Tutto cominciò con la guerra al “genio femminile”. L’ideologia del gender spiegata dai vescovi portoghesi

Di Redazione
20 Dicembre 2013
La Conferenza episcopale del Portogallo spiega la nascita e la diffusione di una cultura dalle «conseguenze drammatiche». Come rispondere? Testimoniando la «verità della persona e della sua vocazione»

Proponiamo in una nostra traduzione ampi stralci della Lettera pastorale divulgata a novembre dalla Conferenza episcopale del Portogallo e dedicata alla “Visione cristiana della sessualità”. Il testo descrive la nascita e lo sviluppo della “nuova ideologia di genere”, indicandone anche i possibili effetti negativi a livello sociale e culturale.

La chiamata ideologica del genere (o gender) si diffonde sempre di più. Tuttavia, non tutti se ne rendono conto e molti non ne riconoscono la portata sociale e culturale, che è stata già qualificata come vera e propria rivoluzione antropologica. Non si tratta semplicemente di una moda intellettuale, bensì comporta un movimento culturale con riflessi sul modo di pensare alla famiglia, la sfera politico-legislativa, l’insegnamento, la comunicazione e la propria lingua corrente (…). Questo documento nasce con l’obiettivo di rendere più chiare le differenze tra queste due visioni. Ci muove il desiderio di presentare la visione più solida e più fondante della persona, tramandata e valorizzata da millenni, per la quale l’umanesimo cristiano ha molto contribuito. Crediamo che proprio quest’umanesimo, oggi, sia chiamato a contribuire alla riscoperta della profondità e della bellezza di una sessualità umana intesa in modo corretto.

1. LA PERSONA UMANA, SPIRITO INCARNATO
Più che mai, vorremmo chiarificare che, per la visione cristiana dell’uomo, non c’è spazio per il dualismo: il disprezzo del corpo in nome dello spirito o vice-versa (…). La corporeità è una dimensione strutturale della persona, non un accessorio; la persona è corpo, non ha un corpo.

2. A CONFRONTO CON UN FORTE CAMBIAMENTO CULTURALE
Riconosciamo senz’ombra di dubbio che nel corso della storia non si è sempre attribuito lo stesso valore e lo stesso peso sociale all’uomo e alla donna. La donna in particolare è stata vittima non raramente di una grande soggezione (…). Nel desiderio di oltrepassare questa condizione di inferiorità sociale della donna, alcuni hanno portato avanti una distinzione radicale tra sesso biologico e titoli che la società le ha tradizionalmente attribuito. Hanno affermato che l’essere maschio o femmina riguarda una costruzione mentale, più o meno artificiale. Di conseguenza, rigettano tutto quanto abbia a che vedere con i dati biologici (…). E, per associazione di idee, si è passati a rifiutare la validità di tutto quanto riguardi le norme naturali sulla sessualità (eterosessualità, unione monogama, rispetto per la vita dell’embrione, eccetera). (…) [L’ideologia del gender] nega che la differenza sessuale iscritta nel corpo possa identificare la persona; rifiuta la complementarietà naturale dei due sessi; dissocia la sessualità dalla procreazione; sottomette la possibilità naturale di avere figli al desiderio di avere figli; pretende di distruggere la matrice eterosessuale della società.

3. I PRESUPPOSTI DELL’IDEOLOGIA DEL GENERE
Se la differenza sessuale tra uomo e donna è alla base dell’oppressione femminile, allora qualunque forma di definizione di una specificità femminile è sempre una discriminazione ingiusta. Per superare quest’oppressione, si rifiuta la distinzione che vi è in natura tra i sessi, e il genere diventa una scelta individuale. Il genere, dunque, non deve più corrispondere al sesso, ma è una scelta soggettiva (…) allora è indifferente anche la scelta di legarsi a persone dell’altro o dello stesso sesso. Da qui viene l’equiparazione tra le unioni eterosessuali e omosessuali (…). Allo stesso modo, si smette di parlare di maternità e di paternità e si inizia a parlare esclusivamente di genitorialità, creando un concetto astratto, slegato da fattori biologici.

