Sì al buono, no alla convenzione

Di Antiseri Dario
01 Dicembre 2000
I guai della scuola di Stato italiana non dipendono dalla scuola non statale, che quasi non esiste e che per quel poco che esiste fa risparmiare ogni anno allo Stato qualche migliaio di miliardi

I guai della scuola di Stato italiana non dipendono dalla scuola non statale, che quasi non esiste e che per quel poco che esiste fa risparmiare ogni anno allo Stato qualche migliaio di miliardi. In Costa d’Avorio la scuola non statale occupa l’11% della scuola primaria e il 24% di quella secondaria, laddove in Italia non supera il 6% della scuola primaria e il 5% di quella secondaria. Il monopolio statale dell’istruzione va davvero a vantaggio degli studenti? Una scuola di Stato monopolisticamente protetta dalla finanza pubblica protegge questa stessa scuola di Stato, oppure si tratta, di una istituzione ineluttabilmente votata all’autodistruzione? Chiariamo perch0 il Buono Scuola introduce una vera libertà del sistema educativo. Una volta che la famiglia riceve il “buono-scuola”, non negoziabile e spendibile esclusivamente presso un istituto di istruzione, lo Stato non finanzia più le proprie scuole. Se queste rimangono in vita, ciò sarà dovuto alla capacità di “catturare” una sufficiente domanda presente sul mercato, introducendo nell’intero sistema la libertà di scelta da parte delle famiglie (in questa ottica il cittadino è sovrano) e facendo sì che, dal lato dell’offerta, si realizzi una pluralità di proposte formative fra loro in sana competizione. Tutto questo impone ai responsabili di ciascun istituto di istruzione di svolgere una funzione imprenditoriale, cercando di anticipare con intelligenza, competenza, qualità ed efficacia il tipo di domanda che sarà avanzata dalle famiglie. La proposta che da più parti è stata avanzata per il finanziamento della scuola non statale è il sistema della convenzione. La convenzione è una sovvenzione che lo Stato, o altro ente pubblico, concede alle scuole non statali. Esistono ragioni valide per rifiutare senza esitazione alcuna tale “assistenza”. La convenzione mette tutte le scuole libere, sin dal primo momento, nelle mani dello Stato o della Regione, cioè alla mercé dei partiti e dei burocrati, statalizzando le ultime scuole libere. E non dà vita a un sistema concorrenziale, ma ad un sistema spartitorio e collusivo. La convenzione crea clientes dispensando elemosine. Come dice un vecchio proverbio, chi paga compra. Bene lo sapevano gli antichi romani, per i quali valeva la massima “beneficium accipere libertatem est vendere”.

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