
Le nozze gay? Un business. Sindaco di Minneapolis: «Venite qui a sposarvi e a spendere»
“Marry me in Minneapolis”, sposami a Minneapolis. È la campagna pubblicitaria con cui il sindaco della metropoli del Midwest Raymond Thomas Rybak sta girando alcuni Stati americani: ieri era a Chicago, poi andrà nel Wisconsin e infine in Colorado. L’obiettivo? Reclamizzare la sua città e i vantaggi che offre alle coppie omosessuali che vogliono sposarsi, con un’operazione mirata a quegli Stati dove l’unione tra persone dello stesso sesso non è consentita dalla legge.
«CENTINAIA DI MIGLIAIA DI DOLLARI». C’è la passione per i diritti civili alla base dell’iniziativa del sindaco? Non proprio: «Amo Chicago e amo andare a spendere soldi là. Ma se a loro non vengono concessi i diritti che si meritano, sono ancora più felice che vengano a spendere i loro soldi a Minneapolis», è stato il commento del primo cittadino riportato da Fox News.
Perché le coppie gay di Chicago dovrebbero farsi lunghi viaggi verso le città della costa Est per pronunciare il fatidico sì, quando a meno di sei ore c’è il Minnesota pronto ad accoglierli? Se la campagna dovesse funzionare, stima Rybak, ne trarrebbero profitto alberghi, ristoranti, fiorai, fornitori. «Anche soltanto 20 matrimoni – dichiara – si tradurrebbero in decine di migliaia di dollari, forse addirittura in centinaia di migliaia di dollari».
DIRITTI O SOLDI? La proposta ha incontrato i favori di diverse coppie gay e lesbiche di Chicago, che però preferirebbero sposarsi nel loro Illinois. Desiderio che il sindaco di Chicago, Rahm Emanuel, non vede l’ora di assecondare, anche se per motivi un po’ diversi: «La fallita estensione del matrimonio a gay e lesbiche è un errore per Chicago e per l’Illinois. È un errore per la nostra economia locale e per i posti che creerebbe. Il nostro robusto turismo e la nostra ospitalità cresceranno del tutto quando il nostro Stato appenderà fuori il cartello “Benvenuti” rivolto a tutti».
L’INDOTTO DEI MATRIMONI GAY. In ballo ci sono milioni di dollari in turismo: secondo uno studio del William Institute, think tank della Ucla, se l’Illinois decidesse di aprire alle unioni gay, circa la metà dei 23 mila omosessuali presenti nello Stato si sposerebbe nel giro di tre anni. E tutto ciò si tradurrebbe in un indotto di oltre 100 milioni di dollari a favore dell’economia locale. E in attesa che a Chicago aprano ai matrimoni gay, Minneapolis va avanti a fare campagne pubblicitarie per diventare campione dei diritti. E di incassi.
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5 commenti
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Questo business è meno redditizio dell’affittare l’utero, ovviamente non per la poverina che è costretta per ragioni economiche ha farlo che al massimo prende 15 mila dollari ma è costretta per clausole contrattuali a una vita d’inferno, ( regolazioni dei rapporti sessuali, cosa e quanto mangiare..) ma per gli intermediari e le cliniche si arriva a 150 mila dollari.
Avvenire ha appena finito di pubblicare un’ inchiesta su questo business mondiale che coinvolge soprattutto paesi poveri…. di come sia facile aggirare la legge nei paesi che vietino questa pratica.
I bambini per crescere al meglio hanno bisogno di un papà e di una mamma.
L’indotto economico derivante dai matrimoni aperti anche alle coppie dello stesso sesso è (anche) un business esattamente come lo è il turismo religioso in luoghi come Lourdes, San Giovanni Rotondo o Medjugorje.
Ergo: in una Italia in crisi, unico paese in calo tra quelli del G7, ben vengano i matrimoni gay
A noi piacciono gli sghei, non i gay!