4. RIFLESSI DELL’AFFERMAZIONE E DELLA DIFFUSIONE DELL’IDEOLOGIA DI GENERE
L’affermazione e la diffusione dell’ideologia di genere si può notare in vari ambiti. Uno di questi è l’attuale ambito linguistico. A cominciare dai documenti ufficiali, si va generalizzando l’espressione “genere” in sostituzione del “sesso” (…), l’espressione “famiglie” invece che “famiglia”, o “genitorialità” invece di “paternità” e “maternità”. Molte persone adesso adottano queste espressioni per abitudine (…). Ma la generalizzazione di queste espressioni non è per nulla innocua. Fa parte di una strategia di affermazione ideologica che compromette la capacità di distinguere delle persone, con conseguenze drammatiche: non si è più in grado di darsi una collocazione e definire quello che c’è di più elementare. Il livello politico e quello legislativo (…) le leggi che permettano l’adozione da parte di genitori dello stesso sesso (si sta discutendo in Portogallo, attraverso la modalità di adozione congiunta), le leggi che permettano il cambiamento di sesso (…). Altro ambito della diffusione dell’ideologia del genere è quello scolastico, visto come mezzo efficace di indottrinamento e trasformazione della mentalità corrente. Questa strategia ha dato origine in vari paesi a movimenti di protesta.

5. LA PORTATA IDEOLOGICA DELL’IDEOLOGIA DI GENERE
È importante approfondire la portata di questa ideologia, poiché rappresenta un’autentica rivoluzione ideologica. Riflette un soggettivismo relativista portato agli estremi, negando il significato della realtà oggettiva (…). È contraria ad una certa forma di ecologia umana, scioccante in un periodo in cui si esalta così tanto la necessità di rispettare l’armonia prestabilita che sottintende l’equilibrio ecologico ambientale. Su un piano strettamente scientifico, ovviamente, la pretesa di prescindere dai dati biologici nella identificazione delle differenze tra maschi e femmine è a dir poco illusoria. Queste differenze partono dalla struttura genetica delle cellule del corpo umano, per le quali non basta un intervento chirurgico degli organi sessuali esterni per cambiare.

6. UOMO E DONNA CHIAMATI ALLA COMUNIONE
Questa comunione si costruisce a partire dalla differenza. Quella più basilare e fondamentale dei sessi non è un ostacolo alla comunione, non è una fonte di opposizione e di conflitto, ma un’occasione di arricchimento reciproco. L’uomo e la donna sono chiamati alla comunione perché solo questa li completa e permette la continuazione della specie, attraverso la crescita di nuove vite. Fa parte della meraviglia del disegno della creazione. La società si costruisce a partire da questa collaborazione tra la dimensione maschile e femminile. In primis nella sua cellula fondamentale, la famiglia (…).

7. COMPLEMENTARIETÀ DELL’ESSERE MASCHIO E FEMMINA
È un fatto che un determinato tipo di visione dell’essere maschio e femmina è servito nel corso della storia a consolidare divisioni di compiti rigide e stereotipate che hanno limitato la realizzazione della donna, rilegata alle faccende domestiche (…) è una conseguenza del peccato. Questo dominio indica un disturbo ed una perdita di stabilità della fondamentale uguaglianza tra uomo e donna. L’ideologia di genere non si limita a denunciare tali ingiustizie, ma pretende di eliminarle negando la specificità femminile. Ciò impoverisce la donna, che perde la sua identità e indebolisce la società, privata di un contributo prezioso e insostituibile come la femminilità e la maternità (…).

