
Siria. Nel villaggio cristiano a due chilometri da Al Qaeda. «Se cancelli il Verbo qui, la cristianità non avrà futuro»

«Vengo in questa chiesa ogni domenica da quando sono nata. Ma ora la situazione è davvero difficile, siamo tutti spaventati perché i jihadisti controllano i villaggi attorno al nostro». Afaf Azam è una cristiana di 52 anni ed è appena uscita dalla chiesa di San Elia, nella piccola città rurale di Izra, provincia di Deraa, nel sud della Siria.
STORIA MILLENARIA. La storia cristiana di Izra è tra le più antiche del mondo. I cristiani sono arrivati in questa città citata anche nella Bibbia 1.500 anni fa, quando faceva parte della Cananea. La chiesa di San Elia è stata costruita nel 542, 28 anni prima che nascesse Maometto. Izra è sopravvissuta ai persiani e all’Impero ottomano ma ora rischia di cadere nelle mani di Jabhat Al Nusra, la milizia di Al Qaeda che ha già conquistato le vicine città di Nawa e al-Sheikh Maskin e che si trova a meno di due chilometri.
RIBELLI CON I TERRORISTI. «È molto semplice: se l’Occidente vuole che la Siria rimanga un Paese per cristiani, deve aiutarci a stare qui e smettere di armare i terroristi», dichiara al Telegraph padre Elias Hanout (foto a destra). I paesi occidentali non hanno mai armato lo Stato islamico ma padre Elias non si riferisce ad Al Qaeda o all’Isil quando parla di “terroristi”, bensì ai ribelli che si sono uniti ad Al Nusra e sono pronti ad attaccare la città. Alcuni di coloro che minacciano la millenaria storia di Izra «fanno parte» del gruppo di “ribelli moderati” addestrati e armati dalla Cia in Giordania.
«IL VERBO È PARTITO QUI». Domenica alla Messa c’erano poche persone e il coro mancava degli elementi migliori: la maggior parte dei cristiani della città, infatti, è scappata. Mentre padre Elias celebrava, gli spari rimbombavano riempiendo la piccola navata: il timore è che l’esercito di Bashar Al Assad sia presto sopraffatto dai terroristi e che l’invasione sia imminente.
«Il Verbo è partito in questa terra. Se tu cancelli il Verbo qui, allora la cristianità di tutto il mondo non avrà futuro», continua padre Elias, pensando forse anche ai 700 mila cristiani rimasti oggi in Siria. Nel 2011 erano 1 milione e 750 mila.
CHERUBINI E SACRIFICI. Vicino alla chiesa di San Elia si trova anche quella di San Giorgio. Tra gli edifici più antichi di tutta la Siria, è un tempio pagano convertito dove campeggia ancora questa iscrizione, datata 515 d.C.: «La casa del Male è diventata casa di Dio. Gli inni dei cherubini sostituiscono i sacrifici offerti agli idoli. Dio si è stabilito qui in pace, dove gli uomini erano soliti odiarlo».
CRISTIANI IN FUGA. Sia i cristiani che i musulmani di Izra hanno paura degli islamisti: «Nessuno vuole che quegli uomini avanzino», afferma un residente in via anonima, «[anche i musulmani] sono spaventati». La signora Azam non ha dubbi su chi preferire nella guerra: «Quando il male arriva, devi difendere il tuo Paese. Noi amiamo il nostro governo proprio come amiamo il nostro Paese».
Da Izra, come da tante altre città della Siria, sono molti i cristiani che cercano di scappare. Eva Astefan ha fatto richiesta di asilo alle Nazioni Unite: «Mia figlia di 14 anni è stata uccisa da un cecchino dei ribelli nel 2012. Questo è il nostro Paese e noi lo amiamo ma non abbiamo altra scelta [che andarcene]. I terroristi rapiscono e uccidono i nostri uomini, facendo penzolare sui loro cadaveri la santa croce».
«GAMBE E BRACCIA SPEZZATE». I cristiani non sono gli unici a essere nel mirino dei terroristi islamici. Abu Mohammed è sunnita come i ribelli, ha 60 anni, ma «tutta la mia famiglia» è stata sterminata dagli islamisti: «Sono entrati nella nostra casa ad al-Sheikh Maskin. Hanno attaccato mio figlio, mio fratello e due miei nipoti. Hanno spezzato loro gambe e braccia. Li hanno portati sul tetto e li hanno gettati di sotto. Sono l’unico ad essere sfuggito. Hanno fatto tutto questo solo perché mio figlio era un soldato dell’esercito regolare».
