
Scola: «Matrimonio è “per sempre”, non si può fondare sulle sabbie mobili della volontà»

Intervistato ieri dal Corriere della Sera, l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha parlato a 360 gradi di Chiesa, Sinodo, famiglia, matrimonio. Quello di Scola è un importante e interessante contributo di pensiero, in un periodo in cui, dice lo stesso cardinale, si tende a «pensare poco».
FRANCESCO E BENEDETTO. Scola, innanzitutto, smonta la contrapposizione tra i due Papi. «Ratzinger è un “umile servitore della vigna” e Francesco non è per nulla un populista. È un grande uomo di fede che, fin dal primo giorno, ha innovato in due direzioni. Ha capito che se non ci si coinvolge di persona non si risulta autorevoli; per questo papa Francesco dà grande importanza ai gesti».
Piuttosto, prosegue Scola, bisogna stare attenti alle «strumentalizzazioni esterne, che potrebbero reintrodurre nella Chiesa una logica ideologica, in un momento in cui c’è più che mai bisogno di “mescolare le carte”, di superare le sterili dispute, di ascoltarsi reciprocamente. Se invece si ricade nella logica degli schieramenti contrapposti: “Ecco, avevamo ragione noi che dicevamo certe cose prima”, oppure “No, questo non si deve neppure dire”, è finita. Questa è la sfida che tocca alla Chiesa italiana».
COMUNIONE A DIVORZIATI RISPOSATI. A proposito del recente provvedimento sulla nullità matrimoniale e la questione della riammissione alla comunione dei divorziati risposati, a una precisa domanda, Scola risponde così: «Resta una differenza qualitativa tra i due problemi. Un conto è snellire la verifica di nullità, cosa che il Santo Padre ha già fatto con il motu proprio, un conto è riammettere alla comunione sacramentale i divorziati risposati, perché la verifica della nullità non ha mai un esito scontato. Se si appura che il matrimonio c’era, c’è. Il rapporto tra Cristo e la Chiesa, entro il quale i due sposi esprimono davanti alla comunità cristiana il loro consenso, non è un modello esteriore da imitare. È il fondamento del matrimonio che nasce. Io, sposo, non potrei mai fondare il “per sempre”, l’indissolubilità, sulle sabbie mobili della mia volontà. E come posso fidarmi in maniera definitiva che mia moglie mi sarà fedele sempre? Cosa succede nel consenso reciproco espresso all’interno dell’atto eucaristico? Che io voglio il dovere del “per sempre” e decido non sulla base della mia fragile volontà, ma radicandomi nel rapporto nuziale tra Cristo e la Chiesa. È questo che, attraverso il sacramento, fonda il matrimonio».
FEDE NON È FATTO INDIVIDUALISTICO. Il giornalista Aldo Cazzullo gli chiede se la nullità del matrimonio legato alla mancanza di fede non sia, di fatto, un «ammorbidimento del vincolo», e il cardinale risponde così: «È chiaro che la dimensione soggettiva della fede non è verificabile: io non mi posso permettere di giudicare quanta fede hai o non hai tu. Però la fede non è un fatto individualistico, è inserita organicamente nella comunione. Gesù ha detto: “Quando due o tre di voi si riuniranno in nome mio io sono in mezzo a loro”. L’Eucaristia è il vertice espressivo di questa natura comunionale della fede. Pertanto, rispettando fino in fondo la coscienza di ogni singolo, si può valutare se egli intende o meno fare ciò che la Chiesa fa quando unisce due in matrimonio. L’urgenza prioritaria, per me, è che il Sinodo possa suggerire al Santo Padre un intervento magisteriale che unifichi semplificandola la dottrina sul matrimonio. Un intervento teso a mostrare il rapporto tra l’esperienza di fede e la natura sacramentale del matrimonio».
CARRON, DIALOGHI E MURI. Infine, Cazzullo chiede a Scola cosa ne pensi delle parole di don Julian Carron, responsabile di Comunione e liberazione, che in una recente intervista sempre al Corriere, aveva detto, riassume il giornalista, che «sulle unioni omosessuali serve il dialogo, non il muro». L’arcivescovo spiega: «Ho già detto che nel riconoscimento pieno della dignità personale di quanti provano attrazione per lo stesso sesso anche noi cristiani siamo stati un po’ lenti. Ma la famiglia è qualcosa di unico, con una fisionomia molto specifica, legata al rapporto fedele e aperto alla vita tra un uomo e una donna. Non reputo conveniente una legislazione che, nei principi o anche solo nei fatti, possa produrre confusione a questo livello. Tra l’altro non sono molto convinto che lo Stato debba occuparsi direttamente di queste cose e sono anche un po’ seccato di fronte a questo Parlamento europeo, perché non ha il diritto di premere sui singoli Stati in favore di una normativa in campo etico. Ho piuttosto l’impressione che, essendo povero di poteri reali, si occupi di queste cose a sproposito, senza tener conto delle differenze tra gli Stati. L’Italia non è certo la Svezia o l’Olanda».