8. IL “GENIO FEMMINILE”
In questa prospettiva, bisogna mettere in luce quello che Papa Giovanni Paolo II ha chiamato “genio femminile”. Non si tratta di qualcosa che si esprime solamente all’interno della relazione sponsale (…). Passa attraverso la vocazione alla maternità, senza che questa si esaurisca nella maternità biologica. In questa, tuttavia, si dimostra una speciale sensibilità della donna alla vita. La maternità non è un peso di cui la donna ha bisogno di liberarsi. Quello che si esige è che tutta l’organizzazione sociale appoggi e non ostacoli la concretizzazione di questa vocazione (…).

9. L’INSOSTITUIBILE COMPITO DEL PADRE
(…) L’ambito in cui più si nota l’assenza di questo contributo è l’educazione, da cui si parla del padre come il “grande assente”. Questo può dar inizio ad una serie di conseguenze, come il disorientamento esistenziale dei giovani, la tossicodipendenza o la delinquenza giovanile. Se la relazione con la madre è essenziale nei primi anni di vita, allo stesso modo è essenziale la relazione con il padre, affinché il bambino e il giovane si distacchino dalla madre e così crescano come persone autonome. Non basta l’affetto per crescere: sono necessari regole e autorità, che si accentuano grazie al ruolo del padre (…).

10. LA RISPOSTA ALL’AFFERMAZIONE E ALLA DIFFUSIONE DELL’IDEOLOGIA DI GENERE
L’ideologia di genere non si contrasta solo con la visione biblica e cristiana, ma anche con la verità della persona e della sua vocazione. Quest’ideologia pregiudica la realizzazione personale e, a medio termine, defrauda la società (…). I cambiamenti legislativi che riflettono la mentalità dell’ideologia di genere – concretamente, la legge che ha ridefinito il matrimonio – non sono irreversibili. E i cittadini e i legislatori (…) sono chiamati a fare tutto quanto in loro potere per revocare questi cambiamenti. Se dovremo assistere all’utilizzo del sistema di insegnamento per affermare e diffondere questa ideologia, è bene tenere presente il primato dei diritti di padri e madri sulla orientamento e sull’educazione dei proprio figli. L’articolo 26 n.3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che «ai genitori spetta la priorità del diritto di scelta sul tipo di educazione dei propri figli». E l’articolo 43, n.2 della nostra Costituzione stabilisce che «lo Stato non si può attribuire il diritto di programmare l’educazione e la cultura secondo qualunque guida filosofica, estetica, politica, ideologica o religiosa». Ad ogni modo, la risposta più efficace alle affermazioni e alla diffusione dell’ideologia di genere deve riflettersi in una nuova evangelizzazione. Si tratta di annunciare il Vangelo come questo è: una buona novella di vita, dell’amore umano, del matrimonio e della famiglia, il che corrisponde alle esigenze più profonde e autentiche di tutte le persone. A questo annuncio sono chiamate, in particolare, le famiglie cristiane, prima di tutto attraverso la propria testimonianza di vita.

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23 commenti

  1. Federica

    Lei Paolo si vuole autoconvincere che invece sia una cosa naturale? dunque le persone che invece vedono la realtà’ dei fatti naturali in modo inequivocabilmente giusto sono omofone in senso soft?
    Non pensa forse che lei stia facendo una caccia alle streghe fortuita e non giustificata solo per trovare degli alibi per giustificare questa sua scelta di vita?
    Spero solo che le persone che hanno fatto questa scelta riescano ad avere la forza ed il coraggio di capire se veramente stiano agendo nel giusto, perché’ se si inizia anche a voler legalizzare attraverso i matrimoni e le adozioni questo modo di vivere si sarebbe già’ estinta la specie di tutto l’universo, perdendo il bello di a scoprire i difetti ei pregi Dell’ altro sesso ed il procreare.
    Al contrario bisognerebbe lottare per avere delle associazioni che aiutino a far ritrovare la via perché’ il cammino non è’ facile e sarà’ pieno di ostacoli per demoralizzare il cammino per uscire fuori.