«NON ARMATE I TERRORISTI». I ribelli “moderati” su cui gli Stati Uniti contano per sconfiggere lo Stato islamico e Assad sono ormai concentrati solo nel sud della Siria (mappa © Telegraph) e sono gli stessi che presto potrebbero attaccare Izra. Barack Obama si sta accordando con Arabia Saudita e Turchia per addestrarli e armarli ed è per questo che i cristiani di Izra si sentono traditi proprio dai cristiani occidentali: «Ci avete abbandonati. Per piacere, dite al signor David Cameron che non vogliamo né aiuti né donazioni. Però, per piacere, ditegli anche di smettere di armare i terroristi».
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15 commenti
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purtroppo invece l’occidente ha armato e addestrato, e continua a farlo, sia L’ISIS che Al Qeida: come prima carità verso i perseguitati, bisognoerebbe iniziare a dire la verità.
Ci sono le foto di mcCain con Al-Bagdadi (alias Shimon Eliot ex mossad), e di Netanyahu che va a trovare militari ISIS curati in ospedali Israeliani (vi sembra strano vero!?!?!?)
chiedo che si inizino a dire queste cose, altrimenti le nostre rimangon olacrime di coccodrillo
@;;Leo :
Rispondo solo adesso perché è un po’ difficile trovare il tuo intervento in mezzo al rumore di fondo del troll piazzista di FakEurabbia :- ))
“Quindi, la popolazione siriana (ed irachena) sono sacrificate in realtà per colpire non solo Teheran, ma anche e soprattutto (in quanto protagonisti della moderna futura Via della Seta) Mosca e Pechino.”
Anch’io ti rimando ad un altro interessante articolo di Pepe Escobar “columnist” di Asia Times Online : “Lame duck out of the Silk Road caravan”, in riferimento a come Obama sia sempre più tagliato fuori dalla carovana della novella Via della Seta.
Ma il problema è proprio questo : tu credi che la grande finanza anglo-sionista sia così pronta a mollare in favore di un nuovo mondo multipolare al quale i benemeriti BRICS stanno lavorando ? Delle popolazioni siriana ed irachena (e non solo) non gliene può fregare di meno. Stiamo parlando di chi, tra le altre cose, non ha esitato a far fuori 3000 persone nell’operazione falsa bandiera dell’11 settembre 2001 per avere mano libera ad occupare riducendoli in pezzi Afghanistan ed Iraq.
Ci troviamo di fronte a dei diabolici professionisti nell’uso della menzogna per difendere il proprio potere e che la danno a bere facendo credere alla gente (che ci crede sempre meno, grazie a Dio) che nel “libero occidente” il dissenso è permesso : in fondo dissentire ti fa sfogare e non fai male a nessuno di quelli che contano e che decidono davvero.
E’ un po’ difficile, a chi ricicla panzane altrui dalla matina alla sera, rispondere con argomenti seri e non con panzane auto-prodotte a questioni precise e documentate: così, non rimane, ai mistificatori associati & copincollisti riuniti, che accusare il prossimo dell’incapacità che hanno, in solitario e in solido, di replicare in maniera meno casual, per quanto sempre più prevedibile.
Trasformare un blog in cui si dovrebbe discutere in una “vetrina” in cui piazzare paranaoie personali e di gruppo, è proprio il genere di attività svolta dai troll o aspiranti tali a tempo pieno o nel dopolavoro.
Che sia possibile dissentire, da queste parti, non basta a dimostrarlo, alle teste perse nelle divagazioni geografiche e mentali, neppure il fatto che pescano quello che trovano raccattandolo ovunque e dopo questa accurata selezione dell’usato, esporre il trovarobato come un cane fa con il materiale di scarto scavato zampettando di brutto. Non essendo in grado di capire neppure quello che non dovranno dimostrare a se stessi, le teste perse pretendono di dimostrare a altri cose che sono fuori della loro portata, che non è quella estensibile a piacimento delle geografie variabili ove convenga.
Poi, che dissentire sia inutile in Occidente – e pazienza se, meno che inutile, non è possibile o non è altrettanto facile altrove – solo perché le paranoie che i mistificatori prediligono non incidono in modo significativo su nulla, è la prova che, in perfetta ortodossia paranoica, i predetti mistificatori prendono la loro limitata esperenza come criterio di valore universale.
