. A colui che ha saputo comunicare alla generazione del materialismo l’altra dimensione della realtà. A colui che ha saputo risvegliare nei cuori induriti dal logorio della vita il vero senso dell’amicizia e dell’amore, i miei più sinceri auguri attraverso il Cuore Immacolato della Vergine Maria.
Mlle Jocelyne Khoueiry,
responsable du Centre
Jean Paul II , Jounieh – Libano
non so bene come rivolgermi a Lei, perché non la conosco personalmente, ma solo tramite alcuni amici che mi hanno raccontato di Lei e con i quali leggo e commento i Suoi libri. Sapere che nella Chiesa cattolica esiste una posizione come la Sua è stata per me un’esperienza importantissima. È come se, finalmente, tutte le mie sensazioni fossero diventate delle idee concrete, e quello che pensavo confusamente dentro di me improvvisamente avesse preso una certa forma, avesse trovato il suo posto in un “sistema”. Non so se questa mia percezione sia espressa esattamente, ma so che è importante per me come esperienza. Di solito non si pensa che le proprie emozioni e preoccupazioni interiori possano trovare un sostegno vero, soprattutto quando si è costretti ad accettare sempre le cose così come sono, gli avvenimenti così come si presentano. Per questo Lei è una delle persone più importanti della mia vita: non sono io che condivido le Sue idee, ma è Lei che ha condiviso le mie sensazioni. Con Lei condivido anche quel sentimento di attesa, che nella vita fa desiderare con tutto il cuore di essere liberi, per poter accettare qualcosa d’altro e di nuovo, e anche per accettare se stessi. Grazie di tutto, e so che ci incontreremo.
Artur LOMAKIN, 21 anni, designer, Mosca
della mia vita il canto, della mia anima il respiro, del mio mondo il Tu. L’amore a te ci spinge nel mar dell’Essere, c’inoltra nel rapporto con ogni uomo, ci porta ai piedi di Quei che volentier perdona. Auguri cari, don Gius.
Carmen Giussani, pubblicista, Madrid
Quando arrivai a Rimini nell’estate del 1997 cominciai a mettere a fuoco la grandezza della vita e dell’opera di don Giussani. Per un newyorkese scettico come me fu come se sopraggiungesse una luce ad illuminare cose vere in un modo nuovo. La nostra corrispondenza epistolare fu per me un’altra esperienza inedita: molto calorosa, intima e immediata nonostante non ci fossimo mai incontrati di persona. Per ragioni che non capisco pienamente, avevo fiducia in lui e mi sentivo attirato da quel rapporto a distanza che per me aveva un grande significato. Tuttavia l’immagine che avevo di lui nella mia mente, coincidente con la foto in bianco e nero di lui, giovane prete coi suoi discepoli negli anni Cinquanta, divenne per me più reale quando l’incontrai. Pensai: «Questo è l’uomo che si comunica agli altri e mi riempie di un appassionato desiderio di credere come lui crede. Questo è l’uomo che condivide gioia e appartenenza comunitaria con migliaia di persone». Non mi meraviglio che i miei amici di Cl diano tanta importanza a parole come “incontro” e “mistero” nelle loro vite. La loro vita è stata toccata – come la mia – da un uomo che, ne sono certo, descriverebbe semplicemente se stesso come un uomo di Dio. Con i migliori auguri a don Giussani per il suo compleanno.
David Horowitz, musicista, New York
le giungano dall’Australia i miei affettuosi e rispettosi auguri nel giorno dei Suoi 80 anni. Quest’anno ricorrono anche i 25 anni da quando io incontrai a Milano un gruppo di ragazzi che mi hanno accolto con vera amicizia e che allora mi accompagnarono sulla strada del matrimonio, nella chiesa della Medaglia Miracolosa (vicino, mi dicevano, a casa Sua). Da allora i miei molti amici di Comunione e Liberazione mi hanno seguito con paziente affetto, aspettando che venissero meno le mie resistenze all’abbraccio di questa amicizia che adesso mi dà la forma e il gusto del mio rapporto con tutto. So che anche Lei mi ha seguito da lontano e La ringrazio. Insieme agli amici australiani che stanno sperimentando il gusto di vita nuova che Lei ci indica, prego il nostro Signore e la Madonna ringraziandoli del dono del carisma che Lei esprime e chiedendo che continuino a darLe forza vigore e serenità. Happy Birthday!
