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In politica è sempre presto per parlare di scomparsa definitiva, ma certo il declino del M5s pare inarrestabile. Vi diranno che le Europee non sono le elezioni più consone a misurare le forze del movimento fondato da Beppe Grillo - ed è vero -, ma il risultato del 2024, quel 9,99 per cento che Marco Travaglio ha definito «percentuale Lidl», è comunque deludente se paragonato con le tornate del 2014 (21 per cento) e 2019 (17 per cento). Se si pensa che alle politiche del 2018 aveva raggiunto il 32 per cento, si comprende bene quale sia la tendenza.
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Certi nodi iniziano a venire nel pettine. Quando si inizia a parlare di restyling del nome, di "errori nella comunicazione", di "allargamento del direttivo" significa una sola cosa: crisi. E quello del M5s, a ormai quasi vent'anni dai primi post di Grillo, pare uno di quei crolli da cui è difficile rialzarsi, soprattutto perché si tratta di una crisi ...
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