  2. Federica

    Più’ vedo le foto di questo articolo e più’ mi chiedo come si fa a proporre come cosa normale che due uomini formino una famiglia o due donne formino una famiglia. Le foto devono aprire gli occhi sono cose assurde . Non buttiamo via il nostro corpo e’ il tempio di Dio come ci ha anche detto Gesù’ nel vangelo, quando si dice fare sesso già’ si esclude la parola amore. L’amore che si completa nel formare la vera FAMIGLIA e dando vita al nostro futuro naturalmente facendo l’amore e non sesso e non rifugiandosi ancora a cose da rabbrividire come affittare uteri.
    Al contrario di far nascere associazioni pro adozioni gay, matrimoni gay, dovremo aiutare questi nostri fratelli a ritrovare la strada della vera felicità’ perché’ sono nel buoi in un tunnel profondo dove senza aiuto non riescono a ritrovare la strada verso la luce Dell’ anima.
    Tanti suicidi non sono dovuti a frasi dette in toni forti o violenti da qualche cretino , ma sono dovute al senso di incompletezza che si ha dentro e infelicita’. È non è’ con le leggi che la coscienza si zittisce dentro c’ e’ un logorio un senso di pesantezza .
    Io spero che tante persone gay invece di accettar la questa situazione si facciano forza e ritrovino la purezza per uscire fuori e costruirai una famiglia vera.

    1. Paolo

      Le auguro di comprendere che il dolore di alcune persone omosessuali è proprio dovuto, non solo ad insulti palesi o a violenze, ma ha proprio a questa idea distorta che la loro natura sia sbagliata o frutto di un “disagio”. Alcuni, e sono vittime chiaramente, arrivano a convincersene odiando di conseguenza quella che è una propria realtà affettiva e sessuale normale e naturale.
      Questa è la forma più pericolosa e subdola di omofobia. Le auguro quindi, in coscienza, di rendersene conto ed aprire gli occhi aldilà dei dettami di ideologie confessionali.

      1. Giovanni

        I gay soffrono perché sono i primi a sapere che la loro tendenza non è normale.
        Cercano di normalizzarla
        prima coi soldi (gay ricchi, che sono accettati in forza della loro ricchezza, che poi hanno fatto lobby per diffondere e giustificare/normalizzare la pseudocultura omosex),
        poi col consenso popolare di chi si trova con lo stesso problema e ricco non è (ma prende come esempio da imitare i gay ricchi e famosi e vuole imitarne lo stile di vita).

    2. mike

      secondo me i gay sono stati sempre usati da tutti. ragiona in 2000 la chiesa sempre a dire che era peccato. ok lo era e lo è. ma mai a capire, o anzi a far capire, come mai si diventa gay (io perlomeno così credo, anche in base a molte cose sentite qua e là, cose di vita vissuta da gente che credo siano gay o lesbiche). hanno sempre fatto comodo, dato che non potevano avere figli. e il freno demografico anche alla chiesa è piaciuto, come a tutti. dopo è vero, o così credo, che dicendo che era peccato si stimolava la riflessione interiore (anche col pensiero insegnato della collera divina) così qualcuno poteva ri-divenire etero. parrebbe assurdo ma in fondo è quanto accade oggi. di tolve mica è l’unico. se oggi qualcuno li aiuta il percorso in fondo lo fanno loro. alla fine l’atteggiamento della chiesa, per come credo di averlo capito, era duplice: da un lato ipocrita (non ti diceva come mai eri gay, o lesbica, per la comodità del freno demografico) dall’altro caritatevole (creava le premesse, con la sua educazione di carattere ovviamente religioso, affinché chiunque di loro potesse uscire dall’omosessualità). nel complesso l’atteggiamento della chiesa pare più ipocrita che caritatevole. oggi poco è cambiato. delle teorie psicologiche sull’origine dell’omosessualità la chiesa (=la gerarchia) poco parla. pur se ora c’è un papa con cognizioni di psicologia. hanno paura della gente? non mi pare, dato che comunque condannano gli atti omosessuali. è solo che vanno avanto con la solita tiritera sull’argomento. in pratica gli omosessuali non lgbt se sperano in un vero aiuto, uno completo, dalla gerarchia insomma, sperano male. certo accoglienza, amore, rispetto, ce li vuole. ma visto che con tutta probabilità se ne può uscire, o così gente come Nicolosi dice, la gerarchia dovrebbe valorizzare più la cosa.
      NB: nel catechismo si dice che è peccato anche pensare qualcosa che è peccato. nel caso degli omosessuali no. sono responsabili solo degli atti omosessuali se li fanno. e i pensieri impuri omosessuali no? certo mettere in discussione quelli porterebbe ad una riflessione e dopo uno scoprirebbe che so un cattivo rapporto col genitore delle stesso sesso… nel catechismo pare invece prevalere una linea di non far capire agli omosessuali come mai sono tali. e quasi che dubito di quanto detto sopra.