John Kinder, Professore di Storia di Lingua Italiana University of Western Australia Perth, Australia
tanjobi omedeto gozaimasu (auguri)! In giapponese c’è un proverbio che dice «Isogaba maware» il cui significato è: attenzione che la via più sicura per arrivare alla meta può essere quella che ci sembra più lunga, più faticosa. Pensando al cammino che ho fatto io – ho conosciuto il suo carisma 17 anni fa – mi pare che questo sia proprio vero. Allora, senza molta coscienza, cercavo un senso per la mia vita e ho iniziato a seguire la proposta di Cl senza capire bene, ma adesso guardando il cammino che ho fatto, capisco che ho imparato a guardare oltre le cose immediate, oltre all’apparenza della realtà. Sono eternamente grata a te e voglio dirti che, se c’è della volontà del Signore, proseguirò in mezzo ai giapponesi questa strada che hai iniziato. Ti saluta tutta la comunità del Giappone.
Tomoko Sadahiro (Sako), governante
del Vescovo di Hiroshima, Hiroshima, Giappone
ho avuto la possibilità di parlare con mons. Luigi Giussani soltanto al telefono, ma ho vissuto la sua presenza attraverso ogni persona che ho incontrato in Comunione e Liberazione e attraverso i suoi scritti. Tale presenza ha prodotto in me una profonda trasformazione spirituale. Mi ha dato la possibilità di sviluppare vive e durevoli amicizie, nel significato che don Giussani dà a questa parola, con autentici cattolici, ricchi di spiritualità e di doni. Attraverso questi rapporti di amore ho fatto, poco per volta, l’esperienza di un vero perdono verso i cattolici, gli altri cristiani e le loro Chiese per tutto ciò che hanno fatto nei secoli al mio popolo nel nome di Gesù. Tale perdono ha prodotto nel mio cuore una ritrovata libertà e una personale risoluzione della storia; mi ha sollevato e ha cambiato interamente il mio modo di rapportarmi agli altri, liberandomi dal doloroso passato. Se il significato dell’esperienza di Cristo è questo, allora, pur restando ebreo e orgoglioso di esserlo ora e sempre, potete definirmi “cristiano”. Inoltre, non posso fare a meno di percepire la gente di don Giussani nello stesso modo in cui percepisco me stesso: non posso fare a meno di chiamarli “ebrei”.
Michael Shevack, rabbino, New York
quando ho incontrato il Movimento all’università di Cambridge 16 anni fa ero già un cattolico impegnato, grazie all’educazione che ho ricevuto dai miei genitori. A quel tempo la mia fede era in gran parte a livello razionale: mi era chiaro che dipendo da un Altro, che mi fa continuamente, ed è per questo che fui immediatamente colpito dal tuo libro Il senso religioso, in cui mostri che la fede è il compimento della ragione, e non il suo contrario. Tuttavia ho capito che l’insistenza sul livello razionale mi induceva soltanto alla ricerca e all’applicazione delle conseguenze etiche della fede. Tu mi ha mostrato, attraverso il nostro incontro personale e quello con gli amici che sono stati da Lei toccati, che la fede implica sia la ragione che l’affezione umana. Perciò la mia esperienza in questi anni è stata che Cristo è la risposta a tutta la mia umanità e mi permette di amare la mia vita nella sua totalità, i miei amici, i colleghi e il lavoro che devo fare: cioè tutto. Grazie per il tuo continuo “sì” a Cristo e per la tua paternità, che mi ha dato un gusto di vita nuovo e più autentico. Con gratitudine e affetto.
Chris Morgan, fiscalista, Londra
gli uomini si innamorano, e spesso la fedeltà è il debito vitalizio che si accollano in cambio della felicità imminente. Spesso finiscono insolventi, e la felicità torna in pena. Tu forse hai tenuto insieme dall’inizio innamoramento e fedeltà, la tempesta dolcissima che travolge e la lunga pazienza possente. Faccio tanti auguri ai tuoi ottant’anni, al tuo amore per la bellezza e al tuo pensiero dominante.
