Finanza e terrorismo: chi non collabora

Di Rodolfo Casadei
08 Novembre 2001
La guerra internazionale contro le reti finanziarie dei gruppi terroristi è cominciata ufficialmente il 30 ottobre scorso, allorché il Gruppo d’azione finanziaria contro il riciclaggio dei capitali ha concluso la sua assemblea plenaria straordinaria a Washington emanando una lista di “Raccomandazioni speciali per combattere il finanziamento del terrorismo” dirette a tutti gli stati del mondo.

La guerra internazionale contro le reti finanziarie dei gruppi terroristi è cominciata ufficialmente il 30 ottobre scorso, allorché il Gruppo d’azione finanziaria contro il riciclaggio dei capitali ha concluso la sua assemblea plenaria straordinaria a Washington emanando una lista di “Raccomandazioni speciali per combattere il finanziamento del terrorismo” dirette a tutti gli stati del mondo. Il Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio dei capitali (Fatf nella sigla anglofona) è un organismo intergovernativo creato nel 1989 dai paesi del G7 che si erano riuniti a Parigi e avevano deciso di reagire all’utilizzo del sistema finanziario internazionale da parte della grande criminalità. Nel suo primo anno di vita il Fatf ha emanato una lista di 40 raccomandazioni per la lotta al riciclaggio del denaro frutto di attività criminali, che sono state fatte proprie da molti paesi e organizzazioni internazionali. Fra esse compaiono, per esempio, disposizioni di legge per la confisca dei profitti frutto di attività criminali e l’obbligo da parte degli istituti finanziari di accertarsi dell’identità dei clienti. Oggi il Fatf conta 31 membri: Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Hong Kong (Cina), Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Singapore, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Usa, più la Commissione Europea e il Consiglio di Cooperazione dei paesi del Golfo. Analizzando il recepimento da parte degli stati delle 40 raccomandazioni antiriciclaggio emanate nel 1990, il Ftaf stila ogni sei mesi la lista dei paesi inadempienti. Nella tabella a fianco proponiamo l’elenco più recente dei paesi “non cooperativi”, che risale al 7 settembre scorso. Con la riunione del 30 ottobre scorso l’organismo ha esteso la sua azione alla lotta contro l’uso del sistema finanziario internazionale da parte dei terroristi. Fra le nuove raccomandazioni formulate c’è l’obbligo per gli istituti finanziari di informare le autorità circa transazioni sospette e per i governi di allestire un sistema di controlli che impedisca l’uso delle Ong (Organizzazioni non governative della cooperazione internazionale) come strumenti per il finanziamento di attività terroristiche.

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