  3. Antonella

    Che nessuno dica ai preti che le donne possono essere madri autoritarie e dare ai figli delle regole oltre che affetto. L’ideologia del gender sarà un guazzabuglio de-genere, ma il tradizionalismo sessista è giusto che venga smantellato e dissolto.

  4. Antonella

    Che nessuno dica ai preti che le donne possono essere madri autoritarie in grado di dare delle regole ai figli oltre che affetto. L’ideologia gender sarà un guazzabuglio de-genere, ma il tradizionalismo sessista è giusto che venga finalmente smantellato e dissolto.

  5. Antonella

    Che nessuno dica ai preti che le donne possono essere madri autoritarie in grado di dare delle regole ai figli oltre che affetto. L’indeologia gender sarà un guazzabuglio de-genere, ma il tradizionalismo sessista è giusto che venga finalmente smantellato e dissolto.

    1. mike

      la seconda parte la capisco, e mi trova d’accordo. la prima non la capisco e … ma che voi dì?

  6. mike

    personalmente non capisco cosa c’entri la teoria del gender col mettere in crisi il genio femminile. ho l’impressione che qui si voglia anche attaccare l’emancipazione della donna, cosa che certo oggi ha assunto risvolti folli (a livello mediatico le femen) ma che tutto sommato è sacrosanta (le donne hanno voluto lavorare per avere l’indipendenza economica, e fin qui alla fine ok. il prosieguo non va bene, è stato uno sbandamento, ciò cui davvero si mirava da qualche pulpito laico). per ripetere che c’entra questo col gender? oggi l’omosessualità fa comodo e allora si cerca di sdoganarla sia come accettazione sociale sia come legislazione. e le due cose sono ovviamente collegate. il genio femminile “negato” è un altro discorso, in fin dei conti.
    nell’articolo si dà l’impressione di colpire un altro punto della cultura laica oggi dominante, e cioè l’idea (vera soprattutto in teoria ma comunque un po’ vera) della liberazione della donna. se volete che le donne tornino ad essere gli angeli del focolare ok, ma senza ipocrisia. è inutile dire del genio femminile per poi parlare del padre come unico rappresentante delle regole e dell’autorità. come cioè dire che anche la moglie, ossia la madre dei bambini, va sottomessa al marito. per carità io ritengo che il cristianesimo ha trattato le donne come esseri umani ma anche che al suo interno la donna abbia avuto una situazione di subalternità che alla fine poteva risultare più fastidiosa. in altre culture le donne sono sottomesse, ma almeno lo sanno. da noi dicevano che erano pari all’uomo poi però c’era il padre, il marito. sulla storia delle donne prete la cosa si mostra meglio: non possono diventarlo ma il perché in 2000 anni non è stato detto. si dice che si segue ciò che fu una scelta di Gesù. si certo ma Gesù avrà avuto i suoi motivi, su cui in 2000 anni nessuno ha indagato. poi la chiesa si lamenta se le donne su certe cose del cristianesimo non ci si trovano più. lo dico anche perché parlando con donne che conosco queste talvolta si lamentavano proprio del ruolo della donna nel cristianesimo, faccenda donne prete inclusa. io son d’accordo che solo gli uomini siano preti, solo che nel parlare con la gente che gli vai a dire? cosa gli spieghi?
    di mio aggiungo infine che sono ancora single ma se trovo una donna non voglio che sia una mia subalterna ma una che collabora con me. una con cui si può dialogare. mi può stare bene che io sia la rappresentanza dell’autorità, ma in casi estremi ossia quando i figli non si sa che gli passa in testa. che cosa me ne faccio di una che deve fare l’angelo del focolare? come ideale, da un certo ounto di vista, è tristerello.