E’ difficile dialogare con i terroristi lo ha detto perfino il papa ma non dimentichiamo che loro non hanno ciò che abbiamo noi: la fede e la dignità perchè è in questo che noi siamo più forti di loro
Le opinioni, piuttosto comuni, di un giornalista – nell’Occidente un po’ più libero di altri posti, diciamolo: immaginare dissenso a Teheran o a Gaza, a Kuala Lumpur o Lahore, dove non c’è coraggio che basti, è qualcosa che supera perfino le paroanoie dei mistificatori 24/24 spulcia-siti – diventano prove di cose che non c’entrano niente, come i Piani senza pavimento su cui non si paga l’Imu e nemmeno uno psichiatra.
Gli U.S.A. vogliono la Turchia in Ue, che altri Stati e larga parte dell’opinione pubblica europea non vogliono, ma che è auspicata dai mistificatori che tifano per una crescente integrazione eurabica, dando ragione, con ciò, a Bat Ye’or, che, però, contestano in quanto ebrea sionista, nel quadro di una “santa alleanza” contro il Grande Satana ovvero USraele, come i soliti mistificatori sono soliti deformare i nomi, non solo le citazioni, i dati statistici, le notizie di cronaca e i fatti storici;
la politica obamiana, onusiana e eurocratica nei confronti della Russia è criticabile – eccome! – e del tutto folle, questo è chiaro e evidente anche a chi non deve perciò pagare il pedaggio del cervello consegnandolo alla sindorme di Yinon per giungere a questa semplice constatazione;
la geo-politica spiegata con le paranoie non è il miglior viatico a comprendere nemmeno realtà meno vaste della follia che le ispira: come, per es., la cacciata dei cristiani da Gaza e Cisgiordania, passati dal 30% del 1967 a meno del 3% di oggi;
né le fantasie e le citazioni ad arte sono in grado di dare conto del generale attacco degli islamici al di fuori delle coordinate geografiche cronologiche pianificate dai paranoici assertori delle geografie yinoniste, dal Maghreb all’Africa Nera, dalle Filippine all’Indonesia al Pakistan nuclearizzato, in Paesi in cui la violenza risale a ben prima del Piano per tenere occupato il cervello di gente che non sapeva che farsene;
gli US.A. e Israele che destabilizzano il Medio Oriente per l’irresistibile ascesa dei Paesi arabi sul piano economico internazionale: una trovata di una comicità irresistibile, datosi che i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, tolte le risorse energetiche e il turismo, non producono ancora – malgrado gli eurocrati gli facciano condizioni di favore contro gli interessi e l’agricoltura italiana, greca, spagnola, ecc… – nulla che possano esportare mettendo in crisi il predominio di altre economie. En passant, sarebbe perfino comprensibile che gli Stati mettano a repentaglio il benessere o la sicurezza di Paesi e popoli stranieri, mentre i popoli europei sono rottamati dall’eurocrazia in ossequio a accordi sottoscritti come è stato dimostrato da Bat Ye’or.
I copincollisti riuniti & mistificatori associati, a questo punto, potrebbero citare passi di atti e brani di documenti eurabici. Così, tanto per cambiare le citazioni in tavola: ché si sa quali piatti preferiscono ingurgitare per sentirsi migliori di quello che sono – sì, pace e bene e “santa alleanza” e guerra sacrosanta agli U.S.A., morte “all’entità sionista”, guerra alla Turchia, guerra al Qatar: guerra, guerra, guerra! La parodia paranoica di quel Piano Sommo che dicono di aborrire, ma che portano sempre fra il ventricolo destro e quello sinistro.
Su Globalresearch è comparso il 26 settembre scorso un articolo del coraggioso giornalista Mahdi Darius Nazemroaya specialista in geopolitica e strategia “The March to War: Fighting ISIL is a Smokescreen for US Mobilization against Syria, Iran” e fra le molte interessanti analisi una in particolare è secondo me degna di nota. L’obiettivo più vasto degli USA sarebbe l’arresto dell’integrazione eurasiatica.
