Vietnam. Dissidenti contro Obama: vende armi al regime, non migliora i diritti umani

Di Leone Grotti
25 Maggio 2016
Dopo aver revocato l'embargo sulle armi letali al Vietnam, il presidente Usa ha incontrato ad Hanoi gli attivisti per i diritti umani che il partito comunista non ha fatto arrestare
U.S. President Barack Obama turns to listen to a question from the audience as he speaks to Vietnamese young people during the Young Southeast Asian Leaders Initiative (YSEALI) town hall at the at the GEM Center in Ho Chi Minh City, Vietnam, Wednesday, May 25, 2016. (AP Photo/Carolyn Kaster)

Per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, dopo aver revocato l’embargo sulle armi letali al Vietnam, assicurandosi lauti guadagni economici e geopolitici insieme, Barack Obama ha tenuto un incontro con diversi attivisti per i diritti umani prima di concludere la sua visita ad Hanoi e volare in Giappone.

DIRITTI UMANI. Il disgelo e gli affari fanno bene ai diritti umani – ha sempre sostenuto il presidente americano attraverso i suoi accordi “storici” con Iran, Cuba e ora Vietnam – ma l’incontro di ieri con gli attivisti non è l’esempio migliore di questo teorema. Molti di coloro che dovevano partecipare, infatti, sono stati arrestati o bloccati lungo la strada. Dopo aver revocato l’embargo, Obama sperava di convincere il segretario del partito comunista a permettere a tutti di partecipare. Ma non è andata così.

IL TEST COMUNISTA. «Il Vietnam ha dimostrato di non meritare i rapporti più stretti che gli Usa hanno offerto», ha dichiarato John Sifton, direttore asiatico di Human Rights Watch. «Impedire a membri della società civile di incontrare il presidente Obama non è solo un insulto a lui, ma un abuso in sé dei diritti umani. È come se il Vietnam avesse voluto mostrare a Obama quanto sono repressivi. Si potrebbe anche pensare che abbiano condotto una specie di test». Gli Stati Uniti manterranno le concessioni in termini di armi nonostante gli abusi? La risposta sembra essere positiva, anche se il segretario di Stato John Kerry ha difeso gli accordi dicendo che «l’importante è essere sulla strada giusta».

«MANTENERE IL TOTALITARISMO». Nguyen Quang A è uno degli attivisti che non ha potuto partecipare all’incontro con Obama. Appena uscito di casa è stata prelevato da una decina di poliziotti e portato a fare un giro. Come altri dissidenti, anche lui pensa che gli Stati Uniti siano stati troppo generosi con il regime. «Il partito comunista non vuole solo armi letali e il TPP (Partenariato trans-pacifico, ndr), ma anche mantenere il suo totalitarismo», ha scritto il blogger Huynh Ngoc Chenh. «Avranno promesso di migliorare i diritti umani, come sempre, ma non è cambiato niente».
Anche l’attivista Luu Van Minh ha criticato gli Stati Uniti, come riportato da Reuters: «Sperate che Obama sia venuto a migliorare i diritti umani? Non credo. Gli interessi delle aziende di armi americane sono il motivo principale».

@LeoneGrotti

Foto Ansa/Ap

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