Unicef un po’ porcellina?

Di Gaspari Antonio
16 Maggio 2002
“Guerra tra Stati Uniti ed Unione europea”. Questo il titolo che sintetizza la polemica esplosa nella Sessione Speciale dell'Assemblea Generale sull’infanzia che si è appena conclusa a New York

“Guerra tra Stati Uniti ed Unione europea”. Questo il titolo che sintetizza la polemica esplosa nella Sessione Speciale dell’Assemblea Generale sull’infanzia che si è appena conclusa a New York. La delegazione Usa ha sollevato critiche durissime nei confronti dei programmi associati ai cosiddetti «servizi per la salute riproduttiva» che, come riferiva nel giugno scorso il delegato del Canada, «Naturalmente ciò comprende l’aborto. Sulle questioni riproduttive, l’amministrazione Bush ha chiesto ed ottenuto il riconoscimento della “importanza di sani sistemi di valori” e la “promozione dell’astinenza”, cosicché nel documento finale l’offerta alle donne e agli adolescenti di “servizi per la salute riproduttiva”, è stata sostituita da programmi per “cure di medicina della riproduzione”». Questo significa che dovranno essere favorite le nascite piuttosto che i mezzi chimici e chirurgici abortivi. La delegazione della Santa Sede, un gruppo di Paesi islamici ed africani, hanno sostenuto le posizioni statunitensi, mentre l’Unione Europea (con l’eccezione della Spagna), il Canada, il Giappone e la Nuova Zelanda si sono opposti. Il gruppo di Rio a cui fanno capo la maggior parte dei paesi dell’America Latina ha preso una posizione di mediazione. A guidare il fronte antivita è stata Carol Bellamy, Segretario Generale dell’Unicef, sostenuta da Hillary Clinton e da Rigoberta Menchù. Le critiche che da più parti del mondo si stanno sollevando contro la partecipazione dell’Unicef a programmi di controllo delle nascite sono emerse in forma esplicita durante i lavori della Sessione Speciale. In particolare l’Unicef è stata accusata di aver finanziato un libro in cui si promuove l’aborto e si incoraggiano i bambini ad avere relazioni sessuali con omosessuali, altri minori ed animali. Leonora Valdes, ex dirigente del Mexican Federal Department of Integral Development for Family (Dif), che pubblicò il libro incriminato nel 1999 con i fondi dell’Unicef, ha dichiarato al Washington Times che «Questa è una prova evidente di come viene promosso l’aborto». Il manuale che viene utilizzato per programmi di educazione sessuale è tuttora diffuso in Messico. Elida Z. Solorzano, consigliere del Ministero della famiglia del Nicaragua, ha aggiunto che: «un libro molto simile, finanziato dall’U. N. Fund for Population Activities (Unfpa) è stato pubblicato e diffuso in Nicaragua». Per difendersi dallo scandalo la Bellamy ha dichiarato che il libro è stato ritirato dalla circolazione nel 1999, ma la signora Valdes ha ribattutto che «Non è vero! Il libro è ancora utilizzato nel sistema di assistenza sociale per adolescenti indirizzato a bambine che hanno superato i dieci anni di età. E sono almeno 30 gli stati dove il manuale finanziato dall’Unicef viene distribuito». La signora Solorzano ha anche raccontato che «lo stesso manuale viene utilizzato in Honduras e che un manuale simile finanziato dalla U.S. Agency for International Development (Usaid) viene prodotto in El Salvador». È forse per questo motivo che il delegato statunitense Richard Grenell alla conclusione dei lavori ha esclamato: «Siamo riusciti a proteggere i bambini dalla pornografia e dalla prostituzione».

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