Nazemroaya afferma :
“Mentre gli Stati Uniti fingono di combattere gli stessi terroristi e le stesse squadre della morte che hanno creato, i cinesi e i loro partner sono impegnati a lavorare per l’integrazione dell’Eurasia. La «guerra al terrore globale» americana va di pari passo con la ricostruzione della Via della Seta. Questa è la vera storia e il vero motivo dell’insistenza di Washington a combattere e rimobilitarsi in Medio Oriente. Ed è anche il motivo per cui gli Stati Uniti hanno spinto l’Ucraina a sfidare la Russia, e l’Unione Europea a sanzionare la Federazione russa.”
Quindi, la popolazione siriana (ed irachena) sono sacrificate in realtà per colpire non solo Teheran, ma anche e soprattutto (in quanto protagonisti della moderna futura Via della Seta) Mosca e Pechino.
Scusate, ci sono due miei post in attesa, aspetto quanto c’è da aspettare, ma spero li pubblichiate, se no questo terzetto, con ausiliari di truppa in copie plurime, si illude più di quanto faccia correndo appresso alle fanfaluche yinoniste/yunoniche.
Al momento, il post con cui replico al mistificatore a tempo pieno non viene fatto passare. Non posso ridigitare un altro post, oltre tutto, articolato, in risposta a interventi demenziali copia-e-incolla. Non mi spiego come possa succedere e anche, piuttosto spesso: ma dovere ridigitare, mentre i mistificatori riuniti & copincollisti associati se la cavano senza troppa fatica, non mi sembra neppure giusto.
Grazie lo stesso.
C’è sempre qualcuno che si abbevera alla fonte della paranoiae poi, per fare prima, arriva a a produrla da sé; e senza prendere in considerazione null’altro che possa rafforzarne le teorie schizoidi che garantiscono di mantenere il livello di follia cui è assuefatto, ignora ogni ogni evidenza, ogni obiezione, ogni verifica controfattuale: e va dritto allo scopo – asportare le parti da ruminare e rimuovere quello che non può alimentarne le manie. Tutto è saccheggiato – siti, soprattutto – allo scopo di proteggersi dalla realtà.
Israele si inventa i nemici; e i nemici ci sono; sono anche forti, ma siccome Israele cerca di essere più forte perché circondato da gente che gli offre condizioni di pace che ogni malato di mente ritiene non si possano rfiutare, Israele va distrutto o in alternativa, si disgreghi come Stato – dopo quello che ci hanno messo e che ci è voluto: lo chiedessero a altri Stati, di recente o antica sussistenza; lo chiedano agli irianiani, questo prezzo modico della pace. Che Israele si arrenda e non se ne parli più: che sparisca e tutto si risolverà pacificamente.
No? Allora, i ben volenterosi Hezobllah, “Nasrallah, che non dimentica”, come si dimentica la storia del cristianesimo libanese e la sua subordinazione alle potenze regionali per questioni di mera sopravvivenza, il Libano multiconfessionale con gli equilbri anteriori alla guerra ’75-’85, non c’è più, l’offerta di pace ha funzionato e si è visto come, con chi “non dimentica”; e si è vista squagliarsi la presenza cristiana dai territori palestinesi, su cui nulla c’è da spiegare o da citare; e si destabilizza il Medio Oriente, cioè, le Filippine, per fare indossare il chador e il burqa alle donne indios dell’Amazzonia, perché, sostiene Erdogan in Turchia, la parità fra uomo e donna è una diavoleria occidentale; e Israele mette su regimi che vogliono radere al suolo Israele per spingere gli occidentali, infidi e infedeli per definizione, a combattere arabi e i musulmani…
Almeno, la cosiddetta paranoia israeliana ha alcune centinaia di milioni di musulmani da cui difendersi: quella che fiorisce in testa a certi mistificatori appianati all’Yinonismo, invece, è frutto di un’ideologia che abbiamo visto l’effetto che ha fatto. E che “Nasrallah non dimentica.”
