Anni dell’Ulivo: meno aiuti ai popoli poveri

Di Rodolfo Casadei
20 Settembre 2001
Grande retorica sulla solidarietà fra paesi ricchi e popoli poveri, solenni impegni per la remissione del debito estero

Grande retorica sulla solidarietà fra paesi ricchi e popoli poveri, solenni impegni per la remissione del debito estero, grandi dibattiti sulla riforma della cooperazione coi Paesi in via di sviluppo (Pvs): gli anni del cosiddetto “Ulivo mondiale”, ovvero la seconda metà degli anni Novanta, sono stati caratterizzati dall’enfasi con cui le sinistre, al governo in Europa con coalizioni di socialdemocratici e post-comunisti e in America con un presidente Democratico, hanno enunciato l’avvento di un’era di bontà e collaborazione nelle relazioni internazionali. Peccato che la realtà sia stata un po’ diversa: nel quinquennio in questione gli Aiuti pubblici allo sviluppo (Aps) ai paesi poveri sono diminuiti di quantità, e i paesi che più hanno stretto i cordoni della borsa sono stati proprio quelli governati dalla sinistra. In testa a questi, solitaria capoclassifica degli avari, l’Italia di Dini, Prodi, D’Alema: nonostante i vari impegni sul fronte della riduzione del debito estero, fra il ’94 e il ’99 l’Italia ha ridotto il suo Aps a ritmi del 7,9 per cento annuo. La seguono la Francia di Jospin (- 6,8 per cento), il Canada (- 5), gli Stati Uniti di Clinton (- 4), la Germania di Schroeder (- 3,7). Complessivamente, fra il ’94 e il ’99 gli aiuti dai paesi ricchi a quelli poveri sono diminuiti da 59,1 a 56,3 miliardi di dollari. L’Italia è scesa da 2,7 a 1,8 miliardi di dollari. Durante lo stesso periodo alcuni piccoli paesi hanno sensibilmente aumentato, sia in percentuale che in valore assoluta, i loro contributi, che però restano oggettivamente molto esili: irlandesi e lussemburghesi hanno incrementato il loro Aps quasi del 16 per cento all’anno, ma si tratta di cifre di poco superiori ai 100 o ai 200 milioni di dollari. Da segnalare che né Irlanda e Lussemburgo, né gli altri tre paesi che hanno aumentato i propri doni di più del 4 per cento all’anno (Nuova Zelanda, Olanda e Giappone) avevano governi di sinistra, ma piuttosto di centro. Infine non si può fare a meno di notare, con non poco imbarazzo, che l’ammontare dell’Aps italiano ormai si trova allo stesso livello di quello della Danimarca, paese che ha undici volte meno abitanti dell’Italia e un pil che è quasi sette volte più piccolo del nostro!

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.