
Volete parlare di Isis a scuola? Ricordatevi di Gramsci

Due illustri giornalisti del Corriere della Sera entrano in una scuola per svolgere una lezione sulla nascita di Isis in Medio Oriente e le sue manifestazioni in Europa. Nel corso del suo intervento, uno dei due, l’inviato agli Esteri, Lorenzo Cremonesi, spiega la diatriba che divide l’islam sunnita dall’islam sciita e consiglia in proposito un saggio di uno studioso americano di origine iraniana, Vali Nasr.
«Ed è allora – racconterà Cremonesi il giorno dopo, sulle pagine del Corriere, rievocando l’esperienza fatta salendo in cattedra – che interviene Amina dalle ultime file. Una ragazza minuta, con un visibile velo blu in testa. “Chi l’ha detto che sciiti e sunniti si scontrano sulla successione? Per l’Islam non ci può essere successore di Maometto. E comunque è tutto spiegato nel Corano. Non servono altri libri, il Corano spiega tutto, dice tutto”».
Cremonesi ritiene talmente significativa la contestazione che la descrive precisamente. «Il tono è perentorio, non ammette repliche: c’è un’unica verità rivelata, impossibile metterla in dubbio. “Se io voglio conoscere la fede dei cristiani vado a chiedere a un ministro della fede cristiana. Non certo a mio papà musulmano. Ma così deve avvenire anche per i musulmani”».
In effetti è sorprendente la determinazione mostrata da Amina davanti alla più tipica delle autorità “democratiche”, il giornalista. Ma non è altrettanto sorprendente che un fenomeno di autorità democratica quale è il Corriere della Sera, ritenga così rilevante l’episodio da pubblicarne la cronaca addirittura sulle pagine nazionali?
Poniamo il caso di un giornalista che tenesse in una scuola un incontro sulla concezione “riformista” di papa Francesco confrontata alla concezione luterana di “riforma”, e un ragazzino si alzasse per contestare l’interpretazione del protestantesimo data dall’oratore. Pensate che un episodio del genere farebbe notizia?
Però l’islam sì. L’islam, che fino a qualche tempo veniva narrato come una delle tante religioni entrate nel pantheon della nostra modernità – civiltà superiore rispetto a quelle del passato, perché relativista e multiculturale – adesso pare porti con sé anche qualche problema (ma non è un problema da confondere con il terrorismo, per carità, mai associare la parola “terrorista” all’aggettivo “islamico”)
Ed eccoci al gran finale, edizione del Corriere di venerdì 11 dicembre, dove in grande rilievo, nella pagina dedicata agli Esteri, vengono pubblicate alcune delle 1260 («fino a ieri sera») reazioni postate dai lettori sul corriere.it. È un esempio di ottimo fiuto giornalistico. C’è una vicenda all’apparenza marginale. Ma che “lavorata” nel contesto dell’apprensione suscitata dai fatti di Parigi, scatena la reazione dei lettori. Che genere di reazioni?
La maggior parte rientra nel registro “politicamente corretto” (specie a riguardo delle religioni e, ovviamente, la nostra). Niente di nuovo rispetto ai cliché a cui siamo abituati dal sessantotto in avanti. Solita superiorità del “dubbio” sulla “certezza”. Solite accuse a chi pretende avere la “Verità”. Solita fede come radice della violenza. Solita febbre multiculti per la “strumentalizzazione” delle parole della ragazzina. La titolazione cerca un linguaggio molto neutro e all’insegna del “dialogo” per riassumere la faccenda. Già, se con il cristianesimo si fa in fretta a passarci sopra con una smorfia, con l’islam c’è poco da scherzare.
E infatti non scherza il lettore musulmano, il cui commento non viene segnalato nella titolazione. E si capisce anche perché. Stessa perentorietà di Amina. Chiede, prescrive, ammonisce.
«E allora perché siete diventati una società atea? Attenetevi ai Vangeli e vi salverete. Questa è la sostanziale differenza tra noi musulmani e voi (atei? laici?). Noi crediamo a ciò che è sceso su di noi e ciò che è sceso prima di noi, Vangelo, Torah. Voi non credete in nulla ma per orgoglio state portando avanti una guerra di “civiltà” senza conoscere realmente nemmeno le basi della vostra identità».
Questo è il musulmano e lo potremmo parafrasare così: «Non credete in nulla, ma salite sul piedistallo e vi fate tribuni della fede mentre non sapete neanche chi siete voi, voi che rinnegate i vostri padri e disprezzate la vostra stessa storia. Dove credete di andare andando in guerra?».
Chissà se siamo ancora in tempo a fare tesoro della lezione del “Lettore12061676” secondo il numero affibiatogli dall’algoritmo del corriere.it. Fatto sta che il musulmano di oggi che vive a casa nostra ci ricorda, di casa nostra, un ateo di ieri. Relativista, secolarizzato e comunista. Ma non scemo. Che dite? Sentite Gramsci (forse può venir utile anche all’uomo della Leopolda).
«Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vederne le grandezze e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa, anche se assume pose gladiatorie e smania per la grandezza. È il solito rapporto tra il grande uomo e il cameriere. Fare il deserto per emergere e distinguersi. Una generazione vitale e forte, che si propone di lavorare e di affermarsi, tende invece a sopravalutare la generazione precedente perché la propria energia le dà la sicurezza che andrà anche più oltre… Si rimprovera al passato di non aver compiuto il compito del presente: come sarebbe più comodo se i genitori avessero già fatto il lavoro dei figli. Nella svalutazione del passato è implicita una giustificazione della nullità del presente: chissà cosa avremmo fatto noi se i nostri genitori avessero fatto questo e quest’altro… ma essi non l’hanno fatto e, quindi, noi non abbiamo fatto nulla di più. Una soffitta su un pianterreno è meno soffitta di quella sul decimo o trentesimo piano? Una generazione che sa far solo soffitte si lamenta che i predecessori non abbiano già costruito palazzi di dieci o trenta piani. Dite di esser capaci di costruire cattedrali, ma non siete capaci che di costruire soffitte».
(Antonio Gramsci, in “Passato e presente”, Quaderni del Carcere, 1929-1935)
Foto Ansa
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11 commenti
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Quando parlo con i musulmani mi chiedo sempre da dove sia uscita l’ISIS.
A volte penso che sia una versione “rivoluzionario-illuministica” dell’interpretazione “protestante” del Corano.
Forse ho detto una fesseria…. ma mi pare che i tagli di teste e le espropriazioni, le violenze e tante altre turpitudini ce le siamo fatte anche tra noi Cristiani.
Saluti
Scaricare su altre ideologie il peso che è solo del Islam è uno scaricabarile che non funziona. Don Xeres della facoltà di Milano sarebbe con te.
“Mi chiedo sempre da dove sia uscita l’ISIS”. perché solo dell’Isis? Ci sono Stati sharyatici, altri “solo” islamici, altri “laici” benché popolati da musulmani, ma con la chiosa che il Corano è la fonte o il modello della legge: e questa clasuola vale anche per la Carta dei Diritti dell’Uomo dell’O.N.U.: finché si concilia col Corano, bene: altrimenti, è il Corano a stabilire che l’Islam è “la religione naturale dell’umanità”: dunque, l’homo islamicus è più umano degli altri.
E poi, sì, vero, si è visto di tutto, nella storia. ma
– un presunto profeta che ammazza di persona gente ormai sconfitta e inerme, no:
– un sedicentre profeta che (si potrebbe aggiungere altro) scrive una lettera a Imperatore di Costantinopoli, Negus d’Etiopia, Shah di Persia per intimargli “o conversione o guerra” , neppure:
– e questo, dopo che non ‘un’ profeta, ma Colui che per un’altra religione è il Figlio di Dio si fece ammazzare in modo ignominioso per la salvezza di chi Lo crocifiggeva e per tutti noi che Lo rinneghiamo con i nostri peccati.
Almeno, evitiamo di commetterne altri facendo finta che Islam e Cristianesimo pari sono: e che la colpa delle decapitazioni è una lettura “protestante” del Corano, sciocchezza paragonabile solo a quella per cui stragi, decapitazioni, persecuzioni sono effetto di una lettura “cattolica” o “greco-ortodossa” dell’Islam, tanto per dare ai Cristiani la colpa da cui si vuole esimere chi li assassina.
NO ALL’ISLAM!
“…perché solo dell’Isis?…”
Grande Raider!
la tua ex-fidanzata è scappata con un mussulmano? vero?
La tua sicuramente combatte a Raqqa.
“La tua sicuramente combatte a Raqqa.”
Infatti presumibilmente si chiama Mohammed.
Giannino, mi sa che il troll ti ha clonato il nick.
@Martino
Senza “forse”: hai detto una fesseria.
Anche io quando parlo con i musulmani mi chiedo da dove venga l’ISIS, trovando quasi subito la risposta. In particolare mi trovo perfettamente d’accordo con quanto osserva BXVI, cioè che i musulmani dovrebbero tornare ad Averroè ed Avicenna, che furono fatti fuori da una parte di loro. Occorrerebbe cioè che concepissero la ragione e la libertà in maniera rivoluzionaria rispetto a come la concepiscono oggi. Purtroppo il Profeta ha fatto decine di guerre e lasciato dietro di sè una scia di sangue e odio che nessun altro fondatore di una religiosa ha mai osato proporre. Di fronte a questa realtà bisogna solo sperare in una critica storico-teologica fondata su una ragione “allargata”, che anche i cristiani hanno non di rado dimenticato, come sempre BXVI evidenziò a Ratisbona.
‘Purtoppo’? Che vuoo dire ‘purtroppo’ Cisco? Purtroppo per aver ucciso, fatto uccidere, lancaito guerre sante, il “Profeta” non era un profeta: dilla tutta, Cisco, non siamo ancora una repubblica islamica in cui, se, di fronte a due testimoni, neghi – a meno di non rinnegare la fede cristiana – che Maometto fosse il ‘profeta’ che sigillava il suo dio in un libro scritto un’ottantina di anni dopo che il sedicente profeta aveva proclamato – a scimmiottatura del Cristianesimo – che la parola divina non era Persona, ma un attributo divino, ti ammazzano sui due piedi o ti trascinano in galera e poi, te la vedi con un tribunale all’islamica.
Putroppo si è visto che fine fecero gli appelli alla ragione di Benedetto XVI: ma la reazione furibonda e irrazionale degli islamici, dalla casbah ai più alti consessi, non ha intimidito tutti. I musulmani come è loro diritto, possono dire – e qua, in Occidente! – che Cristo non è Figlio di Dio e Dio: e noi non possiamo dire che Mamometto tutto era o poteva essere, ma non un profeta?
La verità ci renderà liberi. Diciamo la nostra, almeno, finché ci è riconosciuto il diritto di dirla.
Potreste sbloccare il mio post? Grazie!