La marea di stupidaggini che va avanti di citazione in citazione non permette agli mistificatori di riaversi abbastanza per capire quello che copincollano come gli capita prima. La storia degli errori non è solo occidentale. Contro la Russia sovietica in Afghanistan, l’Occidente sosteneva forze tribali unite da un Islam atavico che non è stato creato apposta, c’era sempre stato. Ogni volta che si parlava di regimi islamici dittatoriali e corrotti, democratici e islamici di ogni sorta e setta accusavano l’Occidente di tollerarli, di essegli amico, di proteggerli, armarli, ecc… Quando li si demolisce, ecco che l’Occidente imperialista ha gettato la maschera; quando si dimostra che l’Occidente ha negoziato con gli arabi immigrazione e riscrittura della storia eurpea in chiave filo-islamica, il tutto in cambio di petrolio, questo viene paranoicamente ingorato o rifiutato perché a darne conto, con documenti inoppugnabili, è l’ebrea Bat Ye’or; viceversa, quando la realtà sfugge e le contraddizioni stringono, ecco, paranoicamente, uscire dal circolo vizioso cacciandosi con tutte le scarpe nei labirinti geografici dell Piano Yinon, limitato, come da citazione, a dare un assetto al Medio Oriente, ma, poi, il Medio Oriente va dove porta i mistificatori di “buona volontà” un odio di vero cuore.
Finanziare i mujaheddin afghani in chiave antisovietica si può in parte comprendere pensando al contesto storico della guerra fredda in cui la posta in gioco era il futuro dell’umanità, ma addestrare ed armare i sedicenti “ribelli moderati” di Siria contro il regime laico di Bashar Al-Assad come si giustifica?
La politica dissennata e controversa degli U.S.A., che non sono una forza storica idolatrata, almeno da me, infallibile e come, tale da proprorre a modello o guida a chicchessia; e in particolare, la politica contraddittoria e per molti aspetti, sospetta dell’amministrazione Obama, spiegano ovvero lasciano parecchi dubbi. Per i quali non c’è bisogno, però, di prospettare Piani paranoici in cui sionisti e ebrei deciderebbero di lasciare proliferare, crescere e magari, si adioperebbero a favorire e anzi!, costruire intorno a Israele forze ostili e regimi anti-semiti che ne predicano l’annientamento e questo, allo scopo di? Di spingere l’Ue contro gli arabi? Ma scherziamo?
L’intellettualità siriana laica e “moderati” islamici, con accanto fior di intellettuali e progressisti, non pochi dei quali, se la cosa può interessare come vedo interessa morbosamente i paranoici, ebrei – vedi Bernard Henry-Lévi -, hanno sempre tuonato contro la complicità, l’alleanza, la tolleranza per squallidi interessi energetici fra regimi islamici – moderati e non – e Occidente. Peraltro, fa ridere l’idea degli US.A. e degli israeliani – e perché solo loro, poi? Perché non anche altri Paesi dell’Occidente? – allarmati dallo “sviluppo”, si immagina, impetuoso, incontenibile, dal “desosarollo” – dicono in Sudamerica – arabo e perciò, desiderosi di distruggere una temibile concorrenza sul piano, come dire, geo-economico: ecco, si vorrebbe sapere, dal fan club del Piano Yinon, cosa esportavano, dieci o venti anni i Paesi islamici, a parte petrolio, capitali e immigrati: cosa? Datteri? Kefyah? Ho già detto che, al 1990 – dati e date, non chiacchere riprese da un giornale in cui un giornalista delinea una strategia di difesa per un Paese che non doveva fronteggiare certo delle verginelle -, il Pil complessivo dei Paesi arabi non superava quello della Spagna! E allora, che dovremmo fare, oggi che, grazie agli accordi con l’Ue, per es., la nostra agricoltura – penso alla mia Sicilia: ma non solo – è distrutta per fare posto agli agrumi marocchini e algerini, ai pomodorini tunisini, ai carciofi egiziani? E i miei connazionali e “vecchi europei” devono farsi da parte per fare posto ai “nuovi europei”, da quando, il 23 aprile 1973, quel gran destrorso di Chirac emanò un decreto che autorizzava i ricongiungimenti familiari per gli immigrati, che, fino a allora, potevano arrivare in Francia con un permesso di lavoro, scaduto il quale dovevano tornarsene a casa? Fu spalancata, quel giorno, la porta all’immigrazione massiccia, dando seguito a accordi che vedo derisi perché, pubblici, sono stati resi di pubblico dominio da un’ebrea. e pertanto, non meritano alcun credito, anche se solidamente documentati? E su cui, devo ricordarle, lei, da solo e in compagnia scelta o raccogliticcia, non avete nulla da dire perché i documenti ci sono, i riferimenti li abbiamo e i fatti – un’immigrazione continua, milioni di islamici (e non solo, certo) che, fino a poco tempo fa, vivevano in posti di cui ci venite a dire che erano in piena prosperità e che ci saremmo messi a casa per impedirgli di continuare a godersi la loro vita all’antica con meravigliosie prospettive future – li vediamo ogni giorno?