TESTIMONIANZA PUBBLICA. Per questo, conclude Scola, i cattolici dovrebbero far sentire di più la propria voce «attraverso la testimonianza, anche pubblica, del bell’amore. Bisogna distinguere bene la questione delle unioni omosessuali dalla famiglia, essendo però estremamente attenti al percorso che le persone con questa attrazione compiono. Qualche giorno fa ho ricevuto esponenti di una associazione molto interessante, Courage, promossa nel 1980 dal cardinal Cooke, allora arcivescovo di New York. Persone che si impegnano a vivere la castità in questo tipo di attrazione…».
Foto Flickr
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13 commenti
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Le parole del card. Scola sono chiarissime e ringrazio per questo, quelle di Carron no. Mi dispiace molto. Credo che don Giussani avrebbe risposto diversamente.
leggo queste cose e capisco che la chiesa è lontana da me, dal mio modo di sentire e dal mio pensiero.
non entro nel merito della dottrina, che non mi compete e di cui non ho competenze.
mi piacerebbe però che i preti e le gerarchie rendessero il matrimonio in chiesa molto più serio e anche più difficile da ottenere di quello che è adesso.
Antonio, è che la Chiesa è una vita, non una dottrina.
Puoi ricamarci intorno quanto ti pare, farne una vera ossessione, contrastarla con cocciutaggine e impegno allo spasimo, ma non ne caverai un ragno dal buco, come non ne cavi un ragno dal buco.
Come girare attorno ad un cadavere, che però non è un cadavere, ma materia viva, stra-viva,
strabordante di vita, di quella vita che agogni senza saperlo, mentre rimiri la tua morte, senza capacitarti di come la vita possa sgorgare altrove così, gratuitamente, a dispetto della tua morte in terra.
Magari non è in contraddizione con ciò che ha detto Carron, ma non è neanche la stessa cosa….
“Non reputo conveniente una legislazione che, nei principi o anche solo nei fatti, possa produrre confusione a questo livello. Tra l’altro non sono molto convinto che lo Stato debba occuparsi direttamente di queste cose”
quindi non è questione di capire QUALE riconoscimento dare alle unioni omosessuali ma di non darne nessuno…
Il riconoscimento pieno della dignità personale è un’altra cosa… ed è giustamente da promuovere verso tutte le diversità…. anche verso chi è obeso, ecc… Non normale non significa essere “peggiore” o “migliore” di altri ma di “non essere nella norma”, solo questo….
Quindi rispetto per la dignità personale di tutti ma nessun riconoscimento pubblico di unioni diverse da quelle tra 1 uomo e 1 donna…
Il matrimonio è per sempre,ma se si paga, “non è mai avvenuto”. Giuramento di cristiani.
Contaci.
abbassare ulteriormente uno spergiuro mi risulta impossibile. …poveretti e siete anche convinti di essere nel giusto. ….ma poveretti
Non so perché ho la sensazione che tra poco il commento di Corrado, sparirà……
Ecco un caso di “riassunto” che toglie una frase dal contesto e ne stravolge il senso, piegandola a sostenere ciò che interessa. Il pur bravo Cazzullo dovrebbe riproporre integralmente il pensiero altrui. Quanto detto lucidamente dal Cardinal Scola non risulta essere per nulla in contraddizione con quanto affermato da Carron, che per intero ha detto: «La diffusione delle unioni omosessuali è un dato evidente a tutti, in una società plurale. La questione è quale tipo di riconoscimento dare, e il loro rapporto con la famiglia fondata sulla relazione uomo-donna, i figli, le adozioni. Tutti capiamo che sono temi di grande rilievo personale e sociale. Anche le coppie omosessuali non possono evitare certe domande. Una volta uno di loro mi chiese, parlando dell’adozione dei figli: che conseguenze avrà per loro la mancanza di una figura femminile? E che scenario apre per la dignità delle donne l’utero in affitto? C’è bisogno di uno spazio di libertà che permetta un dialogo che non costruisca muri, ma inizi processi, come ripete il Papa, anche a livello culturale e politico».
Un cordiale saluto. Corrado Brizio
” …unioni omosessuali……La questione è quale tipo di riconoscimento dare…”
Circolano nel mondo tante banconote false,
che facciamo gli diamo un riconoscimento anche a loro,
che so: a quelle di 20 € gli attribuiamo un valore di 10€?
Così tanto per riconoscere che ci sono?
Se le banconote sono false, sono false e basta,
indipendentemente da quante ne circolano
e da quante persone riescono a ingannare.
Le unioni omosessuali, a voler essere buoni, sono come le banconote false.
ha parlato il governatore della Banca d’Italia……..
PS: Lei allora è contrario anche all’uso della carta di credito???