Siria, il Regno Unito fa dietrofront: «Niente armi ai ribelli»

Di Leone Grotti
19 Luglio 2013
Secondo fonti vicine al governo citate da Reuters, il timore che finiscano in mano agli islamisti ha convinto «il Regno Unito a non armare i ribelli in alcun modo»

«Il Regno Unito non armerà i ribelli in alcun modo. Li addestrerà, darà loro consigli tattici e di intelligence, insegnerà a controllare il territorio. Ma che piaccia o no, l’opinione pubblica è contro un intervento maggiore». Si muoverà così il paese che per primo ha avanzato con il premier David Cameron la proposta di armare gli oppositori del presidente Bashar al-Assad, secondo fonti anonime vicine al governo citate da Reuters.

ARMI IN MANI SBAGLIATE. Londra, dunque, ha cambiato idea e secondo un’altra fonte alla base della nuova decisione ci sono due ragioni principali: «I paesi occidentali hanno mutato opinione perché pensavano che Assad sarebbe resistito per pochi mesi e invece ora pensano che può durare ancora anni». Inoltre, «se si inviano armi al generale Salim Idriss [capo dell’Esercito libero siriano dei ribelli], chi può assicurare che non finiranno nelle mani sbagliate e saranno usate contro gli aerei occidentali?».

«ASSAD NON PUÒ VINCERE». Da un mese si sono intensificati gli scontri tra le milizie jihadiste e quelle ribelli in Siria. Finora, in quasi tutte le battaglie queste ultime hanno avuto la peggio e sono state costrette a consegnare le armi agli affiliati di al-Qaeda. Sempre secondo le fonti di Reuters, «speriamo che quest’anno si verifichi [la conferenza di pace sulla Siria]» per raggiungere un cessate il fuoco e una fase di transizione al potere in Siria. «L’obiettivo è realistico ma forse l’incontro slitterà al prossimo anno. Assad intanto non può ottenere una vittoria decisiva, ma solo segnare qualche punto strategico».

@LeoneGrotti

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