Visita al santuario mariano di Altötting

Di ANGELA AMBROGETTI
20 Luglio 2011
Si conclude il viaggio sulle tracce di Benedetto XVI, con la visita al santuario mariano di Altötting. Un posto caro a Joseph Ratzinger, sia prima che dopo la sua elezione papale. Un luogo sacro e mistico per migliaia di pellegrini, che affidano alla Madonna nera le loro preghiere

“Ho avuto la fortuna di nascere nelle vicinanze di Altötting. Così i pellegrinaggi effettuati con i miei familiari fanno parte dei ricordi più belli della mia infanzia”. Benedetto XVI è il più famoso dei pellegrini bavaresi che ha frequentato il santuario mariano, ed è stato il secondo papa a visitarlo. Nel 1980 aveva accompagnato Giovanni Paolo II. All’epoca Jospeh Ratzinger era vescovo di Monaco e un po’ il “padrone di casa”. Poi l’11 settembre del 2006 ci tornò come papa. Eppure le emozioni davanti a quella piccola cappella al centro di una piazza su un’altura devono esser state sempre nuove e forti. Prima di arrivare nella piazza della Cappella delle Grazie alcuni cartelli ricordano che siamo sul Benediktweg, il cammino di Benedetto. Nei negozietti di articoli religiosi ti colpiscono le candele decorate da offrire sugli altari: sono nere, come la statua di Maria. Tra immaginette e rosari si trovano santini e quadretti di Giovanni Paolo II affiancati a quelli con Benedetto XVI.

 

Sul lato della Chiesa dedicata al frate santo Konrad c’è una fontanella. La gente si ferma con bottiglie e bicchieri. Non è proprio come l’acqua di Lourdes, ma qui si usa portare a casa l’acqua benedetta. Tutto sembra fermo a cento anni fa. Se non fosse per una grande insegna davanti all’edificio del Tesoro del santuario che ora si chiama Haus Papst Benedikt XVI. Tutto converge verso la Cappella delle Grazie, come ricorda Joseph Ratzinger: “Il luogo che mi dava le impressioni più forti era naturalmente la Cappella della Grazia, la sua misteriosa oscurità e la Madonna Nera nel suo prezioso vestito … e gli ex voto… Tutto questo mi commuove oggi come in quei tempi. Qui si percepisce la presenza di una santa, salvifica bontà divina, la bontà della madre che ci ha comunicato la bontà di Dio.”
La storia del santuario ha radici antichissime, bisogna tornare al Settecento quando il vescovo missionario San Ruperto, evangelizzatore della Baviera, avrebbe battezzato proprio a Ötting il dica di Baviera. Alt, che in tedesco significa “vecchio” sarebbe stato aggiunto dopo che nel X secolo la città venne saccheggiata e gli abitanti si rifugiarono in quello che oggi si chiama Neu Ötting. Il nome divenne famoso, i miracoli mariani si moltiplicarono dopo i primi due del 1489 e con essi gli ex voto, piccoli dipinti di legno affissi nel portico della chiesetta con un frase ricorrente: “Maria ci ha aiutato”. Un bambino caduto in acqua, morto e rinato dopo essere stato portato sull’altare della cappella, e un piccolo caduto da cavallo e guarito per intercessione di Maria.

Secoli di storia quotidiana si leggono attraverso questi piccoli racconti per immagini. Appeso a una parete interna ce n’è anche uno davvero singolare. Ricorda il pellegrinaggio della Guardia Svizzera Pontificia del 2010. Si perché ormai i pellegrini lasciano il loro omaggio a Maria senza neanche attendere un miracolo. La Cappella delle Grazie di Altötting è solo il punto centrale di una serie di luoghi di devozione. Ai lati della piazza c’è la parrocchia dedicata ai Santi Philip e Jakob che quest’anno celebra il cinquecentenario. E poi la chiesa con il convento di San Konrad, frate francescano campione di carità, e la Basilica di Sant’Anna, il grande edificio che accoglie i pellegrini. E poi chiese, cappelle, case missionarie, e la Via Crucis ottocentesca fatta di piccole cappelle che da Altötting porta a Heiligenstatt. Quando il 7 giugno del 2006 a Benedetto XVI venne conferita la cittadinanza onoraria di Altötting, dal suo cuore sgorgarono i ricordi più belli. Il pellegrinaggio del padre di 68 anni da Traunstein a piedi per ringraziare la Madonna di aver riportato a casa i suoi ragazzi, la visita di Giovanni Paolo II nel 1980 in quella Cappella delle Grazie che il cuore mariano della Baviera, i pellegrinaggi pieni di gioia e di musica, la prima visita nel 1934 per celebrare la canonizzazione di padre Konrad che era avvenuta a Roma. “Sono molto grato – scriveva Joseph Ratzinger nel gennaio del 2005 nell’introduzione alla guida ufficiale della città – che Altötting anche dopo il Concilio sia rimasto com’era e come sempre deve essere: un luogo di fede e di preghiera, un luogo di rinnovamento del sacramento della Penitenza, un luogo di liturgie festose, un luogo dove viviamo la Chiesa come comunità materna che sostiene, un luogo di ospitalità”. Un luogo dove il pellegrino o il viandante può lasciare scritto, magari su un pezzetto di carta: Maria ci ha aiutato.
 

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