Adriano Sofri
il mio augurio di figlio per i tuoi 80 anni è un ringraziamento a Dio, alla Sua misericordia, perchè avendomi fatto incontrare te, mi ha dato tutto il necessario. Senza questo avvenimento della tua paternità la mia povera buona volonta di sposo, genitore ed educatore sarebbe rimasta triste e stroncata, tesa solo al futuro e col peso di una memoria nostalgica. Guardando il tuo volto e le tue parole ho incominciato a vedere che la domanda di vita che porta il mio cuore e vera, perchè in questo mondo prova già l’anticipo concreto del suo compimento. Perchè tu mi porti sempre di nuovo a riconoscere, nei fatti quotidiani e nel amicizia che sin dall’inizio mi hai offerto e che hai generato per accompagnarmi, che, veramente, il Verbo si e fatto carne ed abita in mezzo a noi. Adesso, con la tua testimonianza di che il Mistero è Carita, e che così Gesù mi guida e correge, incommincio a intuire la portata di un tuo gesto tante volte da te ripetuto nelle diverse circostanze della nostra storia. Nel primo incontro con te a Santa Fe, nel 1985 -“Come rischio di un lungo caminare”- mio figlio più piccolo, a pranzo, si era messo da parte, distante, solo e annoiato. Mentre noi parlavamo delle nostre cose da grandi, tu lo hai visto e chiamado, e hai raccomandato a un amico di portarlo accanto a te. Poi ti sei trattenuto con lui giocando a pallone. Quando sei partito per l’aeroporto lui è saltato in macchina in braccio a te. Questo e stato per lui l’avvenimento indimenticabile che oggi lo porta a scoprire le ragioni. Per me significa essere chiamato a rischiare in un nuovo rapporto, nei particolari, con tutto, contenuto nell’incontro con Cristo, che tu mi hai portato. La promessa certa e bella che mi hai consegnato nel rischio e nella domanda, mi fa verificare che la Sua misericordia, se mendicata, non ci abbandona mai. E che la vita, con te, e diventata continua occassione di stupore. Giuss ti amo e prego per la tua salute con tutta l’anima.
Aníbal Fornari, Professore universitario, Santa Fe – Argentina
quattro anni fa, alla fine di una assemblea di tre giorni per i responsabili del Movimento, venni a salutarti. Mi hai chiesto notizie sulla mia salute e io ti ho detto che non ero stata bene negli ultimi mesi e che ero triste perchè questo fatto non mi aveva permesso di fare tante cose che desideravo fare. Mi colpì che tu subito mi hai rimproverato con tenerezza per non averti detto nulla all’inizio dell’assemblea, perché, mi hai detto, «avrei vissuto questi giorni in un modo diverso, se avessi saputo della tua sofferenza». Poi hai aggiunto che non dovevo preoccuparmi di ciò che non riuscivo a fare, ma che dovevo solo preoccuparmi che i miei figli possano vedere il sorriso sul mio volto ogni volta che si alzano al mattino. Ogni incontro con te mi ha sempre provocato e cambiato in qualche modo, grazie al tuo sguardo pieno di stima e di misericordia per me. Un’ altra cosa straordinaria è stato il rendermi conto che la mia presenza è un avvenimento per te. Ricordo che durante un’altra visita rimasi così stupita di fronte alla tua gioia e alla tua gratitudine al vedermi che involontariamente mi venne da girarmi per verificare che non stavi parlando a qualcun altro! Grazie di tutto and a big Happy Birthday from all the Irish Community.
Margaret Murphy (Biondi), casalinga
non mi stanco mai di ripetere la mia gratitudine a te e al Signore che mi ha permesso di incontrarti, – e così incontrarLo – perché tu mi hai fatto capire quello che mi sembrava praticamente impossibile, cioè che la fede veramente incide su tutta la vita, e dunque mi hai fatto intuire che non c’è niente di più grande di Dio fatto uomo, di Cristo. Questo incontro con te mi ha dato una libertà impensabile. Dal primo momento in cui ti ho visto quel giorno, un attimo, quando mi hai detto «Ah sei tu, quello!» fissandomi con quei tuoi occhi penetranti e tenerissimi, ho sperimentato cos’è veramente la libertà, e cosa significa appartenere alla Chiesa: non per merito mio, potevo concepire tutta la mia vita in funzione di Cristo e della sua Chiesa. Con Cecilia e i nostri figli e amici pregherò la Madonna e i nostri santi e beati canadesi in modo particolare il 15 ottobre. Happy Birthday! Bonne fête!