    1. beppe

      caro mike, quando vedrai la tua ragazza, non scriverle tutte le cavolate che hai scritto qui, o almeno prova a rileggerle prima di dare invio. auguri ( e ripensaci all’angelo del focolare..)

      1. mike

        ma perché non provi tu a dire che ho detto di sbagliato? è facile dire che qualcuno sbaglia. si dica pure dove sbaglia.
        forse sei tu che hai letto male. non sono contro l’angelo del focolare, ma come ideale non mi piace del tutto. talvolta mi pare solo una versione migliore della condizione femminile nell’islam o in altre culture. il perché? l’insistere con la figura del padre. il padre certo che deve esserci, ma la madre no? e non si dica che oggi manca la figura del padre. è una grandissima bugia. che oggi la figura della madre è sempre presente? abbi pazienza non sono nato ieri è le cavolate non voglio più sentirle. oggi manca spesse volte la figura della madre come quella del padre. chi è contro l’ideologia del gender, e tu mi pare sei tra essi come me, dovrebbe pensare che i genitori ce li vogliono entrambi. tutti bravi a dire che il matrimonio è tra uomo e donna e che occorrono madre e padre. poi però si insiste sul padre, come simbolo di autorità. a parte che è un modo manco tanto nascosto da cui trapela il maschilismo, ma poi allora la madre che fa? solo lavare, stirare, cucinare? appunto una serva. e si torna al discorso sul maschilismo. ragazzi ma ci pensate alle cose che scrivete? più mi passa il tempo più capisco che in parte è vera una critica da sempre fatta al cristianesimo, ossia di offuscare le coscienze. sarà pochissimo vero ma quel pochissimo è vero.
        comunque auguri anche a te.