E che dire della Siria e di un coacervo di complottismi alimentato, in Siria e non solo, dalla tradizione di pensiero – assai fantasioso, anche questo – di un Louis Massignon, personaggio ambiguo dall’inizio alla fine, per il quale l’islamismo sarebbe stato una religione rivelata perchè Dio in mente aveva una rivelazione apposta per gli ebrei, una tutta per i cristiani e una appositamente per gli arabi?
Tutta una enorme catena di paranoie che si auto-confermano!
E perciò, l’Occidente deve servirsi di quello che trova: e come noi non chiediamo come la pensano gli immigrati che arrivano qui e quelli di terza o quarta generazione che vanno fin lì a battersi per ciò che vorrebbero realizzare da noi e contro cui nessuno stinco di islamico “moderato” scende in piazza, così fanno gli americani: che, secondo tutte le regole scritte e non scritte della diplomazia, intrattengono rapporti anche con gli irianiani, i talebani, ecc… Ma che, in nome della pace e per fare un dispetto a Yinon e un favore ai mistificatori di storia, geografia e teologia, dovrebbero fare guerra alla Turchia, lodata come erede della “gloriosa” tradizione califfale; contro i sauditi, eredi di una famiglia cripto-ebrea (!), e guerra al Qatar, contro cui non vedo scendere in piazza nessuno e che, anzi, con le sue televisioni pro-palestinesi suscita il plauso dello Yinon fan club, anche se in contrasto con la logica di un Piano accolto da paranoici che rispondono a logiche proprie.
Spero che il post passi, anche se dovrà fare anticamera.
@MarcoL
“addestrare ed armare i sedicenti “ribelli moderati” di Siria contro il regime laico di Bashar Al-Assad come si giustifica?”
Come lei saprà Israele non è mai abbastanza sicuro essendo minacciato, come è noto, nella sua stessa esistenza giorno e notte attraverso i secoli passati presenti e futuri a tutte le latitudini ed in tutto l’Universo.
L’incubo maggiore per la paranoia sionista resta l’Iran, o meglio, l’asse sciita Teheran-Damasco-Hezbollah. Hezbollah, Siria e Iran sono accomunabili per il fatto di essere alleati in un blocco che si oppone alle influenze statunitensi-israeliane. Colpire uno di questi tre tasselli equivale a colpire l’intera struttura.
Le riporto una notizia di qualche giorno fa dell’ANSA :
“ROMA – L’Iran rappresenta per Israele e per gli equilibri del Medio Oriente un pericolo strategico maggiore di quello costituito dai jihadisti dello Stato Islamico (Is): è quanto ha affermato l’ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon, in alcune dichiarazioni all’ANSA, ai margini di un convegno organizzato a Roma dalla fondazione Magna Carta sull’ “instabilità mediorientale”. “La vera minaccia – ha spiegato Gilon – è il rafforzamento, grazie all’atomica, di Teheran. Non solo perchè l’Iran è lo sponsor di nemici storici di Israele come Hezbollah (movimento sciita libanese) o di Hamas, sebbene quest’ultimo movimento sia sunnita. Ma anche perchè le capacità militari nucleari dell’Iran innescherebbero una corsa al riarmo in tutta l’area, e la guerra esistente tra sciiti e sunniti, la principale frattura della regione, si trasformerebbe in uno scontro tra Stati in possesso di armi atomiche”. “Per tali motivi, l’Iran rimane per noi, da un punto di vista strategico, il pericolo numero uno.
Poi, in seconda e terza posizione, si piazzano il terrorismo dei jihadisti dell’Is, estremisti sunniti che sono riusciti ad occupare ‘terre di nessuno’, ovvero zone non controllate in Siria e in Iraq, e il terrorismo di Hamas”, ha osservato il diplomatico.”
Lei capisce che per un pacifico ed innocente staterello come Israele con appena qualche centinaio di testate nucleari e che possiede uno degli eserciti più potenti e moderni del mondo, l’idea di sapere che forse tra qualche anno l’Iran potrebbe avere una bomba atomica (o magari due !) non li fa stare tranquilli. In più, come potrà informarsi su Aurora Sito, “i comandanti iraniani hanno più volte sottolineato l’eccezionale potenza della Difesa Aerea iraniana, riconosciuta dal mondo intero, rendendo i cieli dell’Iran tra i più sicuri nel mondo grazie all’utilizzo di diversi attrezzature e armamenti di produzione nazionale”.