John Zucchi, Docente di Storia moderna,
McGill University Montreal Canada
CI SIAMO INCONTRATI attraverso le tue parole e tante meravigliose persone che già ti conoscevano. In breve tempo sei diventato un faro per noi alla ricerca della nostra strada a Cristo. Possa Dio benedirti e darti una grande pace e contentezza in questo anniversario della tua nascita.
Stephen Lynch, presidente di una compagnia
assicurativa, Portland (Oregon, Usa)
in occasione del suo anniversario vorrei ringraziare Dio di tutto cuore per avermi dato la possibilità di incontrare nella mia vita Lei e i Suoi amici. Anche se non ci siamo mai incontrati personalmente, io La ritengo una delle persone a me più vicine e più care, perché nessuno quanto Lei ha influito sulla mia vita negli ultimi anni, sulle mie opinioni, sulla mia percezione di sé e del mondo che mi circonda. È come se avessi visto per la prima volta le persone intorno, di nuovo abbia imparato a credere, ad amare e a sperare, cioè tutto ciò senza il quale l’uomo inevitabilmente scivola nell’abisso dei dubbi, dello scetticismo, e alla fin fine della disperazione. Parlo di questo, perché è una condizione a me ben nota, e io non mi stanco di ringraziare Dio ogni giorno per non avermi lasciata sola e per avermi aiutato attraverso di Lei a capire tante cose, a guardare a me stessa con occhi nuovi e a provare un senso di libertà, quella libertà che si ha quando si capisce che c’è Qualcuno che ti ama sempre, che ti ama adesso e lo farà sempre. E dalla coscienza di un amore così grande il cuore si riempie di gioia, e gli occhi di lacrime di felicità. Vorrei dirla grazie per tante cose, don Giussani, ma la più importante è che Lei ha risposto alla chiamata del Signore, e in questo modo ha aiutato me e molti altri a sentire la Sua voce! Prego sempre per Lei.
Maria petcherkaja, 27 anni, ragioniera, Mosca
buon compleanno! Siamo membri del movimento di Cl in Russia, della piccola e antica città di Vladimir. Nel 1994 il nostro sacerdote, padre Stefano Caprio, ci ha raccontato del movimento, di Lei, e ci ha proposto di trovarci a fare la Scuola di Comunità. Da questo è nato tutto, è stato l’inizio di una vita nuova. Ciascuno di noi La ringrazia per la grandezza della sua anima. Sembrerebbe una cosa quasi banale: una persona condivide la propria esperienza di fede, eppure è una cosa così necessaria per noi, perché ciascuno nel profondo della sua anima sente che questa esperienza è anche la sua. E così la nostra esperienza si arricchisce continuamente. Nel nostro gruppo abbiamo provato di tutto: momenti di separazione dagli amici, di grandi delusioni, ma proprio grazie a Lei e a padre Stefano siamo riusciti a conservare la fedeltà alla Chiesa e alla comunità. Leggendo i Suoi libri, comunicando con i nostri amici, ci siamo arricchiti dell’esperienza del mondo intero. Lei ci conduce sulla via di Cristo. Insieme a Lei, don Giussani, noi creiamo la storia del mondo!
