
Un anno e mezzo dopo lo scandalo, lo avete capito chi sono i lupi?

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – “Chi sono i Lupi?” ci chiedevamo sulla copertina di Tempi nel marzo del 2015. Era il titolo della nostra controinchiesta sullo scandalo Grandi Opere che aveva coinvolto Maurizio Lupi, il ministro delle Infrastrutture dimessosi sebbene non indagato, Ercole Incalza, il “padre” dell’Alta Velocità in Italia, il costruttore Stefano Perotti.
Non ci vedevamo chiaro, c’erano molte cose – “cose”, fatti, ciccia, non opinioni – che non tornavano, soprattutto ci pareva sproporzionato il tono usato dalla stampa e la misura di custodia cautelare adottata dalla procura nei confronti di un uomo di 7o anni, costretto a 19 giorni di gattabuia e due mesi agli arresti domiciliari.
Un anno dopo, marzo 2016, Incalza è stato prosciolto dall’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all’abuso d’ufficio. La notizia, eccezion fatta per Il Foglio, è finita in striminziti articoli di cronaca nelle pagine interne. Arriviamo all’oggi, 20 ottobre 2016: il gip di Firenze archivia altre accuse nei confronti del supermanager (corruzione, turbativa, frode in pubbliche forniture). La notizia, ancora una volta, finisce sui giornali in spazi adiacenti alle previsioni meteo.
Così, come sempre accade, un’inchiesta che ha rovinato carriere e reputazioni si ridimensiona man mano, nell’indifferenza generale. Restano, negli archivi telematici e nella memoria di pochi, articoli vergognosi, come quello che Francesco Merlo dedicò a Lupi su Repubblica, in cui gettava merda (sì, merda) su un “padre degenere”, «spregiudicato militante ciellino» «di quel gran fumo di clericalismo simoniaco» che è la Compagnia delle Opere. Dopo un anno e mezzo, chi sono i lupi lo abbiamo capito. E anche chi sono gli avvoltoi.
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