L’11 settembre in Afghanistan

Di Redazione
11 Settembre 2021
Fausto Biloslavo racconta da Kabul l'11 settembre 2021 dell'Afghanistan tornato in mano ai talebani. «Hanno vinto loro e Al Qaeda»
Combattente talebano in Afghanistan

«Qui in Afghanistan gli americani hanno fatto una figuraccia peggiore di Caporetto», dice a Luigi Amicone in questa intervista Fausto Biloslavo, probabilmente il giornalista italiano più “afghano” che ci sia. Nella conversazione – registrata ieri sera e trasmessa in questa mattina dalla data evocativa, sabato 11 settembre 2021, durante l’incontro a Milano “Afghanistan anno zero” (promosso dal Ppe, dall’associazione culturale Esserci e da Tempi, presenti lo stesso Amicone, l’ex ministro della Difesa Mario Mauro e l’eurodeputato Massimiliano Salini) – Biloslavo racconta di essere appena stato nella valle del Panshir, dove si ritiene essere ancora in vita l’ultima sacca di resistenza antitalebana.

Biloslavo conosce personalmente quei luoghi fin dai tempi del generale Massoud, il “leone del Panshir”, eroe della resistenza sia contro i sovietici che contro i talebani: «Vedere lungo tutta la valle sventolare fino al capoluogo le bandiere bianche e nere dell’emirato mi ha colpito, perché il Panshir è sempre stata invitto e libero: non sarà mai più come prima», racconta il giornalista ad Amicone.

«La resistenza abbandonata dall’Occidente»

Secondo Biloslavo, una conferma che effettivamente una resistenza ai talebani sia ancora in corso è il fatto che nella sua incursione l’inviato di guerra ha visto con i propri occhi «colonne di mezzi carichi di talebani armati dirigersi verso nord». Probabilmente, ragiona Biloslavo, si tratta dell’«ultima offensiva per schiacciare definitivamente la resistenza» guidata a quanto pare dal figlio di Massoud. Il cronista lo dice con una punta di amarezza perché «la verità è che la resistenza è stata abbandonata da noi, dall’Occidente».

«Droni pakistani? Può essere vero»

Altre forze straniere, invece, non sembrano aver rinunciato a un’ingerenza militare e strategica nel disastro afghano. È questa di Biloslavo la conferma di un’altra “voce” in circolazione. «Lungo il percorso abbiamo visto un Humvee completamente», racconta il giornalista. «L’impressione è che non sia stato colpito da terra, ma dal cielo. Quindi la denuncia da parte della resistenza di un supporto offerto ai talebani da droni pakistani potrebbe essere vera». Un fatto che, se confermato, «sarebbe drammatico» secondo Biloslavo: «I pakistani intervengono militarmente in segreto a fianco dei talebani, l’Occidente invece se ne frega».

«Si profila un disastro umanitario»

E come faranno ora i talebani, che appaiono essere poco più di «una massa di combattenti», a gestire un paese intero? «Ho avuto l’impressione che gli stessi talebani siano rimasti stupefatti dalla velocità con cui è crollato tutto», dice Biloslavo rispondendo alla domanda di Amicone. «In nove giorni di fatto sono arrivati a Kabul e l’hanno presa senza sparare un colpo. Si sono ritrovati a gestire un paese senza preparazione». La sfida dunque non sarà facile, al contrario sarà piena di ostacoli. «Si avvicina l’inverno; aiuti e riserve valutarie congelate in un paese che viveva di stipendi pubblici; in più c’è il Covid», elenca Biloslavo. E conclude: «Si profila un disastro umanitario». Per scongiurare il quale «non basterà» il sostegno promesso dai governi «padrini dei talebani», come li chiama Biloslavo: Pakistan e Cina.

«Peggio di Caporetto»

Quanto alla «figuraccia peggiore di Caporetto», Biloslavo la riassume per immagini: «L’arsenale abbandonato dal crollo delle forze di sicurezza afghane è enorme. Si stima che l’emirato abbia attualmente più elicotteri Black Hawk di qualunque altro paese. Poi chiaro, bisogna saperli far funzionare, ma fa impressione vedere i talebani abbandonare i vecchi Kalashnikov a favore degli scintillanti mitragliatori M4 americani che sembrano appena usciti fuori dal cellophane».

«Hanno vinto i talebani e Al Qaeda»

E come si vive in Afghanistan il ventennale dell’11 settembre 2001? «Sono tornato in un paese dove sono stato per la prima volta nel 1983», racconta Biloslavo. «L’Afghanistan non ha avuto 20 anni di guerra: ne ha avuti 40. È iniziata nel 1979 con l’invasione sovietica, nel tempo sono cambiati gli attori ma la guerra non è mai finita. Mi ha detto il comandante talebano che mi ha accompagnato: “Io sono nato talebano”». Ebbene, vent’anni dopo l’11/9 i talebani «hanno vinto e ha vinto anche Al Qaeda. Nonostante si fossero impegnati a non esportare più il terrorismo, infatti, i talebani hanno protetto Al Qaeda, che è ancora presente e uscirà rinvigorita da tutto questo».

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