p. Corentin ntontas (32 anni, sacerdote), Kira ermolaeva (31, commerciante), Julia mospan (32, traduttrice), Roman tsyganov (18, studente),
Firmin tangning (27, studente), Catiet mimbwi (25, studente),
Nadezhda (23, segretaria), Tatjana kabanova (19, studente),
Shamil (22, disoccupato), Konstantin levitskij (38, psicologo),
Elena levitskij (36, insegnante) e altri, Vladimir, Russia
anch’io mi associo a chi Le porge gli auguri per i suoi 80 anni. Lei penserà: che titolo ha questo tale per rallegrarsi con me? Non ne ho, in effetti. Non ho ancora avuto il bene di poterLa incontrare e non sono buon lettore dei Suoi scritti, eppure la conosco attraverso quelli che la sentono come maestro, ed io voglio partecipare come posso a questo loro affetto. So che è un lettore di Libero, e ne sono onorato. Sono stato felice di ospitare di recente una Sua rara intervista. Parlava di Dio e del Mistero della Carità, rispondeva anche alla mia eterna questione sul perché Dio permetta, anzi abbia creato una natura tanto crudele, e non Le dirò che mi ha convinto, ma trattengo in me quelle Sue parole. Ho detto che non la conosco, ma ricordo una frase di Gesù: «L’albero si riconosce dai frutti». E i frutti del suo albero sono grandiosi, e attraverso di essi la conosco, e sono certo che la Sua vita è stata, è e sarà il più a lungo possibile utile, assai più della mia. Buon compleanno!
vittorio feltri
auguri, don Giussani. E grazie per i suoi intelligenti colpi di sferza che servono a ridimensionare la prosopopea di noialtri non credenti. Grazie. E grazie per il tirocinio al dubbio che ci costringe a ridiscutere le nostre certezze, a farci rivedere i nostri presupposti, a mettere alla prova l’ovvio e il banale che trasuda dai nostri discorsi.
Pierluigi Battista
auguri gius da quella studentessa seduta nell’ultima fila, treccine bionde, sguardo annoiato, si sta chiedendo cosa c’entrano quelle frecce che stai disegnando sulla lavagna, puntate verso una X, che tu chiami mistero, “ma cosa ci faccio qui!”. Auguri Gius da quella ragazzetta, treccine bionde, gonna lunga a fiorellini, che appena può viene a salutarti su per la scala G, e dalla studentessa, l’anno scolastico avanza e lei passa alla decima fila e poi alla prima, anche lei ha sempre avuto quelle domande di cui parli, l’esigenza di felicità, di giustizia e cerca una risposta, e la prendono un po’ in giro i suoi compagni perché lei rimane lì affascinata ad ascoltare i tuoi esempi, le poesie di Leopardi, i brani di Dostoevskij, il teatro di Claudel, che, dice, sembra di essere in un film. Auguri Gius da quella sposina squattrinata, le regali, mentre col suo sposino state andando al Santuario di Caravaggio, una spesa alla Cascina Rosina: «Il pollo glielo dia già pulito, perché non so se le donne d’oggi lo sanno ancora pulire». Auguri Gius da questo piccolo principino, teppistello di un anno che gira intorno alle gambe del tavolo, cercando di attirare la mia attenzione, figlio di quella studentessa, di quella ragazzetta, sesto figlio di quella sposina, non più treccine bionde, non più sguardo annoiato, frutto di un albero da te voluto, curato, amato. Grazie e tanti auguri Gius per il tuo ottantesimo compleanno.
Annalena Valenti, pubblicista, Monza, Italia
quando ho cominciato a fare la giornalista, ho subito capito che la classica educazione cattolica non mi bastava per affrontare il quotidiano. Nelle mie “battaglie informative” mi trovavo a disagio: volevo dare “le ragioni della mia speranza”, ma mi mancavano gli argomenti… Incontrando don Gius ho capito che non è cosi. Lui ci insegna, senza sosta, che la fede risponde alle esigenze della ragione e che aderire a Cristo – avvenimento presente nel reale – rende la vita di ogni giorno molto più affascinante e vera. Grazie, caro don Gius. La tua passione per il reale è il segno più grande dove verifico la tua paternità verso di me. Ringrazio continuamente Dio per la tua vita e chiedo specialmente alla Madonna di Fátima l’abbondanza del Suo sostegno e protezione.
