Scuole Paritarie. Previsto nel 2014 un dimezzamento dei contributi dello Stato

Di Redazione
24 Settembre 2013
Nel bilancio previsionale per l'anno prossimo, si riducono del 42 per cento i contributi alle scuole paritarie. Si tratta di «260 milioni in meno» avverte Gabriele Toccafondi (Pdl)

I contributi dello Stato per le scuole paritarie saranno dimezzati nel 2014, avverte Gabriele Toccafondi. Intervenendo al seminario “Sistema scolastico integrato, dalla Costituzione all’Unione europea”, ripreso da Italia Oggi, il sottosegretario all’Istruzione ha spiegato che per l’esenzione dell’Imu e della Tares la soluzione arriverà entro fine anno.

A RISCHIO GLI STIPENDI. «Sono fiducioso che vengano scongelati con urgenza 82 milioni di euro» previsti per quest’anno, afferma Toccafondi. I soldi, spiega il sottosegretario, «sono stati bloccati per effetto del decreto del governo Monti che li vincola all’adozione di misure di alleggerimento dei costi della politica da parte delle regioni, attraverso cui passano i finanziamenti». Il blocco delle erogazioni, spiega Toccafondi, porta «un danno non alle regioni, ma solo alle scuole paritarie» che hanno «approvato i bilanci sulle rette, già riscosse, e sul contributo pubblico che doveva essere di 500 milioni». Di conseguenza, se non avverrà lo sblocco, avverte, molte delle 13.300 paritarie rischiano di non poter pagare gli stipendi.

TAGLIATI 260 MILIONI. Toccafondi ha «chiesto un incontro con il ministero dell’economia sul bilancio previsionale 2014». La prossima Finanziaria, avverte, «contiene un taglio del 50% rispetto ai 530 milioni di euro storicamente destinati alle paritarie: la previsione è di 260 milioni, -42 % rispetto all’anno precedente». Un taglio che il sottosegretario all’Istruzione definisce «impraticabile».

IMU E TARES. Italia Oggi ricorda che sul tavolo delle trattative per le scuole paritarie, ci sono poi la questione Imu e Tares, di cui il gruppo di studio sulla parità chiede l’esenzione al pari delle scuole statali. Per il Presidente di Fidae, don Francesco Macrì, occorrerebbe anche un «trattamento fiscale per gli istituti paritari senza finalità di lucro equiparabile alle onlus». «La norma sull’abolizione dell’Imu per le scuole paritarie», prosegue Don Macrì, «è stata espunta dal decreto scuola con la garanzia di risolvere poi la questione entro la fine dell’anno, in sede di definizione da parte del consiglio dei ministri della nuova service tax». «Bisognerà, però, evitare che l’Europa riapra una procedura di infrazione all’Italia, spiegando all’Unione europea il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione», conclude il Presidente di Fidae.

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6 commenti

  1. vitus1976

    Il voucher sarebbe l’ideale ma andrebbe bene anche se si riconoscesse la deduzione totale della retta scolastica, non solo per i figli fino a tre anni,i genitori potrebbero scegliere dove mandare i propri figli, riducendo l’affollamento della scuola statale ed i costi dell’istruzione. mi rendo conto, però, di quanto sia utopistico una simile aspirazione liberale in un
    paese così catto-comunista!

  2. Nicola

    Dove è la notizia:
    quelle non sono scuole “private” ma pubbliche, perchè Paritarie grazie a una legge di un governo di sinistra .
    I nostri amici politici (compreso Toccafondi) in questi anni non hanno fatto nulla per migliorare questa legge pur avendo avuto una maggioranza bulgara in parlamento.
    Un esempio che le voglio fare è questo: uno studente con disabilità e con problemi finanziari,non può scegliere di andare in una secondaria di primo grado (scuola dell’obbligo) pur essendo paritaria quindi pubblica, perchè la famiglia deve pagarsi completamente il professore di sotegno.
    Mi spiegate cosa c’è di paritario in tutto questo e cosa sono a fare in parlamento i nostri amici politici se non per difendere la libertà e il bene comune.
    L’unica nazione in cui c’è libertà di scelta e parità è la Svezia dove lo stato ti permette di scegliere in quale scuola mandare i figli con il sistema dei voucher.
    In Italia invece dove nelle scuole paritarie uno studente costa la metà rispetto a quello che costa allo stato, quindi c’è un risparmio questo non avviene, perchè si ha paura di toccare la burocrazia della scuola di stato.

  3. rick2771

    Ogni tanto qualche buona notizia

  4. beppe

    tossani dove sei. dacci una mano anche tu. questo è un governo schifoso di uno stato schifoso. con i sinistri che mandano i figli alle scuole private che poi affamano.

  5. Fabio

    La mia impressione è che si sta arrivando progressivamente ad una forma di STATO TOTALITARIO dove solo dove la scuola di regime ha cittadinanza.
    In un contesto civile, democratico e veramente pluralista queste cose non sono ammissibili perché viene totalmente disattesa la libertà di educazione e favorito l’indottrinamento della scuola di stato di stampo gentile-idealista
    Inoltre, chi va alle scuole paritarie o private paga le tasse e perciò ha il diritto di ricevere il finanziamento per il servizio scolastico scelto.
    Non si può tralasciare ancora che nelle scuole paritarie e private è innegabile un minor spreco di risorse pubbliche perciò sono realtà che vanno incoraggiate.

    Bisogna dare dei segnali forti a chi ci governa! Non prossimo lasciarci intimorire da chi vuole strapparci i nostri diritti e dignità. La libertà di pensiero e di educazione è essenziale! W LA LIBERTA’ !!!!

  6. Nicola Sabatini

    Cari amici di Tempi, l’unica cosa da fare è proporre un bello SCIOPERO GENERALE delle scuole paritarie di ogni ordine e grado. All’inizio un giorno. Poi una settimana. Poi di più. Chi si prende cura di tutti i bambini e i ragazzi? Lo stato? Disobbedienza civile ci vuole.

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