        1. Laura

          Io non sono la persona più qualificata per parlare di femminismo in quanto in casa mia, senza il consenso di mia madre, non si è mai fatto nulla e per me questa è sempre stata l’unica realtà possibile, per cui frasi tipo “angelo del focolare” mi sembrano piuttosto svenevoli ed estranee ad ogni realtà..
          L’uomo e la donna sono compagni che camminano insieme nella stessa direzione e credo si sia detto tutto.
          D’altra parte credo che questa sia una realtà diffusa e condivisa nel nostro occidente, se mai il ruolo dell’uomo si è sempre più affievolito divenendo quasi inesistente, con danno per la famiglia e i figli che sono stati privati dell’autorevolezza di una figura positiva.
          Mia figlia, a cinque-sei anni, mi ha chiesto cos’è il femminismo, io mi sono impegnata in una lunga spiegazione forse non troppo esaustiva poiché lei, dopo una pausa di riflessione, mi ha risposto: “Beh, io sono femminista, sto dalla parte dei maschi” “In che senso?” “Ti faccio un esempio: quando a scuola discutiamo di qualcosa, appena un maschio apre bocca noi bambine urliamo tutte insieme . Ecco, poverini mi fanno anche pena! Io credo che pure i maschi, qualche volta, dovrebbero poter dire che cosa pensano !!”
          Nel mio lavoro, seguendo molte famiglie, ho osservato che anche in quei contesti nei quali l’uomo è prepotente e violento, e sono tanti, la donna riesce spesso a trovare percorsi alternativi alla discussione diretta, realizzando così quei progetti che le sembrano determinanti nell’ambito familiare.
          Riguardo al sacerdozio, a parte il fatto che questa è la direttiva della Chiesa e come tale deve essere seguita, credo che agli uomini si debba lasciare uno spazio grande ed esclusivo nella possibilità di cooperare con Dio.
          Il sacerdote congiunge il cielo alla terra trasformando il pane nel corpo di Cristo, la donna diviene “coartefice” con Dio nella creazione e questa peculiarità resta sua anche se non concepisce nella carne.
          E’ vero che la gravidanza e il parto comportano molti fastidi e sofferenze (grande guaio il peccato!), è vero che un bimbo piccolo è alquanto problematico da gestire insieme a un lavoro fuori casa, è vero che il cambio dei pannolini e le notti in bianco non sono esaltanti, ma la contemplazione del volto di Dio nel viso del proprio figlio e la certezza di aver operato con il Creatore nel plasmargli una vita proiettata nell’eternità, è qualcosa che trascende ogni astrazione, è irrinunciabile !

          1. Laura

            E’ stata censurata la frase che le bimbe (di 5 anni) urlano ai maschi che intervengono in un discorso. Così si perde il senso della divertente risposta di mi figlia !!!

    2. Giovanni

      L’angelo del focolare è uno stereotipo borghese del 19º secolo, non certo del Cristianesimo che vede nella donna un essere umano di pari dignità dell’uomo ma con sue peculiarità (che mancano al maschio che a sua volta ne ha altre che mancano alla donna).
      Dire che ci sono professioni più adatte alle donne e altre più agli uomini (maggiormente in accordo con le suddette peculiarità di entrambi), non significa essere maschilisti.
      La teoria del gender sminuisce la donna perché uccide la famiglia, nella quale la donna ha un ruolo fondamentale per i primi anni di vita dei figli. La teoria gender riduce la donna, meglio se povera, a una incubatrice per figli di altri.
      Tornando al Cristianesimo, le famose parole di San Paolo sulla donna sottomessa all’uomo vanno prese insieme a quella immediatamente successive dell’uomo che deve amare la sua sposa come Cristo ama la Chiesa (Cristo è morto per la sua Chiesa).

      1. mike

        condivido appieno.

  7. giesse

    Povero occidente dalla mente contorta, solo dalla sua pancia piena possono venire simili idiozie.
    Nel frattempo popoli affamati, genuinamente omofobi, a poco apoco ci invadono.
    Che siano la nostra salvezza?

    1. mike

      se si convertissero si, altrimenti sono loro che ci daranno (e su commissione) il colpo di grazia.

    2. luca

      giesse ti rendi vagamente conto di quello che scrivi? in pratica stai dicendo che per “vederci chiaro” bisogna essere morti di fame, ovvero poveri sotto-educati… ma non sarà che con la cultura e l’educazione certe cose ora si riconoscono per le cavolate colossali che sono, ad esempio le religioni?

      1. beppe

        caro luca, tu avrai la pancia piena ma il tuo cervello è in debito di fosforo. l’occidente che tu vedi così GAIO se non cambia tendenza verrà soffocato dal suo stesso vomito.

  8. Tommasodaquino

    tutto il problema inizia con una semplice frase, purtroppo l’incolpevole autore non poteva immaginare una tale deriva :”Cogito ergo sum” – con questa affermazione che è stata presa sul serio abbiamo iniziato un’inarrestabile decadenza.

  9. Paolo

    conferenza episcopale del Portogallo…alla faccia di tacciare altri di ideologia!!!!

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