In queste condizioni come diavolo può Israele incenerire l’Iran ottemperando così al suo preventivo e legittimo diritto a difendersi ?
John McCain in settembre su Fox News, in una intervista di Greta Van Susteren afferma:
“Hillary Clinton ha già descritto un incontro alla Casa Bianca due anni fa. Ogni membro della squadra di sicurezza nazionale ha raccomandato di armare l’Emirato Islamico. Solo il presidente s’è opposto e decise di non bombardare la Siria dopo aver detto che aveva attraversato la linea”
Sempre John McCain nello Show di Sean Hannity, su Fox News, del 16 settembre 2014 si oppone al piano del presidente Obama contro l’Emirato islamico e ammette di conoscere i capi dell’Emirato islamico.
Il 6 luglio 2012, il presidente François Hollande riceveva 120 nazioni e organizzazioni internazionali per rilanciare la guerra contro la Repubblica araba siriana, in occasione della conferenza internazionale degli “Amici del popolo siriano”. Fece applaudire Abu Saleh, unica personalità seduta in tribuna. Questo giovane aveva messo in scena il massacro pubblico di oltre 250 siriani da parte dell’Emirato Islamico di Baba Amr, una “zona liberata” dai “moderati” dell’Esercito Siriano Libero.
Segnalo l’articolo su Piccole Note “Il vescovo di Aleppo: l’intervento armato contro l’Isis porterà altro caos” riportando alcune frasi di padre Georges Abou Khazen
:
«Ora si parla tanto di Isis – risponde – e americani e altri vogliono intervenire per fermarlo. Ma temo che si stia ripetendo un tragico errore: ogni volta che gli americani sono intervenuti militarmente in una regione hanno solo alimentato il caos e le divisioni. A proposito di questo Isis c’è poi da ricordare che Hillary Clinton di recente ha detto che gli Usa si trovano a combattere ciò che hanno creato loro stessi. Già perché l’Isis fu creato per andare contro Assad… ».
«Anzitutto occorre fermare i finanziamenti e il flusso di armi verso questi miliziani: hanno armi sofisticatissime, chi gliele dà?…….Lo comprano le grandi compagnie petrolifere, a dieci dollari al barile invece che a cento…»
«Un intervento militare aumenterà la destabilizzazione e renderà ancora più difficile la convivenza tra islamici e cristiani. E dire che questa è andata avanti per secoli, nonostante episodi critici. La Siria era esemplare in questo: c’era convivenza, pluralismo, rispetto. Una caratteristica che ancora dura, anche sotto le bombe cristiani e musulmani si sostengono a vicenda, si aiutano come possono. Questo anche perché per secoli il punto di riferimento degli islamici è stata l’Università di Al Azar, al Cairo, che propugnava un islam moderato. Oggi si sta diffondendo un islam più intransigente, quello wahabita dell’Arabia Saudita: i miliziani apportatori di morte e distruzione vengono da queste scuole, sono formati da muftì e imam di questo ramo islamico. Anche in Siria, quando arrivano, cacciamo le autorità religiose locali e mettono le loro. E istituiscono i loro tribunali. Sono cose ignote all’islam della regione. E dire che l’Arabia Saudita sembra sia l’asse portante dell’alleanza che si sta formando contro l’Isis… »
Di fronte alla affermazione che che in Occidente si pensa che siamo di fronte a una guerra tra islam e cristianesimo.”Non è così : gli jihadisti ammazzano anche gli islamici che non la pensano come loro, buttano giù le loro moschee.”
Ripropongo l’intervista su Youtube “Père Elias ZAHLAOUI Janv. 2012” in francese (ascoltare tra le altre cose quando afferma che l’Occidente è controllato dal sionismo internazionale)
Ora in questa intervista, nonostante Grotti “ci spiega” che “I paesi occidentali non hanno mai armato lo Stato islamico” (come no ?), padre Elias Hanout afferma «È molto semplice: se l’Occidente vuole che la Siria rimanga un Paese per cristiani, deve aiutarci a stare qui e smettere di armare i terroristi»
I cristiani d’oriente sanno bene chi sono i loro veri nemici.