Aura Miguel, Giornalista (vaticanista) di Rádio Renascença, Lisbona Portogallo
negli anni della sua vita che mi appariva un albero in lontananza, mi è apparso un tronco robusto, ricco di rami, di foglie, di vitalità. Non la conosco di persona, non sono cattolico, non sto nella terra su cui è piantato quell’albero, ma qualche frutto dei suoi rami l’ho colto anch’io, l’ho assaggiato e devo dire che era buono. Ottimo. Auguri vivissimi
Paolo Mieli
buon compleanno al vecchio sacerdote che pensavamo di avere sconfitto nel Sessantotto e invece torna continuamente a riproporsi fra noi col linguaggio misteriosamente efficace della fede, sempre lei, sempre la stessa, per giunta strizzandoci l’occhio anche se noi stentiamo a comprendere quel che vorrebbe dirci. Davvero dei suoi libri capisco poco, stupisco del fascino che esercita sui miei amici ciellini, gente in gamba, pure maliziosi, tutt’altro che ingenui. Avverto che mi ha sconfitto volendomi bene, che insiste perfino sulle radici che ci accomunano… è un irriducibile, chissà se vuole convertirmi. Intanto però con i suoi discepoli lavoro, scherzo e litigo volentieri. Sforzandoci insieme di oltrepassare il futile, alla ricerca di senso. Auguri, misterioso don Giussani.
Gad Lerner
alla vigilia del tuo 80° compleanno, ricordo la prima volta che ti ho visto, ascoltato, conosciuto. Era giugno dell’85 in un incontro a Santa Fe in Argentina e tu parlavi del desiderio della felicità impresso nel nostro cuore dal Mistero stesso che ci crea. Parlavi in italiano e il nostro traduttore non era una cima. Mi costava capire e un amico del Paraguay mi si avvicinó e mi chiese: «Perché ascolti così attento se non riesci a capire?». «Parla di me e di quello che mi preme. Intuisco anche se non so l’italiano. Io resto qui», gli risposi. Quella decisione di fermarmi per ascoltarlo mi ha reso possibile conoscere Gesù fino a riconoscere la vocazione alla verginità. Ti ringrazio per la tua vita che fatto sì che quel che è promessa di felicità si compia giorno per giorno, e restando con te e con la compagnia che da te è nata, so che si compirà sempre di piú. Chiedo alla Madonna di Caacupè che ti conceda salute e vita per lungo tempo.
Jorge Larrosa, Responsabile della ragioneria di “Hutchinson”, Asunción, Paraguay
sette anni fa, quando don Giussani mi parlò delle sue speranze per Comunione e Liberazione negli Stati Uniti, si soffermò sulle particolari caratteristiche di questo paese che ai suoi occhi facevano presagire una particolare apertura al carisma del Movimento. Gli Stati Uniti, spiegò, sono un paese unito da una speranza, un sogno, una convinzione: che esiste una risposta ai desideri che definiscono il cuore umano, specialmente il desiderio di libertà e di nuove possibilità. Di conseguenza il paese non era paralizzato dalle lotte ideologiche che caratterizzano altre nazioni. Perciò gli americani sarebbero stati disponibili ad ascoltare una presentazione della fede cristiana basata sull’affermazione della bontà (la “positività”, come dice Giussani) della realtà che l’Incarnazione implica. La nostra esperienza di questi anni ha confermato l’intuizione di don Giussani. Il Movimento si è diffuso dalle città cosmopolite delle due coste (dove c’è sempre curiosità per tutto ciò che appare “nuovo”) al cuore della nazione. è stupefacente vedere l’entusiasmo con cui i testi di don Giussani disponibili in inglese vengono scoperti, cercati e studiati da americani di tutte le età e origini in stati diversi come Indiana, Missouri, Ohio, Kansas, North Carolina, Texas, ecc. Ora Cl è presente con le sue comunità in 40 Stati. Questi sono tempi difficili per le speranze del popolo americano, che si trova improvvisamente esposto a pericoli che non aveva mai sperimentato prima. Questa “vulnerabilità” è una nuova esperienza per gli americani, e molti di loro si chiedono su cosa possono basare la certezza e la speranza del trionfo della libertà sulla paura. Ferita dai recenti scandali e dalle continue divisioni, la Chiesa cattolica sembra incapace di rispondere alle sfide di quello che è stato definito il “momento cattolico” della storia americana. In questa atmosfera, i cattolici vedono l’opera di don Giussani come la risposta al parali
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